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Europee, la Lega sfonda quota 30% Il Pd sorpassa un M5S in crisi di identità

Di Redazione |

L’esultanza di Matteo Salvini, perché la Lega è «primo partito d’Italia», sulla soglia del 30%. Il silenzio di Luigi Di Maio, perché il M5s è in netto calo rispetto a un anno fa, attorno al 20%: rischia di finire solo terzo, dietro il Pd di un sorridente Nicola Zingaretti. La soddisfazione di Forza Italia, che punta al 10%, e Fdi, che è sopra il 5%. E’ la fotografia del voto per le europee, a urne appena chiuse.

Se le prime proiezioni fossero confermate, il voto sancirebbe un cambio di equilibri nella politica italiana. Il M5s paga a caro prezzo l’alleanza gialloverde. E anche se la Lega nega di volere la crisi di governo, già chiede un cambio nell’agenda, a partire dal via libera alla Tav.

«Una sola parola: grazie Italia!», esulta Salvini da via Bellerio, che scrive il messaggio a mano, su un foglio di carta e poi si fa immortalare sorridente nel suo ufficio. Al termine di una campagna elettorale al vetriolo, segnata da uno scontro tra i partiti di governo tanto duro da offuscare la posta in palio a Bruxelles, la Lega fino all’ultimo spera di superare il 30%. Nel 2014 era al 6% e solo un anno fa al 17%: secondo la prima proiezione di Opinio per la Rai, Salvini sarebbe al 30%, con possibili oscillazioni.

Ma è il risultato del M5s a sembrare essere clamoroso. Le proiezioni lo quotano infatti al 20,2%, terzo dopo il Pd, che è stimato al 21,3%, in crescita rispetto al 19% delle politiche. Il Movimento, all’esito di una campagna guidata tutta da Di Maio – assenti Beppe Grillo e Alessandro Di Battista – rischia non solo di vedersi sorpassato dai Dem di Nicola Zingaretti. Ma di fare addirittura peggio del 2014, quando si fermò al 21% mentre Matteo Renzi sfondava il 40%. Mentre al Nazareno farebbe premio la scelta unitaria del nuovo segretario, che si fa fotografare sorridente con Paolo Gentiloni. «Il Pd è in campo per l’alternativa», dice Andrea Orlando.

Di Maio, a Montecitorio con alcuni fedelissimi, attende i dati consolidati per commentare. Con un dato del genere, rischierebbero di cambiare gli equilibri dentro il Movimento e soprattutto nel governo, di fronte allo strapotere elettorale leghista. Da via Bellerio trapelano poche parole d’ordine: niente crisi, niente rimpasto, né la richiesta di sostituire a Palazzo Chigi Giuseppe Conte. Ma se davvero ci fosse il tracollo M5s tutto rischia di tornare in discussione. Di certo, il Movimento non avrebbe interesse a tornare alle urne. Ma Salvini avrà buon gioco a chiedere subito di virare verso le politiche leghiste, dalla Tav, all’Autonomia, fino alla flat tax.

Il centrodestra esce intanto forte dalle urne, con Fi stimato al 10% e Fdi al 6%. Nelle sue mosse la Lega dovrà tenere conto della tenuta di Forza Italia, con la guida di Silvio Berlusconi che si prepara al debutto da Eurodeputato e intende giocare la sua partita nel Ppe.

LE PROIEZIONI

Secondo SkyTg24, a spoglio in corso, le proiezioni di Quorum/ Youtrend danno la Lega al 30,4% (e avrebbe 27 seggi), il Pd al 21,9% (19 seggi), il M5S al 20,1% (17 seggi); Forza Italia al 9,8% (7 seggi); Fdi 6,3% (5 seggi). Non superano lo sbarramento del 4% Più Europa (3,5%); La Sinistra 2,7%; Europa Verde 1,5%; Casapound 0,9%; Forza Nuova 0,5%; Popolo della Famiglia 0,6%.

Secondo Tecné per Matrix (copertura campione 32%, margine di errore 0,9%) La Lega sarebbe al 32,7%, il Pd al 21,7, il M5s al 19,6%.

VOTI SCRUTINATI

In Sicilia e Sardegna quando erano state scrutinate 202 su 7.140 il M5S è a quota 30,17%, la Lega al 23,61%, il Pd al 16,59%, Forza Italia al 13,64%, Fratelli d’Italia al 8,87%, +Europa 1,60%, La Sinistra 1,42%, Popolo della Famiglia 1,25%, Europa Verde 1,03%, Partito Comunista: 0,53%, Partito Animalista: 0,46%, Partito Pirata: 0,30%, Casapound: 0,25%, Popolari per l’Italia: 0,17%, Forza Nuova: 0,12%.

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