REGIONE
«Già spartiti gli 800 milioni del Pnrr Salute», Razza sotto attacco: ecco il suo piano
Il centrodestra accusa l’assessore: «Scelte politiche non condivise». Le prove negli atti: elenchi ad Agenas e nota al ministero, che però parla di «prima ricognizione»
Nella Sicilia che sembra quasi uscita dal tunnel della quarta ondata della pandemia, la sanità ridiventa un tema di feroce scontro. I fatti. Domani, martedì, l’assessore Ruggero Razza è atteso in audizione in commissione Salute all’Ars. «Dovrà spiegarci un po’ di cose», si limita a sillabare la presidente Margherita La Rocca Ruvolo. Che, magari per fair play istituzionale, nasconde le fibrillazioni (eufemismo) di questi ultimi giorni nel centrodestra. Nell’occhio del ciclone c’è il piano di spesa dei fondi del Pnrr. Si tratta in tutto di 796.573.463,33 euro, secondo la previsione di riparto del ministero della Salute, distribuiti in sette linee d’investimento.
Il punto dolente: quasi tutti gli alleati del centrodestra (soltanto gli Autonomisti a viso scoperto) accusano Ruggero Razza di aver già assunto delle decisioni sulla distribuzione dei fondi, compresa la mappa dettagliata di alcune strutture sui territori, trasmettendole a Roma. «Scelte assimilabili a una riprogrammazione di rete – si lamenta qualcuno – che avrebbero avuto bisogno di un passaggio politico con la maggioranza e di un confronto istituzionale all’Ars, a partire dalla commissione competente». Tante, in questi ultimi due giorni, le telefonate di protesta all’assessore alla Salute, descritto «mesto come un bambino appena scoperto con le mani sulla marmellata» da chi l’ha sentito più di recente. Il sospetto dei maliziosi è che lo strappo sul Pnrr Salute sia il preavviso di dichiarazione di guerra di Nello Musumeci ai partiti riottosi sulla sua ricandidatura, un primo assaggio del «governo elettorale del presidente» già minacciato.
Razza ha davvero bruciato le tappe? Gli osservatori più critici – guardando il dito e non la luna – si sono concentrati sulla nomina dei 15 componenti del «gruppo di lavoro» per la spesa dei fondi del Pnrr in sanità, pratica peraltro analoga a quella già adottata da Gaetano Armao per l’Economia. Ma, tra le righe del decreto assessoriale di nomina, c’è già la prima prova che la Regione ha fatto dei passi a Roma. Si definiscono infatti come «appena trasmessi al Ministero della Salute, attraverso la piattaforma Agenas» gli elenchi di strutture sanitarie del Pnrr sul territorio.
Ecco quali. Il primo: 49 Centrali operative territoriali «per cura, assistenza domiciliare e telemedicina, una ogni 100mila abitanti» per una previsione di spesa di 16.702.269,69 euro di cui 8.480.675 per «l’infrastruttura della Cot», altri 3.482.501,46 per «la “Interconessione aziendale”» e 4.749.093,23 per i «devices». Il secondo: 146 Case della comunità per la «presa in carico della persona», con un complessivo investimento di 216.998.374,35 euro. Il terzo elenco: 93.443.721,94 euro sulla «realizzazione di 39 “Ospedali della comunità” per il «rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia». Tutto nero su bianco.
Nel carteggio Palermo-Roma c’è una precisa distribuzione territoriale delle risorse e anche il numero di ogni tipo di struttura per provincia. Ad Agrigento vanno 3 Ospedali di comunità (8,3 milioni), 4 Centrali operative territoriali (735mila euro) e 13 Case della comunità (18,8 milioni); a Caltanissetta 2 Odc (5 milioni), 3 Cot (442mila euro) e 8 Cdc (11,3 milioni); a Catania rispettivamente 9 (21,2 milioni), 11 (1,8 milioni) e 32 (47,8 milioni); a Enna un solo Odc (3,1 milioni), 2 Cot (277mila euro) e 5 Cdc (7 milioni); a Palermo salgono i numeri: 10 Odc (24,1 milioni), 12 Cot (2,1 milioni) e 36 Cdc (54,4 milioni); a Ragusa i dati corrispettivi sono 3 (6,2 milioni), 3 (551mila euro) e 9 (14,1 milioni); 3 Odc e 4 Cot sia a Siracusa (7,6 milioni e 677mila euro) sia a Trapani (8,3 milioni e 732mila euro), che hanno rispettivamente 12 (17,3 milioni) e 13 (18,7 milioni) Cot in programmazione.
Il decreto assessoriale è del 15 febbraio, quindi l’invio dei dati è precedente anche alla nomina della task force. E gli «elenchi» sono una scelta dell’assessorato, che li trasmette ad Agenas dopo aver consultato i manager delle Asp. Già da diversi mesi: la prima nota in cui si chiede ai direttori generali di «identificare le sedi delle strutture territoriali previste dal Pnrr» e di «procedere alla compilazione delle schede» risale al 23 agosto scorso; ne seguiranno altre, sempre più incalzanti, il 20 settembre e poi il 10 dicembre, quando si comunica anche l’aumento delle risorse (24 milioni) per 15 Case delle Comunità in più; il 28 dicembre si informano ii manager che «il 40% delle CdC dovranno essere di nuova istituzione». L’ultimatum da Palermo arriva lo scorso 19 gennaio: indicare il Rup di ognuno dei progetti e «compilare in ogni sua parte» un file allegato, con una precisa avvertenza («senza modificarne la struttura»), entro il 24 gennaio. La stessa richiesta è rivolta alle direzioni strategiche di tutte le aziende del servizio sanitario regionale – e dunque anche agli ospedali – in riferimento ad altre misure del Pnrr: “Ospedali sicuri e sostenibili” (201,4 milioni per progetti di adeguamento antisismico), ma soprattutto “Ammodernamento tecnologico”, con 254, 5 milioni in palio, di cui 139,8 per la «digitalizzazione Dea di I e II livello» e 114,7 per «Grandi apparecchiature». I Piani operativi regionali, anche per queste linee d’intervento, «sono stati già trasmessi al Ministero della Salute».
L’iter, dunque, non è sottotraccia. E, oltre agli elenchi sulla piattaforma Agenas, la Regione ha trasmesso anche un altro atto ufficiale. Una nota dell’assessorato alla Salute in cui si riepiloga, con tabelle e descrizione degli interventi, il Pnrr siciliano. Il documento, come ha verificato La Sicilia, è davvero finito sul tavolo del ministero. Fonti dello staff dirigenziale di Roberto Speranza parlano però di «una prima ricognizione , ma nulla di definito», poiché la Regione Siciliana «deve presentare il piano e le schede entro il 28 febbraio».
Ed è il miglior assist alla difesa di Razza. Che ci conferma il flusso di informazioni a Roma, derubricandolo a «una mera fase istruttoria, in cui nessuna decisione politica è stata presa». L’assessore spiega: «Ad Agenas, in quanto titolare dell’assistenza tecnica per il Pnrr sanitario, sono state inviate soltanto alcune informazioni indicative». Un preview simile, ricorda, «a quello già condiviso preliminarmente col governo nazionale per la rete ospedaliera che poi fu concertata nel dettaglio con tutti gli interlocutori». E, notando che «nessuno s’è lamentato per analoghe scelte sul Pnrr già compiute da altri assessori», auspica «un confronto proficuo con due mesi di tempo» (è molto probabile che la scadenza del 28 febbraio slitti al 31 marzo) in cui «saranno coinvolti, oltre che partiti e Ars,anche parti sociali, associazioni datoriali e sindaci».
Ma la bufera politica è nel suo pieno. E Razza proverà a placare i mal di pancia della maggioranza già nel weekend, per attutire il redde rationem in commissione martedì. Quando qualcuno magari gli chiederà pure conto di un’altra significativa novità: l’imminente addio di Francesco Bevere, ex super manager di Agenas, nominato appena lo scorso agosto direttore generale del Dasoe, il dipartimento al centro dell’inchiesta giudiziaria sui falsi dati Covid. In ferie da 20 giorni, il 1° febbraio lascerà l’assessorato. Destinazione Repubblica di San Marino, per un incarico di alto profilo. Bevere, contattato ieri, non ci risponde. «Una scelta personale di carattere professionale», trapela dal Dasoe. Ma la birichina coincidenza con altri eventi – la nomina della task force, in cui il dirigente non è fra i “magnifici 15”, e tutte le scelte già compiute sul Pnrr sanitario – lascia comunque il beneficio del dubbio.
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