Politica
Europee M5S, non piace il capolista “alieno” Per l’Isola Di Maio corteggia Di Matteo
Catania – Neanche il tempo festeggiare, da mezzanotte in poi, per i sei siciliani che ce l’hanno fatta. E sull’“ottovolante” delle europarlamentarie del M5S si ondeggia già con l’ultima pazza idea di Luigi Di Maio: «I capilista saranno indicati dal capo politico, che li sottoporrà al voto degli iscritti», si legge in una “bolla” del Blog delle Stelle. Ma la novità, sconosciuta anche ai più influenti leader regionali, è che saranno “papi stranieri”, personaggi-simbolo soprattutto dell’imprenditoria (ma non solo), comunque esterni al mondo grillino. O meglio: “papesse”, perché a tutti i coordinatori delle liste Di Maio ha chiesto di «privilegiare la ricerca di donne».
Si fa presto a dire: «Cerca una superstar capolista». Anche per un banale problema pratico e cioè la rottura di un equilibrio, talvolta delicatissimo, che s’è formato da appena poche ore. Come quello in Sicilia, con sei qualificati (due sardi completano la lista) nella finalissima su Rousseau, i cui risultati sono stati diffusi nella notte fra giovedì e ieri. Nella circoscrizione Isole ha vinto (ma non stravinto) l’uscente Ignazio Corrao, tallonato però dall’ex “Iena” Dino Giarrusso, che emerge come il vero protagonista di questo secondo turno del voto online. In lista entra anche Antonio Brunetto, ingegnere etneo, del quale La Sicilia ha scovato un passato da baby-alfaniano. «Ero liberale ai tempi dell’università, ma non sono mai stato in altri partiti», ha sillabato al Fatto, prendendo le distanze dal suo pigmalione politico Giuseppe Castiglione («Persone che conosco, solo rapporti umani») che pure gli aveva fatto un endorsement: «Sarebbe un ottimo eurodeputato». Nella “top 8” anche tre agguerrite donne, tutte espressione dei meetup: Flavia Di Pietro (di Buscemi, nel Siracusano), la catanese Matilde Montaudo e l’attivista di Sommatino Antonella Corrado.
Rispetto a questo quadro la scelta del capolista, che da regolamento spetta a Di Maio, sembrava destinata a ricadere su Corrao. Ma l’idea del battistrada “alieno” ha spiazzato tutti, compresi i siciliani più legati al vicepremier. «Così si rompe un equilibrio, la crescita di un gruppo affiatato cominciata nel 2012», è il (più morigerato) giudizio che scorre sul filo social dell’establishment grillino di Sicilia. L’eurodeputato alcamese, chiaramente, non l’ha presa bene. Già un po’ deluso per non avere surclassato i rivali al secondo turno di Rousseau, s’è magari sentito tradito dalla scelta di un capo politico a cui è da sempre molto legato, fino a ricoprire l’incarico di coordinatore della campagna elettorale delle scorse Politiche. Magari sarà solo una coincidenza l’attacco all’alleato di Luigi: «In quasi 12 anni qui a Bruxelles Matteo Salvini non ha mai lavorato, nell’europarlamento la Lega ha fama di partito che sa solo urlare cose a casaccio». Con una lunga telefonata di congratulazioni da Alessandro Di Battista.
I siciliani protestano, provano a fare quadrato su Corrao. Ma si adeguano alla scelta del capo, la quale – ribattono a Roma – «vale in tutte le circoscrizioni e non ci possono essere deroghe solo per le Isole». E dunque Giancarlo Cancelleri, pur avvistato nella trincea della campagna elettorale delle Amministrative nella sua Caltanissetta, ieri stesso s’è dovuto trasformare in “cacciatore” di capilista last minute. Una decina di telefonate, o poco più, alla white list della rubrica del suo cellulare. Imprenditrici (una del vino e una dell’hi-tech), ricercatrici, donne di cultura. Non Federica Argentati, già assessora designata da Cancelleri alle Regionali: «Non mi è stato chiesto nulla, stavolta. Ma ho tanti impegni…», E, magari per lo scarso trasporto con cui saranno arrivate le proposte per scalzare l’amico Ignazio dal trono, nessuna risposta positiva sul taccuino del vicepresidente dell’Ars. Tant’è che, nel tardo pomeriggio, l’incombenza di trovare l’“euro-papessa nera” è stata trasferita ai leader sardi.
In serata rispunta da Roma una voce che gira ogni volta il M5S deve scegliere candidati deluxe: sarebbe ripartito un ultimo serratissimo corteggiamento a Nino Di Matteo, pm antimafia in cima al pantheon grillino. L’esito, qualora fosse confermato il contatto, sarebbe stato il solito: negativo. I vertici siciliani, a ogni modo, non ne sanno nulla: «Non esiste proprio! Ci hanno chiesto di proporre potenziali capilista donne». Con battuta fulminante, a sera già fatta: «E se fosse Pippo Baudo? Dopo Lino Banfi, perché non chiederlo a lui…?».
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