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Governo, Cottarelli in “stand by”: fiducia tecnica o voto a luglio

Di Marcello Campo |

ROMA – Carlo Cottarelli vive un giorno di stand by aprendo così due scenari opposti: scioglimento immediato delle Camere e elezioni a fine luglio o un accordo con le forze politiche per una fiducia «tecnica» al fine di varare una legge di bilancio light e consentire il voto subito dopo, a ottobre. Due opzioni che sarebbero state valutate da Sergio Mattarella con il presidente del Consiglio incaricato, con la ferma convinzione da parte del Quirinale che comunque il Parlamento si dovrà assumere la responsabilità di chiudere la legislatura o di consentire al governo tecnico un passaggio fondamentale con la presentazione della manovra, per evitare l’eccessiva fibrillazione dei mercati e ridare credibilità e fiducia al nostro paese.

Nel frattempo, l’impasse politico continua a provocare fortissima tensione sui mercati con lo spread che s’impenna col passare dalle ore, dai 250 punti della mattina, alla chiusura a quota 300. Tuttavia, dopo lo scontro frontale di ieri tra Colle e fronte sovranista, oggi i toni sono stati decisamente più morbidi. Luigi Di Maio torna sui suoi passi nella richiesta di impeachment, consapevole che su quella strada era rimasto praticamente isolato. Lo stesso Salvini, in diretta Fb, ribadisce che «Mattarella ha sbagliato ma basta insulti». Una riapertura di dialogo tra M5S e Quirinale che, secondo qualche osservatore, potrebbe riaprire una strada, seppur strettissima, verso un governo politico. Ma al momento è una ipotesi solo di scuola. Per ora, in pista c’è solo Cottarelli, che Mattarella vuole comunque inviare al Parlamento.

Malgrado le difficoltà, l’economista lombardo inizia di prima mattina il suo sforzo di mettere insieme una lista dei ministri: alle 9 è già al lavoro nella sala dei Busti di Montecitorio dove, nel massimo della riservatezza, riceve alcune persone. Alla Camera è un susseguirsi febbrile di riunioni: il segretario leghista Matteo Salvini prima convoca i suoi parlamentari, poi riunisce la segreteria federale, per la prima volta a Roma e non nella sede storica di Via Bellerio. Ai suoi annuncia la raccolta delle firme ai gazebo il prossimo fine settimana a favore dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Quindi fa il punto sulla questione delle alleanze: diverse simulazioni dicono che un’ipotetica alleanza elettorale M5s-Lega vincerebbe con numeri eclatanti. Ma Salvini sceglie di prendere tempo, conferma che al momento resta nel centrodestra e rinvia le scelte definitive a dopo le amministrative del prossimo mese.  Si riunisce anche il Pd che annuncia la volontà di astenersi sul governo Cottarelli.

A ora di pranzo il Colle annuncia di aver convocato il premier incaricato per le 16,30. Sembra essere il momento dell’accettazione del mandato e della presentazione della lista dei ministri, ma qualcosa deve essere andato storto, tanto che a sorpresa, Cottarelli lascia il Colle senza presentarsi alla stampa. E subito scoppia una ridda di ipotesi tra cui quelle se intenda rimettere il mandato o se in realtà abbia bisogno di più tempo per stilare la lista dei ministri. Il Quirinale subito fa trapelare che non esiste l’ipotesi della rinuncia. E Cottarelli, rientrando a Montecitorio, assicura che sta approfondendo «alcuni aspetti della lista». Nelle stesse ore le diverse anime del Pd propongono l’idea di andare a votare il 29 luglio, probabilmente – si ragiona in ambienti parlamentari – assecondando il pressing del Colle.

Una data decisamente inedita, mai in Italia s’è votato a luglio, ma che oggettivamente raccoglie positivamente la preoccupazione di Mattarella, qualora dovesse saltare tutto, di avere un governo in carica in autunno, subito in grado di presentare la legge di bilancio. E non è un caso che per tutta la giornata si siano inseguiti rumors di contatti tra Cottarelli ed alcuni esponenti delle forze politiche, come il leghista Giancarlo Giorgetti e il dem Graziano Delrio, proprio per sminare la strada del governo tecnico finalizzata al varo della manovra.

Il ritorno alle urne a luglio, se viene accolto con favore dalla Lega, trova invece i Cinquestelle molto freddi. «Spero che – ha spiegato Di Maio – si possa andare al voto il prima possibile però riconosco pure che questa è una situazione veramente difficile per il Paese»COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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