E’ stata aggiornata a domani alle 11 la seduta parlamentare per proseguire l’esame del ddl stabilità della regione Sicilia. Il governo guidato da Nello Musumeci oggi è andato sotto quattro volte, tradito alla prova del voto segreto dai franchi tiratori della maggioranza. Bocciate le norme sulla liquidazione dell’Espi, sulle transazione di due contenziosi (5,1 mln), fondi ai comuni e sulla modifica dell’articolo della finanziaria del 2020 prevedendo la cumulabilità dei contributi per consentire il ristoro alle imprese che hanno prodotto dispositivi anti-Covid ma le cui istanze erano state respinte dall’Irfis perché la vecchia norma non prevedeva il cumulo (previsto invece dalla ragioneria centrale dello Stato con un’apposita circolare). Molte norme accantonate, tra cui quella che riguarda Asu ed ex Pip.
Con voto segreto (35 favorevoli), l’Ars ha approvato un emendamento soppressivo del Pd che ha di fatto cassato l'articolo 17 (definizione di contenziosi) del ddl stabilità. La norma autorizzava la spesa di 5,1 milioni: 5 mln per i lavori di completamento degli allacciamenti dei bacini dei torrenti Serieri e Scioltabino al serbatoio della Diga Olivo e 100 mila euro per la definizione «dell’accordo di bonario componimento finalizzato al superamento del contenzioso in atto tra la Regione siciliana e il gruppo di cooperazione territoriale europea Grct ArchiMed».
Dopo la bocciatura, l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao ha chiesto la sospensione dell’aula sostenendo di doversi confrontare con la Ragioneria generale perché con la soppressione dell’art. il governo adesso dovrebbe appostare ulteriori 20 milioni di euro nel fondo contenziosi, togliendo risorse da altri capitoli di bilancio. Le opposizioni hanno contestato la reazione dell’assessore, replicando che l'Assemblea non può avallare contenziosi che riguardano l'amministrazione regionale.