PALERMO – L’Assemblea regionale siciliana più cara della Casa Bianca: 137 milioni di euro a fronte di 136 milioni. Un Parlamento costoso e poco produttivo, che nel 2018 ha lavorato appena 87 giorni con una media di 7,25 giorni al mese. A scattare la fotografia di un’Assemblea che costa ai contribuenti siciliani mille euro al minuto è il M5s, che durante una conferenza stampa convocata a Palazzo dei Normanni ha puntato il dito sulla scarsa produttività dell’Assemblea regionale siciliana.
L’Assemblea regionale siciliana ha lavorato 246 ore e 33 minuti nel corso del 2018, per un totale, come detto, di 87 giorni di seduta e una media di 7,25 giorni al mese. Sono i dati forniti questa mattina dal gruppo del Movimento cinque stelle che chiede una maggiore produttività ai colleghi deputati e una modifica al regolamento interno dell’Assemblea. La media di lavoro all’interno dell’aula è di 20 ore e 32 minuti al mese, circa cinque ore e spiccioli a settimana.
Considerando il costo del personale e dei parlamentari (15 milioni all’anno), ogni minuto all’Ars è costato mille euro. «A parte il momento della finanziaria la sensazione è che nel resto dei mesi non si lavorasse tanto. Il record negativo a maggio, 4 ore e 34 minuti, peggio fa solo agosto con 4 ore e 1 minuto di lavoro», ha spiegato questa mattina Stefano Zito nel corso di una conferenza stampa a Palazzo dei Normanni per presentare i dati e chiedere una modifica al regolamento interno dell’Assemblea.
Su 394 decreti legge presentati, inoltre, solo 21 sono diventati legge «nel primo anno di Crocetta furono approvate 22 leggi dall’Assemblea», ha sottolineato Zito. Da qui la proposta del Movimento di una modifica del regolamento con il computo delle presenze e il giusto calcolo delle assenze e un meccanismo sanzionatorio per i deputati assenteisti.
«L’articolo 36 del regolamento interno prevede la decadenza del deputato perchè ha superato le tre assenze, questo non è mai accaduto», ha aggiunto Elena Pagana, deputata del movimento presente alla conferenza stampa di questa mattina. «Ma le modifiche non vengono trattate perchè Miccichè non convoca la commissione regolamento», ha aggiunto Pagana. Per le assenze ingiustificate i pentastellati pensano a sanzioni che vanno dal 2 al 10 per cento dello stipendio.
Presente anche il capogruppo Francesco Cappello: «Il difetto del regolamento dipende proprio dai poteri del presidente dell’Assemblea, che può decidere qualsiasi cosa. Può fare e rifare le votazioni all’interno dell’Aula fino a quando non trova un risultato che gli piace…», ha concluso Zito.
Tornando ai dati, i più produttivi sono stati i pentastellati con il 44, 75 per cento di atti parlamentari presentati, seguiti dal Pd con il 20,82 per cento e DiventeràBellissima con il 10,18 per cento. Maglia nera, invece, a Sicilia Futura (0,52 per cento) e Fratelli d’Italia (2,66 per cento). Non va meglio analizzando il numero medio di sedute di tutte le commissioni parlamentari che, in base al report fornito dai Cinque Stelle, lavorano 9,42 giorni a settimana. «La commissione più “produttiva” – dice Stefano Zito – è la Bilancio con 1,66 sedute a settimana. Nel 2018 sono state 246 le ore lavorate, con mesi come quello di maggio in cui i parlamentari hanno lavorato appena 4 ore e 34 minuti. Ad eccezione dei mesi in cui in Aula sono stati analizzati i documenti finanziari, nel resto dell’anno ci sono stati mesi in cui abbiamo lavorato appena 10 ore».