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L'evento

G7, Meloni a Ortigia, per un blitz alimentare. Blinda “Lollo” e promuove l’export

La premier sfila tra gli stand e ne approfitta per respingere i veleni sul governo

Di Mario Barresi |

Mai avrebbero potuto immaginare, quando più di un anno e mezzo fa scelsero la data del loro matrimonio, di dover dividere la piazza del (presunto) giorno più bello della loro vita con Giorgia Meloni. Ma tant’è. Cetto Principato e Ilaria Di Cataldo, medici dell’Ennese, scendono dalla scalinata del duomo di Siracusa proprio mentre la premier calpesta le stesse basole che resero immortale la camminata, con indimenticabile annacamento, di Monica Bellucci in Malena. E, quando sul palco istituzionale parte l’inno nazionale, davanti alla cattedrale cominciano a tirare il riso. «Lei è stata davvero carina – racconta sposa – perché appena ci ha visto scendere s’è fermata e e ha aspettato. E lì, dopo aver temuto che le nostre nozze durante il G7 sarebbero state un incubo, io e mio marito abbiamo pensato: ce l’abbiamo fatta».Scene da un matrimonio. Esterno pomeriggio del summit dei sette grandi del mondo, da ieri al 29 sull’Isolotto di Ortigia – ripetiamo assieme: Ortigia non è un comune a se stante, ma il cuore del centro storico di Siracusa – in ossequio alla presidenza italiana.

E se c’è chi, nonostante tutto, decide di sposarsi, qualcun altro nel governo italiano, e nel cerchio magico meloniano, considera questo evento come un rito laico per confermare la fedeltà. Dopo un’estate di separazioni annunciate e di cronache da rotocalco rosa, anche la presenza di Meloni all’Expo “Divinazione” era tutt’altro che scontata. E invece c’è. Tailleur bianco, passo da soldatessa e sorriso un po’ tirato, prima di volare per gli Stati Uniti, la premier onora la manifestazione organizzata dall’ex cognato Francesco Lollobrigida. «Un preciso segnale – racconta un influente big siciliano del partito – per rassicurare tutti e smentire gli stupidi pettegolezzi».Insomma, “Lollo” è vivo – più o meno saldo nel posto di ministro dell’Agricoltura – e lotta assieme a noi. Lui è visibilmente compiaciuto quando «il nostro presidente del Consiglio, Giorgia Meloni» sale sul palco dove l’aspettano il governatore Renato Schifani e il sindaco Francesco Italia. Il ministro le dà del tu, lei mantiene un più istituzionale lei. «Trovo molto intelligente e molto bella l’iniziativa del ministro Lollobrigida che attorno a questi due, tre giorni in cui i ministri che si occupano di agricoltura si riuniranno per parlare dei problemi dell’agricoltura, degli agricoltori e per la prima volta della pesca, si racconti in un posto così straordinario la straordinaria capacità» dei nostri agricoltori «di produrre qualcosa di fondamentale per il nostro nome nel mondo: il made in Italy». Poi, in giro fra gli stand, la premier ribadisce il concetto, parlando di «un evento che i cittadini possono vivere anche per capire quanto siano importanti le riunioni che ci sono intorno a questo evento che ha il compito anche di definire alcune delle grandi decisioni sui temi globali ma anche far capire che da noi l’agroalimentare è una questione di popolo. Per cui un evento stupendo e con grande partecipazione dei cittadini». E dal palco sfodera un dato inedito: «Se quest’anno le cose andranno come noi crediamo, l’esportazione italiana di prodotti agroalimentari varrà 70 miliardi di euro».

Lolloland

Lollogrida gongola. Si gode il battesimo di un evento che ha fortemente voluto. Un’immensa fattoria all’aperto, un po’ Ottobrata di Zafferana e un po’ Mercato del Contadino, fra campi di grano ricostruiti, simulazioni di cantine hi-tech e Gran premio ippico. «In questa meravigliosa vetrina l’Italia si mostra al mondo con 600 produttori, 200 stand, 18 regioni, arte e cucina made in Italy», ricorda il ministro ringraziando Siracusa e chiedendo scusa ai cittadini «per gli inevitabili disagi che saranno ripagati da un ritorno straordinario».Una “Lolloland” che fa da contorno ai vertici dei ministri. Ma è anche un modo per riallineare le truppe siciliane: tutti precettati per l’inaugurazione, tutti presenti sotto il palco, ma con diverse sfumature di vicinanza al cuore ancora pulsante del partito. Misurabile con la distanza dal palco d’onore: attaccati i Vip, più defilati i peones. Ci sono anche molti sindaci con tanto di fascia, tutti impegnati a sgomitare per conquistarsi un posto in prima fila, anche quando risuona l’inno di Mameli. Fra i più omaggiati il vicecapogruppo alla Camera, Manlio Messina, così come il deputato avolese Luca Cannata, ma alla Sagra del Melonismo non manca proprio nessuno. Europarlamentari, deputati nazionali e regionali, assessori del governo Schifani. E anche il presidente, sempre grato a FdI che l’ha incoronato candidato in quella pazza estate del 2022, rende omaggio alla premier e al suo partito: «Siamo grati al governo Meloni per avere scelto Siracusa e tutto il suo comparto per questo evento internazionale. La Regione sta facendo la propria parte». Poi Schifani aggiorna i cronisti sulle emergenze regionali: «Se c’è una cosa che, a livello istituzionale, in Sicilia non mancano sono le risorse, i problemi sono i tempi e le procedure, pareri e contro pareri, regole del sistema sulle procedure. Io ho chiesto al governo Meloni che si possano realizzare i dissalatori utilizzando il “modello Genova”, cioè in deroga a procedure farraginose, così come ho chiesto la possibilità di realizzare i termovalorizzatori utilizzando in deroga il modello di Roma. Le deroghe servono per volare con i tempi. Noi i dissalatori, secondo le regole attuali, non si registrano prima di 24 mesi. Con le nostre risorse, 90 milioni, ne realizzeremo tre che sbloccheranno a regime 700-800 litri di acqua al secondo».

Meloni continua il suo blitz siracusano. Da piazza Duomo giù verso la Fonte aretusa, per poi concedersi una passeggiata con vista sul porto. Intanto, gli invitati al matrimonio di Cetto e Ilaria sciamano verso il locale a largo Aretusa, confondendosi con i gorilla delle security varie e le aspiranti emergenti del centrodestra siciliano, quasi tutte svettanti (o quasi) dall’alto del loro tacco 12.Ma l’aereo a Fontanarossa non può aspettare più di tanto. Meloni ha giusto il tempo di partecipare a “Let’s Art, una marcia a ritmo di danza e musica”, prodotta dall’Inda con la partecipazione di 200 tra attori, performer, ballerin, artisti e giovani delle scuole di danza di tutta la Sicilia. Lo spettacolo finisce con sette bambini che piantano altrettanti alberi in un giardino. Il rito iniziatico di questo G7 si consuma, mentre la “sbrigativa” madrina è già con la testa agli Usa. Ma la festa di Lollobrigida, adesso, può davvero cominciare.

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