Politica
Il Ponte sullo stretto spacca il M5s, ed è polemica sul sì di Cancelleri
ROMA – Il ponte sullo Stretto di Messina spacca il Movimento 5 Stelle. Nel corso dell’assemblea dei gruppi parlamentari, convocata proprio per discutere dell’opera (un tempo invisa al M5S, come ricorda oggi l’Associazione Rousseau sul Blog delle Stelle), il sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri chiede di mettere da parte le posizioni ideologiche e propone di aprire un tavolo permanente sul tema: “Ho sentito Giuseppe Conte, ci siamo confrontati e siamo arrivati insieme alla conclusione che va istituita una Commissione per analizzare la questione dal punto di vista tecnico e politico”, dice l’ex consigliere regionale siciliano che assicura di non voler dividere il Movimento.
“Nelle prossime settimane -aggiunge- avvierò gli stati generali delle infrastrutture siciliane: voglio sentire la politica siciliana, le associazioni di categoria, gli imprenditori, i sindaci”. E ancora: “Non si possono mettere da parte le ambizioni di una popolazione e di un Movimento che nel 2017 alle regionali in Sicilia ha preso il 36% e nel 2018 il 49%: questi voti non li abbiamo presi dicendo di no ma costruendole, le cose”.
Le parole di Cancelleri accendono l’assemblea. L’intervista del sottosegretario aveva già creato dei malumori: e durante la riunione sia il reggente Vito Crimi che i capigruppo Davide Crippa ed Ettore Licheri non mancano di stigmatizzare quella che viene bollata come un’uscita non opportuna. Dalla platea degli eletti, collegati in videoconferenza, arriva un coro di no al ponte. Ma non manca, soprattutto tra i siciliani, chi sposa la linea aperturista di Cancelleri.
Il presidente della Commissione Trasporti del Senato Mauro Coltorti, professore ordinario di geomorfologia, è categorico: non si può costruire un’opera del genere in una zona franosa, tra le più critiche d’Italia. Per il collega Ruggiero Quarto, geologo, è prematuro parlare oggi di ponte sullo Stretto: una follia, dice, vista la scarsa conoscenza del sito. La calabrese Federica Dieni, contraria all’opera, sentenzia: Cancelleri è stato scorretto e il Movimento deve chiarire se quella del sottosegretario era solo una posizione personale.
L’ex ministro della Salute Giulia Grillo, deputata catanese, minaccia di togliere la fiducia al governo qualora passasse il sì al ponte. Piovono critiche anche da altri parlamentari come Andrea Cioffi, Giuseppe D’Ippolito, Giovanni Vianello, Danilo Toninelli: “L’uscita di Cancelleri ha creato un grossissimo danno al Movimento 5 Stelle”, ha ribadito l’ex ministro delle Infrastrutture, “Giancarlo ne prenda atto. Solo con una presa di distanza si può ripartire da zero e aprire un dibattito”.
“Mi pare folle”, attacca l’ex sottosegretario al Mise Stefano Buffagni, “in questo momento parlare di ponte sullo Stretto mentre dal nostro sito ci attaccano, mentre la priorità sono le persone, le nostre imprese e i vaccini”. “La Sicilia è ultima sui vaccini e ha lacune nella sanità: si deve partire da quello e dalle infrastrutture interne prima di aprire altri capitoli”, rincara il deputato lombardo. “Il tuo ruolo assomiglia a quello di un assessore regionale”, ironizza Diego De Lorenzis rivolgendosi a Cancelleri. L’idea di una Commissione interna viene giudicata “tardiva” dalla senatrice Gabriella Di Girolamo.
Prudente il ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli: “L’iniziativa di confrontarci sulle infrastrutture siciliane è una buona iniziativa se parte dal presupposto che, prima di considerare quell’opera, vanno considerate tante altre cose. Non per dire un no a priori ma per dire che noi saremo giudicati per come decideremo di allocare le risorse pubbliche”.
Ma dalla riunione-sfogatoio si levano anche voci a sostegno di Cancelleri. Merito di Giancarlo aver acceso il dibattito, basta subire scelte di altri partiti, dobbiamo scrollarci di dosso il fatto che siamo quelli del no a prescindere: è il ragionamento espresso dal deputato Generoso Maraia. Il Sud ha sete di opere, ha osservato il parlamentare campano, e non possiamo aspettare che il resto sia pronto. Se dobbiamo parlare di ponte solo quando il resto in Sicilia è stato fatto, osserva la messinese Angela Raffa, allora condanniamo la Regione a 10 anni di arretratezza.
“Noi vogliamo le infrastrutture che mancano e che sono utili a migliorare le condizioni pessime in cui versa il nostro territorio. Ferrovie a doppio binario, strade provinciali e autostrade degne di questo nome. Vogliamo l’alta velocità Messina-Palermo, oltre alla Messina-Catania-Palermo. Vogliamo un progetto infrastrutturale per il Sud. Oltre a questo servono anche opere di mitigazione per la città di Messina”, le parole del questore di Montecitorio Francesco D’Uva. “Non do assolutamente priorità al ponte se prima non si completano le altre infrastrutture” ma “non voglio negare alle generazioni future la possibilità di poter fruire di un attraversamento stabile”, l’opinione del senatore siracusano Giuseppe Pisani.
Si chiude a mezzanotte circa l’assemblea congiunta M5s convocata sulla questione del Ponte di Messina con l’invito dei capigruppo ad organizzare un «tavolo» di confronto, come preannunciato da Cancelleri. «L’impressione è che siamo tutti concordi che questo tavolo, che è anche l’idea di Giuseppe Conte, sia una buona idea: lavorerà senza pregiudizi ideologici ma sulla base di dati tecnici per capire se l’opera sia un’infrastruttura utile per il Paese e non per una Regione, perché siamo parlamentari della Repubblica e dobbiamo guardare all’interesse generale» avrebbe detto il presidente dei senatori, Ettore Licheri.
Anche se a fine riunione, a microfoni aperti, in tanti parlamentari avrebbero protestato: «ma quale tavolo! Ci sono le commissioni competenti!» avrebbero fatto notare in tanti. Il reggente Vito Crimi, che ha rinunciato a chiudere perché, avrebbe detto, «sono al lavoro con gli avvocati…» avrebbe tuttavia chiarito: «Quando si parla di tavolo ci riferiamo a qualcosa di più ampio e cioè della questione infrastrutturale del Sud».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA