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Il piano segreto della Dc “meloniana” per frenare la rimonta progressista: corteggiato anche Cuffaro

L’ex governatore alla Camera con Rotondi incontra Lollobrigida: l'idea di un contenitore centrista che diventi satellite di FdI

Mario Barresi

28 Marzo 2025, 14:47

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Che ci faceva, mercoledì, Totò Cuffaro a Montecitorio? Il leader della Dc, avvistato in Transatlantico in compagnia del “cugino”- rivale Gianfranco Rotondi, avrebbe trascorso un’oretta al sesto piano. Negli uffici del gruppo di Fratelli d’Italia. Dove, ad aspettarlo e a riceverlo con «molto calore», non c’era un altro dei tanti orfani dello Scudo crociato. Ma nientepopodimeno che Francesco Lollobrigida. Non in veste di ministro dell’Agricoltura (e ci poteva anche stare, visto che l’ex governatore è produttore di vino, olio e frutta nella Tenuta Cuffaro), ma di “emissario” dell’ex cognata Giorgia Meloni.

Eccolo, il piano segreto della Dc a trazione patriota. Un dossier, delicatissimo, partito da qualche tempo in Via della Scrofa. E basato su alcune constatazioni statistiche; il centrodestra, incrociando le proiezioni dei più recenti sondaggi con i risultati delle ultime elezioni politiche ed europee (spalmati virtualmente sugli attuali collegi di Camera e Senato), rischia un pericoloso testa a testa con un eventuale campo largo di tutte le opposizioni.

Certo, l’appuntamento con le urne è ancora a distanza di sicurezza: la scadenza, al netto di anticipazioni per una strategia di coalizione sul voto del Quirinale, è fissata all’autunno del 2027. Ma l’attuale consenso del centrodestra di governo - con FdI che regge, la Lega che arranca e Forza Italia che cresce ma non sfonda - non sembra destinato ad aumentare in modo significativo, anzi è più probabile che ci siano delle flessioni. Da qui la necessità di trovare «altri voti al di fuori del perimetro della destra», come ragionano ai vertici di FdI. Ben poco fiduciosi, negli ultimi tempi, della consistenza elettorale di Noi Moderati. «Un contenitore senza contenuto», la definizione dei meloniani più pragmatici rispetto al partitino di Maurizio Lupi, inchiodato allo 0,6% nei sondaggi, di cui è fra gli azionisti più importanti l’ex ministro siciliano Saverio Romano.

Booster elettorale

Allora ci vuole un booster elettorale. Anche quell’1-2%, decisivo per mettersi al riparo da qualsiasi scherzetto del pur polverizzato fronte delle opposizioni. Un sostegno diretto, con qualche seggio in cambio, da parte di chi però i voti li ha davvero. Come Cuffaro, rifiutato da Forza Italia e Italia Viva alle Europee, ma pur sempre titolare di un granaio elettorale in Sicilia. Da qui l’ambasciata di Rotondi, leader della DcR (che sta per Democrazia cristiana con Rotondi), oltre che deputato eletto nel collegio uninominale di Avellino in quota FdI, con cui era pure candidato in un plurinominale in Sicilia. Ed è proprio l’ex ministro, fra i tanti contendenti della diaspora sulla proprietà del simbolo della Dc, a svolgere il ruolo di esploratore. Per conto di Lollobrigida, che a sua volta ha ricevuto il mandato dalla leader in persona.

Cuffaro, che resta piuttosto scettico sulla fattibilità dell’operazione, è in cima alla lista dei corteggiati. Ma non è il solo. L’idea della Cosa Bianca come satellite moderato dei meloniani, infatti, è stata sottoposta a un altro storico esponente del centro: Lorenzo Cesa, a sua volta detentore dello scudo crociato che campeggia sul simbolo dell’Udc.

Un’invasione di campo alleato, se si considera che il deputato è già fra i protagonisti di un analogo progetto ispirato, pur con poca convinzione, da Matteo Salvini: doveva addirittura nascere un gruppo parlamentare con dentro anche il leghista siciliano Nino Minardo, transitato al gruppo misto della Camera per facilitare il progetto. Ma non se n’è fatto più nulla. E adesso il centrino di gravità permanente sembra pendere di più verso FdI. Magari è soltanto un caso che domani, «presso l’elegante cornice del Park Hotel Elizabeth di Mariotto, frazione di Bitonto, si svolgerà - come recita un comunicato stampa il “Convegno organizzativo per l’Italia del Sud e Isole della Dc”». Presenti Rotondi e Cesa, e anche altri combattenti e reduci della Balena Bianca.

Gli “aiutini” dalla Sicilia

Cuffaro non c’è, ma idealmente è come ci fosse. Soprattutto se, come più volte auspicato anche dallo stesso ex governatore, «si arrivasse a superare le storiche divisioni e a mettersi tutti assieme». Al servizio di Meloni, confidano in FdI. Dove s’è acceso, da diverso tempo, anche un altro faro sugli “aiutini” che potrebbero arrivare dalla Sicilia. Quello su Cateno De Luca, che sembra ormai aver abbandonato definitivamente la prospettiva di allearsi con Pd e M5S. Sud chiama Nord, nonostante un calo fisiologico del peso elettorale rispetto al 2022, resta decisivo, fosse solo per conquistare i collegi del Messinese. E dunque, fra cene e incontri romani, anche “Scateno” potrebbe essere di questa partita. Per adesso ci sono soltanto mezze ammissioni smozzicate anche per continuare a darsi un tono. Ma anche lunghe chiacchierate e piacevoli caffè alla buvette di Montecitorio fra l’onnipresente Rotondi e Francesco Gallo, unico parlamentare nazionale di ScN rimasto dopo il “ratto” della senatrice Dafne Musolino da parte di Matteo Renzi, all’epoca facilitato dall’intermediazione dello stesso Cuffaro, che all’epoca bussava alla porta di Iv.

Totò Vasa-Vasa torna di nuovo centrale a livello nazionale nella stampella dc di FdI? Si vedrà. Se fosse vero sarebbe un destino contro natura, eppure una punizione meritata per chi, come Fi, l’ha rifiutato. Pur accaparrandosi i suoi voti.