Quando lunedì mattina lo avevamo cercato per commentare i risultati delle primarie del Pd in Sicilia, aveva declinato l’invito. «Non ho la testa per fare interviste, scusatemi». Rivelandoci le ragioni del suo silenzio forzato. Ragioni che abbiamo tenuto per noi, anche se ormai negli ambienti dem siciliani erano già conosciute.
Ieri, poi, c’è stato l’arresto di Paolo Ruggirello, alfiere trapanese dei “renziani ogm” entrati nel Pd dopo altre esperienza nel centrodestra, ora in carcere per mafia: un altro duro colpo per quella parte del partito che, dopo l’esito dei gazebo, è minoritaria pure nell’Isola.
Ma adesso Davide Faraone – tutti lo cercavano, molti lo contestavano, alcuni chiedevano le sue dimissioni – ha rotto il silenzio. E con un lunghissimo posto su Facebook ha spiegato il perché dell’assenza politica (ieri era assente anche a un vertice dei renziani a Palazzo Madama) e soprattutto mediatica, in veste di segretario regionale del Pd.
«La mattina delle primarie – racconta Faraone – avevo già concordato le interviste al gazebo durante le operazioni di voto, sapevo che sarebbe stata una giornata impegnativa e avevo chiesto ai miei genitori di passare a prendere mia figlia Sara al posto mio. Sapevo che non avremmo trascorso la classica domenica insieme, ma che probabilmente l’avrei raggiunta soltanto per pranzo. Sara è una ragazza autistica e fino a tre giorni fa aveva tirato fuori solo alcune espressioni della disabilità. Dopo alcune interviste a piazza Politeama son dovuto correre a prenderla perché non era più lei. Ho temuto veramente di averla persa. Chi non ci passa, chi non ha mai visto quelle crisi violente, quegli occhi che d’improvviso cambiano colore, quella testa che si annebbia e spinge tua figlia a non riconoscere più nemmeno suo padre, credo non possa capire.
Sara ha una forma di autismo grave, ma tutto sommato “buono”, però domenica è emersa la “cattiveria” di quella disabilità, ciò che non avresti mai desiderato. Pensavi di aver trovato gli accorgimenti, pensavi di aver trovato il tuo equilibrio con lei e con la tua famiglia ed invece ti ritrovi a dover ricominciare da capo quando tua figlia ha già 16 anni e tu 43».
«Come potete vedere dalla foto scattata ieri al parco della Favorita (diffusa da Faraone in allegato al post, non la pubblichiamo per tutelare comunque la minore, ndr), Sara sta meglio e forse abbiamo anche trovato le cause del suo malessere. Sara non parla, non sa comunicare il dolore, lo devi intuire, comprendere da alcuni suoi comportamenti e poi devi anche riuscire a fare una diagnosi e trovare la cura, leggermente più complesso che con i ragazzi “normali”. Per fortuna Sara ha una famiglia straordinaria che le vuole un bene dell’anima, e dottori e terapisti in gamba che la seguono con dedizione».
Prima i doveri di padre, dunque. Prima di ogni altra cosa. «Da domenica sera non ho lasciato mia figlia un secondo, niente Senato, niente Pd in via Bentivegna e non starei qui a scrivervi questo post se non sapessi che da “uomo pubblico” non puoi permetterti alcun silenzio, alcuna assenza, anche quando tua figlia soffre, soprattutto in passaggi politici delicati che riguardano direttamente il tuo ruolo. Ma io – spiega il senatore dem – ho deciso per qualche giorno di fermarmi lo stesso, di non leggere i giornali, di non guardare la tv, di non reagire ad alcuna polemica (anche se la voglia c’è, altroché) e di dedicarmi esclusivamente a mia figlia ed alle sue sofferenze. In tanti lo hanno capito, altri magari potranno considerarmi un uomo “debole”, ma io ho fatto soltanto ciò che ho ritenuto giusto».
E poi promette ad amici e nemici: «Tranquilli che tornerò presto, più carico di prima per continuare il mio impegno politico e sociale, ma ho bisogno di staccare per qualche giorno. Spero possiate comprendere. D’altronde una democrazia funziona anche se permette ai genitori di ragazzi disabili di essere praticata».