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Europee, la carica antimafia: Crocetta parla con Azione, il M5s corteggia Antoci (ma sogna Patronaggio) e Orlando si autocandida col Pd

La triade dell’antimafia siciliana, con gli alfieri di almeno un paio di stagioni del passato, torna a far parlare di sé nel toto-Bruxelles

Di Mario Barresi |

Rosario Crocetta ha aperto un canale etneo di dialogo con Azione sulla “pazza idea” di una candidatura. Giuseppe Antoci è fra gli “assi della legalità” sul tavolo di Giuseppe Conte, che valuta l’ipotesi di schierarlo addirittura come capolista del M5S. E Leoluca Orlando, intramontabile, turba i sonni del Pd siciliano: ha deciso di giocarsi la partita del gran ritorno sul tavolo nazionale, parlando con Stefano Bonaccini e aspettando il vaticinio di Elly Schlein.

Crocetta-Antoci-Orlando: la triade dell’antimafia siciliana, con gli alfieri di almeno un paio di stagioni del passato più o meno recente, torna a far parlare di sé nel toto-Bruxelles finora dominato in Sicilia dal risiko dei tanti aspiranti dei partiti di centrodestra per pochissimi posti al sole. Ma nelle liste delle forze d’opposizione c’è un po’ meno ressa.

L’ex governatore

E così, ad esempio, capita d’intercettare una sorridente chiacchierata fra l’ex governatore dem e il deputato di Azione, Giuseppe Castiglione, durante i festeggiamenti di Sant’Agata. Crocetta, da sempre molto legato alla patrona, ha trascorso alcuni giorni sotto il Vulcano. «Sto cercando casa a Catania», confessa alla festa per i suoi 73 anni in un locale etneo, attorniato da un gruppo di amici. A spegnere le candeline – qualcuna in più, con un paio di giorni di ritardo rispetto alla data del compleanno – è anche l’ingegnere Luigi Bosco, ex assessore regionale e comunale, attorniato da altri volti noti, fra i quali gli ex deputati dem Gianfranco Vullo e Concetta Raia, l’ex leader Cgil e assessore comunale Angelo Villari e l’imam di Catania Kheit Abdelhafid. A organizzare la rimpatriata è Peppe Caudo, fra i più fidati collaboratori di Crocetta nei cinque anni di presidenza.

Ed è proprio Caudo, dopo aver provato a dissuadere Crocetta, ad approfondire la pista calendiana, sondando Castiglione con l’avvertenza che «Rosario ci sta solo se è una cosa costruita bene». L’ex sottosegretario dovrà discutere nei prossimi giorni con Carlo Calenda (intanto gelido sulla proposta di lista “Stati Uniti d’Ue” lanciata da Maria Elena Boschi per conto di Matteo Renzi) la fattibilità della candidatura di Crocetta, già eurodeputato dal 2009 al 2012.

L’icona antimafia dei Nebrodi

E, per uno strano gioco di destini incrociati, l’ex governatore dem potrebbe ritrovarsi a sfidare un caro amico e compagno di partito (anch’esso legatissimo all’ex senatore Beppe Lumia, potentissimo demiurgo crocettiano), in corsa però sempre fuori dal Pd. Il nome di Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi vittima di un attentato, ricorre molto spesso nei discorsi grillini circa le Europee. Conte, che non sarà in campo in prima persona, per la circoscrizione Isole ha in testa l’identikit di un capolista «espressione della società civile, simbolo della legalità e dell’antimafia». Per dirla con le parole di Nuccio Di Paola, uno che sia «modello Roberto Scarpinato o Cafiero de Raho». Anche nel recente meeting regionale di Mazara è venuta fuori la suggestiva ipotesi Antoci. Che sarebbe una, ma non l’unica, forte opzione quotata a Roma. Con il gradimento dello stesso Di Paola, ma non di tutto il gruppo dirigente siciliano. Nel quale da tempo sono in pista le candidature di due ex sindaci, Federico Piccitto (Ragusa) e Patrizio Cinque (Bagheria), oltre che dell’ex deputato agrigentino all’Ars, Giovanni Di Caro.

Ma, oltre all’orgoglio identitario di salvaguardare chi «è da sempre con noi e s’è fatto un mazzo così», c’è un altro fattore di potenziale rigetto di una parte del M5S regionale ad Antoci capolista: il suo storico legame proprio con il “senatore della porta accanto”, Lumia, a cui è accomunato dalla militanza dem. Già nel 2019 l’icona antimafia dei Nebrodi rinunciò alla corsa per Bruxelles e più volte è stato quasi-candidato quasi a tutto col Pd, «fino a pochissimo tempo fa», borbottano nel M5S. Ma i più “democristiani”, fra i grillini siciliani, considerano il pedigree politico di Antoci un valore aggiunto per poter pescare in un bacino di voto d’opinione a matrice dem, magari riuscendo a tirare dentro (se non si concretizzasse la trattativa con Azione) pure lo stesso Crocetta, da sempre simpatizzante del movimento.

Il “nome ideale”

Ma c’è un altro fanta-capolista che fa battere il cuore dell’ala più legalitaria del M5S: Luigi Patronaggio, ex procuratore di Agrigento ora pg a Cagliari. Per molti, a Roma quanto in Sicilia, sarebbe il «nome ideale»: per il suo poderoso curriculum antimafia, ma anche «come forte risposta simbolica a Meloni e Salvini in tema di migranti». Non è però dato sapere se, ed eventualmente quanto, il magistrato palermitano sia interessato al corteggiamento grillino. Considerando un limite: per la riforma Cartabia, Patronaggio non sarebbe incompatibile con la candidatura nel collegio Isole, quindi potrebbe semmai essere schierato altrove. Conte comunque affronterà il dossier Europee dopo i voto sardo del 25.

L’ex sindaco

E poi c’è Orlando. Il simbolo della stagione dell’antimafia siciliana precedente a quella di Lumia, Crocetta e Antoci, a dire il vero condivisa anche con Antonello Montante. L’interesse dell’ex sindaco di Palermo per le Europee non è una novità: l’avevamo inserito fra gli aspiranti candidati in un toto-nomi risalente allo scorso 12 settembre, mai smentito. Ma il diretto interessato, parlando con Repubblica, ha confermato la sua «disponibilità a candidarsi». Rivelando di averla rassegnata «sia alla segretaria che al presidente del partito» e di essere in attesa di «conoscere le ragioni del sì o del no».

A dire il vero il dialogo sul tema è aperto più con Bonaccini, sostenuto da Orlando alle primarie, che con la titolare del Nazareno. E fra i dirigenti siciliani c’è un certo imbarazzo. I più diplomatici se ne escono con un «Luca resta un patrimonio del partito», ma c’è chi si spinge oltre. E sbuffa: «Non ci possono essere uomini buoni per tutte le stagioni».

Il gelo dem

Fra i più gelidi c’è il segretario regionale Anthony Barbagallo. Tanto più che l’eventuale candidatura del 76enne Orlando, convinto di «poter rappresentare il collegio Isole sui temi della pace, delle migrazioni, della transizione ecologica», s’intreccia con altri due nodi. Il primo, destinato a sciogliersi fra fine febbraio e i primi di marzo, è la scelta di Schlein: sarà o no capolista in tutte le circoscrizioni? Se, come sembra, fosse così, gli spazi si restringerebbero: oltre alla segretaria in lista ci saranno l’uscente Pietro Bartolo e almeno un sardo. E qui si arriva al secondo nodo, tutto palermitano. Se per Orlando c’è spazio soltanto in quota Bonaccini, allora bisogna considerare le legittime aspirazioni di Peppino Lupo, brutalmente estromesso dalla corsa all’Ars nella furia legalitaria della candidata governatrice Caterina Chinnici, poi passata a Forza Italia, con il “concorso esterno” di altri big del partito. Lupo, ora consigliere a Palazzo delle Aquile, è a processo a Palermo per corruzione: la sentenza è attesa a breve, entro marzo.

E Barbagallo, con il quale i rapporti sembrano un po’ più distesi, va dicendo ai suoi che lo aspetterà «come Bearzot aspettò Paolo Rossi per le convocazioni del Mundial del 1982». Da lì in poi verrà dipanata la matassa palermitana, che interessa pure (ma un po’ meno, negli ultimi tempi) ad Antonello Cracolici per un unico posto. Per il resto, al netto dell’incastro con i sardi e delle «donne siciliane di alto profilo, amministratrici e dirigenti di partito» in lizza, resta l’ultima casella maschile. Orientale, considerando l’impegno preso da Barbagallo (e dal Nazareno) con Maurizio Caserta, candidato sindaco a Catania e ora capogruppo dem, ma anche il forte gradimento che l’ala sinistra del partito, non soltanto sotto l’Etna, continua a mostrare per l’ipotesi Alfio Mannino. Anche l’eventuale corsa del segretario regionale della Cgil, se mai partisse, dovrebbe avere uno “start” anche romano.

m.barresi@lasicilia.it

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