Grande Sicilia, il bagno di folla a Enna e quel guizzo di novità che è mancato
Dalla scelta del nome al codice di legalità da rispettare, cosa c'è dentro la nuova creatura politica di Lombardo, Lagalla e Miccichè
Di Mario Barresi |
L’hanno chiamato Grande Sicilia. Ma manca quel quid. E dunque, per ora, resta un jovanottiano Grande Boh. Eppure i tre leader, non più giovanotti, del nuovo movimento – in ordine di apparizione sul palco: Roberto Lagalla, Gianfranco Miccichè e Raffaele Lombardo – sono già affiatati in quella che sembra una tattica basata sulla netta suddivisione dei ruoli: il sindaco di Palermo si erge a buon pastore, ultramoderato e civico; l’ex viceré berlusconiano di Sicilia fa l’ariete da sfondamento, che le dà e in caso le prende pure; il patron del Movimento per l’Autonomia è lo stratega, ma anche – a giudicare dalla sala di ieri mattina – quello che porta i voti.