PALERMO – Ora è ufficiale. La Commissione europea vuole che il collegamento Sicilia-Continente sia realizzato, e lo si può fare con fondi Ue. Lo ha detto, a nome di tutta la Commissione, la commissaria ai Trasporti, Adina-Ioana Vălean, rispondendo ad un’interrogazione dell’eurodeputata siciliana della Lega, Annalisa Tardino presentata col capodelegazione Marco Campomenosi e i colleghi del Carroccio Anna Cinzia Bonfrisco, Francesca Donato, Lucia Vuolo e Stefania Zambelli. Vălean ha spiegato che «il collegamento tra la Sicilia e l’Italia continentale fa già parte della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) e del corridoio “Scandinavia-Mediterraneo” e, in quanto tale, fa parte della rete considerata di massima importanza e valore aggiunto dell’Ue». Tuttavia, poichè l’Italia non lo ha richiesto, l’opera non è compresa «nell’elenco di collegamenti transfrontalieri e collegamenti mancanti dell’allegato al “progetto di regolamento” che istituisce il meccanismo dei collegamenti europei, sul quale il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo politico».
Non si è, però, fuori dai giochi, in quanto «nel 2021 la Commissione proporrà una revisione del regolamento TEN-T al fine di aumentare l’efficienza della rete TEN-T multimodale. Lo scopo è contribuire all’obiettivo del “Green Deal”. Per quanto riguarda il collegamento tra la Sicilia e il continente italiano – ha osservato Adina-Ioana Vălean – , la valutazione di un progetto sulla rete TEN-T può essere effettuata solo sulla base di una proposta concreta e matura dello Stato membro che dimostri il valore aggiunto dell’Ue per la rete. Questo è anche un prerequisito per un eventuale contributo finanziario dell’Ue». Ma, finora, «le autorità italiane non hanno presentato alla Commissione piani concreti in merito». Questa risposta sbugiarda il comportamento dei governi italiani: non hanno voluto finanziare il Ponte.
Altro alibi smascherato: «La scelta dello strumento di finanziamento per un determinato progetto dovrebbe essere decisa dall’Italia, in funzione della natura del progetto e della sua sostenibilità finanziaria. Alcuni programmi dell’Ue nell’ambito del quadro finanziario 2021-2027 potrebbero contribuire a studi preliminari e ad attività di appalto».
A questo punto gli eurodeputati della Lega, e si suppone anche gli altri del centrodestra, faranno pressing sul governo Draghi e sulla Giunta Musumeci affinchè il Ponte sia finanziato nella nuova programmazione dei fondi Ue 2021-2027, che la ministra per il Sud, Mara Carfagna, ha già pronta e spedirà a Bruxelles non appena saranno varati i nuovi regolamenti europei.
Musumeci si è già fatto sentire: «Verrebbe da dire: ma di cosa stiamo discutendo? Cosa aspetta, ancora, il governo centrale a chiedere all’Ue il finanziamento per la costruzione del Ponte sullo Stretto?».
«Sicilia e Calabria – afferma Musumeci – sono stanche di essere considerate periferia d’Europa e per diventare centrali nell’area del Mediterraneo uno dei requisiti essenziali è il collegamento stabile tra le due sponde. Diciamo basta a un dibattito ultrasecolare, fatto di relazioni e contro relazioni, con il solito obiettivo di rinviare la decisione alle calende greche. Questa telenovela ha stancato tutti».
E si prepara infatti una manovra a tenaglia per costringere il ministero delle Infrastrutture a rivedere la propria posizione sulle poche infrastrutture finanziate per il Sud e la Sicilia. Una frecciata arriva dall’eurodeputato di Fdi, Raffaele Stancanelli, che, in una nota al vicepresidente esecutivo della Commissione, Valdis Dombrovskis, e al commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, fa notare come il governo italiano nel “Pnrr” abbia fatto una sorta di “gioco delle tre carte”. In pratica, l’Ue ha concesso all’Italia 210 miliardi (e non 98) per gli obiettivi della crescita del Pil e della lotta alla disoccupazione al Sud, per i quali si sarebbe dovuto prevedere il completamento del corridoio TEN-T con l’Alta velocità “vera” e della rete autostradale e il potenziamento dei porti logistici di Gioia Tauro e Augusta collegati con le Zes. Invece, denuncia Stancanelli, si sono inserite poche opere per 10 miliardi, che fra l’altro erano già finanziate: per cui non sono stati aggiunti soldi al Sud e alla Sicilia, anzi si sono liberati i precedenti fondi senza dire come saranno usati. Stancanelli chiede a Dombrovskis e Gentiloni di ottenere dal governo Draghi un’operazione verità che consenta di finanziare le opere non inserite nel Pnrr.