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Il Milleproroghe è legge, la Sicilia è la regione più “danneggiata”

Di Redazione |

ROMA – Il Milleproroghe è legge. Il decreto è stato convertito e approvato dal Senato (151 sì, 93 no e due astensioni) senza gli emendamenti richiesti dalle opposizioni e con un crescendo di tensioni che ha coinvolto anche il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, in un acceso botta e risposta sul voto segreto chiesto dal Pd ma dichiarato inammissibile. Dopo la pausa, l’aula si è riscaldata di nuovo per una battuta dei 5 Stelle su Matteo Renzi che non è piaciuta ai Dem (“Si palesa in aula per deliziarci con i suoi comizi, in piazza rischierebbe la pelle”) definita «un incitamento al linciaggio pubblico» per l’ex premier ora «senatore semplice».

Brevi scintille nel cammino di un provvedimento passato velocemente in Parlamento («con molta fretta e mille pasticci», è la versione delle opposizioni. «Molto rumore per nulla” ribatte la maggioranza commentando le proteste), reduce delle modifiche apportate alla Camera e attaccato soprattutto sui vaccini.

In particolare, la nuova legge mantiene l’obbligo delle autocertificazioni per i bambini che si iscrivono a scuola e che i genitori devono presentare entro il 10 marzo 2019; avvia la prima tranche di rimborsi per i risparmiatori vittime delle crisi bancarie e soprattutto  blocca 1,6 milioni di fondi per le periferie tra le proteste dei sindaci, con l’Anci che sospende le relazioni istituzionali con il governo.

E alla faccia di quanti nel governo dicono di non voler dimenticare il Sud, è la Sicilia la più penalizzata dallo «scippo delle periferie ad opera del governo» secondo i calcoli fatti dal Pd sul Bando periferie. I nove capoluoghi siciliani perdono oltre 200 milioni di euro, seguiti, a molta distanza, dalla Toscana, che ne perde oltre 147 milioni a danno di Firenze, Arezzo, Siena, Lucca, Pisa, Pistoia, Livorno, Carrara e Massa. Anche Torino, Biella, Vercelli, Alessandria, Cuneo, Novara, Verbania e Asti si vedono sottrarre una bella somma: quasi 110 milioni secondo i conti fatti dal Pd.

Le brutte notizie non risparmiano l’Emilia Romagna: le sue città, se le risorse non verranno in qualche modo ripristinate, si vedranno sottrarre 138 milioni previsti dal Bando Periferie; il Veneto perderà oltre 114 milioni, la Calabria dovrà rinunciare a ben 103 milioni, la Liguria e il Lazio a circa 90, la Campania rischia concretamente di perderne 75. L’Aquila, Pescara, Teramo e Chieti sperano ancora di riuscire ad ottenere – anche se il Milleproroghe è stato definitivamente approvato – gli oltre 59 milioni assegnati dal Bando Periferie, le Marche temono fortemente di perdere gli oltre 50 previsti, la Puglia rischia di perdere quasi 45. In Sardegna i progetti per Sassari, Nuoro, Carbonia, Tempio Pausania avevano portato a progetti e relativi previsti stanziamenti pari a quasi 43 milioni. Trento e Bolzano potrebbero dover rinunciare a 36 milioni, l’Umbria a 26, il Molise a 28, la Valle d’Aosta a 12.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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