“Gli ultimi dati Svimez dicono che la Sicilia sta crescendo più delle altre regioni. E questo è dovuto a un’azione di governo liberale ed espansiva, che si affida a misure che guardano al sacrificio di chi investe. Le agenzie di rating ci promuovono, entrate fiscali e investimenti aumentano e il Pil cresce. Tutto ciò è frutto di una politica che guarda al sostegno alle imprese, facendogli pagare meno interessi e dando lavoro ai privati”. Lo ha detto il Presidente della Regione siciliana Renato Schifani nel suo intervento alla convention di Fi a Santa Flavia (Palermo). “Quando mi sono insediato c’era alla guida della commissione per le autorizzazioni il leader dei Verdi. Lo abbiamo sostituito con la nomina di una figura di alto profilo come Gaetano Armao”, dice Schifani. Che poi ringrazia l’ex assessore all’Economia Marco Falcone, oggi eurodeputato: “Falcone ci ha dato una grande mano come assessore al Bilancio, mi dispiace che non possa essere qui con noi. Abbiamo attuato interventi a fondo perduto a favore di chi voleva fare impresa e in due anni non abbiamo mai creato precariato, ma lo abbiamo tolto”.
Il presidente della Regione è quindi intervenuto su un tema di grande attualità come quello della siccità. “Ci siamo dotati di un forte piano antincendio, potenziando la flotta elicotteristica e istituendo una control room; in passato il tema della siccità non si è mai posto e questo ha portato i governi precedenti a essere un tantino distratti, oggi ci troviamo dighe distrutte o reti idriche obsolete”.
“Ci siamo organizzati nell’emergenza per la ricerca di nuovi pozzi – continua Schifani, – Dobbiamo ragionare in prospettiva, con scelte forti e impegnative: non possiamo fare solo interventi di manutenzione, ma servono grandi dissalazioni. Il governo Meloni ci aiuta perché vede che lavoriamo: abbiamo ereditato una situazione di forte handicap con i tanti Comuni in dissesto lasciati dal governo Crocetta. A metà novembre adotterò il piano rifiuti, che mi consentirà l’individuazione dei due termovalorizzatori a Palermo e Catania: inoltre abbiamo fatto ripartire strutture, come il polo pediatrico di Palermo, che erano ferme da sette anni. Se entro un anno non vedo miglioramenti sulle liste d’attesa i direttori generali della sanità vanno a casa.
La bellezza del nostro partito è vedere un candidato alle europee che arriva primo nelle preferenze rinunciare al seggio in favore di una figura come Caterina Chinnici: sono fiero di Forza Italia e della sua storia, la nostra forza è aver creato una squadra basata su affetto e rispetto”.
E poi ancora sempre il governatore siciliano: “Per nominare i direttori generali ho dato i compiti a casa: se a fine mandato hai migliorato le liste di attesa resti, altrimenti vai a casa. Purtroppo ho capito che bisogna essere intransigenti. La mia forza è che non sono condizionabile”.
Il piano rifiuti è stato oggetto di un altro intervento del presidente. «A metà novembre adotterò il piano rifiuti che mi consentirà di individuare le aree per i termovalorizzatori a Palermo e a Catania. Abbiamo i fondi, 900 milioni appostati nel Fsc firmato con la premier Giorgia Meloni e se non bastano interverremo. Faremo i termovalorizzatori con il denaro pubblico, il project financing avrebbe determinato tariffe più alte. Ho il diritto e il dovere di risolvere il problema dei rifiuti, lo esercito con la scelta coraggiosa dei termovalorizzatori, così rompiamo il sistema che ha creato l’emergenza».
La voce del presidente della Regione si è quindi spezzata ricordando Silvio Berlusconi nel suo intervento finale alla convention. “Sono fiero del mio partito, della mia storia, di come Antonio Tajani sta portando avanti la sua azione in una fase drammatica, gli sono accanto – ha detto Schifani – La forza di Berlusconi è di avere creato una squadra e di avere creato affetto. Con Berlusconi sono stati 20 anni intensi, ho vissuto momenti terribili, belli, privati e pubblici. Mi viene da piangere pensando a lui».
Con la voce rotta ha poi continuato: «Dobbiamo ereditare la tenacia di Berlusconi, di un uomo che pur di salvaguardare la propria dignità, la propria innocenza ha rinunciato a ottenere la conversione dalla condanna penale in sanzione. Non ero più presidente del Senato ma avevo le mie relazioni ovviamente, venni chiamato dal Quirinale e mi fu detto che vi era la disponibilità corretta di convertire la condanna in sanzione pecuniaria visto che il reato era fiscale. Andai da Belusconi e lui mi disse: no Renato significherebbe riconoscere la mia colpevolezza ma io sono innocente, preferiscono scontare la mia pena. Questo era Berlusconi, sono rimasto senza parole».