I dolori del M5S: in Liguria quasi spariti ma in Sicilia è (ancora) un’altra storia

Di Mario Barresi / 30 Ottobre 2024

Onorevole Di Paola, dalla Liguria arriva un pessimo segnale: il M5S va verso la liquefazione. In Sicilia state preparando un piano di sopravvivenza?

«Se permette, in Sicilia è un’altra storia. Da 15 anni il movimento, superando anche momenti difficili, ha consolidato un radicamento sul territorio. E oggi siamo ancora aggregativi e attrattivi. Anche se vorremmo esserlo ancora di più…».

In che senso, scusi?

«Ci sono sindaci, consiglieri comunale e, glielo confesso, anche deputati regionali che vorrebbero venire con noi. Ma alcuni cavilli regolamentari ci impediscono di accoglierli. Spero che saranno superati per poter accogliere gente che lavora bene sul territorio».

Capitolo alleanze. In Liguria Conte ha fatto lo schizzinoso su Renzi e Calenda: sappiamo com’è andata a finire. In Sicilia ci saranno veti per alcuni alleati?

«In Sicilia noi dialoghiamo con tutti. Pensi che non ho chiuso nemmeno a Cateno De Luca che fino a qualche giorno fa mi insultava. Oggi (ieri per chi legge, ndr) ho risposto con garbo e gentilezza: ho pure votato la deroga per far sopravvivere il suo gruppo all’Ars, senza costi aggiuntivi, perché lo ritengo un legittimo diritto di rappresentanza».

Quindi il M5S siciliano è più vicino al campo larghissimo dell’Umbria che all’orticello giallorosso sconfitto in Liguria?

«In Sicilia abbiamo un nostro modello differente. Perché noi siamo la seconda forza in assoluto dopo FdI, visto che il dato di Forza Italia alle Europee è dopato da Lombardo e Cuffaro. E poi perché la nostra regione è diversa: qui si costruisce l’alternativa a un centrodestra che ci consegna la siccità, l’incubo dei termovalorizzatori con la spazzatura nelle strade e la sanità allo sbando. Il percorso con i potenziali alleati è già cominciato, facendo tesoro delle esperienze del passato, quelle belle e anche quelle brutte».

Compreso il tradimento del patto delle primarie con il Pd alle ultime elezioni regionali?

«Anche quello: siamo più maturi e consapevoli. E lo saremo ancora di più dopo la costituente di novembre, che ci consegnerà un movimento più al passo con i tempi: non siamo più quelli del 2010. È facile sparare contro tutti e contro tutto, ma così fai solo opposizione. Se vuoi governare devi essere preparato e devi fare un percorso. Noi questa strada, in Sicilia, l’abbiamo già imboccata. Vogliamo vincere e amministrare».

Per farlo scenderete a patti con De Luca, ma anche con Italia Viva e Azione?

«Dialoghiamo con tutte le forze alternative a Schifani e alla destra. Ma alternative con i fatti concreti».

Sta dribblando la domanda: sì o no all’alleanza in Sicilia con Sud chiama Nord e con i moderati?

«Con Cateno si vedrà. Stiamo condividendo l’esperienza di opposizione all’Ars, dove Iv e Azione non ci sono. In Sicilia non li trovo e dove ci sono, spesso, come i renziani a Palermo o a Gela, vanno col centrodestra. E su questo mi trovo pienamente d’accordo con il presidente Conte: se stai di là e poi vuoi venire di qua, destabilizzi l’elettorato. E il voto d’opinione che l’intera coalizione perde è maggiore dell’apporto dei moderati. Che, ripeto, in Sicilia sono poco presenti. Faraone fa comunicati e post sui social, ma ci vogliono i fatti concreti. Il nostro schema, partendo dall’alleanza già sperimentata nei comuni con Pd e Avs, sarà diverso: aggregare dal basso, coinvolgendo reti civiche, amministratori locali e soprattutto i millennial, i giovani vogliosi di un ricambio generazione della politica siciliana. E noi, grazie alla costituente, avremo gli strumenti per essere più attrattivi».

Domanda dalla risposta scontata: nel gioco pentastellato della torre, butta giù Conte o Grillo?

«Butto giù chi non è andato a votare nemmeno per la sua Regione. Un segnale molto brutto, in un momento in cui il movimento si evolve grazie al coraggio di Conte».

Intanto, soprattutto fra gli ex, c’è chi gongola per il tonfo ligure. Cancelleri ha postato: «Evaporati in un… belìn!».

«Sì, e l’ha fatto mettendo una foto di Grillo, che due anni fa bocciò l’ennesima ricandidatura di Giancarlo… Mi dispiace che chi ha fatto altre scelte non abbia la stessa sobrietà di chi è rimasto ma non sparge veleno contro di loro. Con una battuta direi che hanno tanto tempo a disposizione e lo impiegano per rosicare…».

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Pubblicato da:
Fabio Russello