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Fondi Ue, il ministro bacchetta la Sicilia, l’assessore: «Non si permetta»

Di Redazione |

PALERMO – È polemica fra un esponente del governo nazionale e uno del governo regionale sulla spesa dei fondi europei da parte della Regione. Parliamo del ministro per il Sud Giuseppe Provenzano e dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, due giovani ma anche vecchi avversari politici. Il primo bacchetta la Regione il secondo risponde a tono e smentisce.

Ecco le dichiarazioni del ministro,  oggi a Palermo per un’iniziativa del Pd con amministratori ed esponenti del partito, interpellato dai giornalisti in merito alle polemiche seguite al giudizio di parifica della Corte dei Conti sulla situazione finanziaria della Regione: «Non chiedo le dimissioni di nessuno. Alla Sicilia serve un progetto serio di riforme che porti alla solidità di bilancio, serve chiarezza sui conti. Ci sono alcune cose che gridano vendetta la Sicilia è fanalino di coda nell’utilizzo dei fondi europei. Lo dico senza polemiche, ho messo a disposizione le mie strutture come l’Agenzia per la coesione territoriale, per evitare il rischio disimpegno. Da gennaio serve un nuovo approccio, la Sicilia non può perdere un solo euro a sua disposizione». 

Piccata la replica di Razza: «Senza alcun rispetto della lealtà collaborativa tra istituzioni, il ministro Provenzano straparla di un governo eletto dal popolo. Qualcuno gli ricordi che il governo Musumeci ha trovato una programmazione europea, frammentata e a tratti inutilizzabile, con soli 7 milioni di euro di spesa certificata e anche quest’anno, se tutto andrà come deve, sarà superato il target previsto, cioè quasi 1,2 miliardi di euro». «Forse è poco – aggiunge Razza -. Ma noi partiamo da quello che ha lasciato il partito di Provenzano dopo cinque anni. Noi, in due, abbiamo velocizzato più che si poteva».

«Si occupi il ministro di agevolare la riduzione dei tempi per le procedure – conclude Razza – e non si permetta di dare pagelle al presidente della Regione, perché non ne ha nè i titoli, nè rientra nelle sue competenze istituzionali. Ci siamo davvero stufati di chi pontifica, dimenticando cosa ci è stato lasciato e, soprattutto, da chi».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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