CATANIA – «Leggo senza grande sorpresa un lancio di agenzia di stamane sulle candidature di Forza Italia alle elezioni europee. Parto dal fatto che non accampo alcuna rivendicazione di tipo personale rispetto alla candidatura. Credo sia però doveroso fare alcune valutazioni sulla vicenda in oggetto». Lo afferma l’ex deputato nazionale Basilio Catanoso, che era in lizza per essere candidato da Fi alle Europee.
«A mio modo di vedere, in un partito che vuole essere riferimento della logica inclusiva che ha fatto nascere il Pdl qualche anno fa – aggiunge Catanoso – quando si fa una lista dovrebbe essere necessario almeno garantire equilibrio di presenza e rappresentanza a tutti i livelli. La logica che porta ai ragionamenti che sottintendono alle scelte sulle liste non può essere quella di pretendere il sacrificio del presidente Berlusconi al fine di evitare la conta delle reali “consistenze” elettorali all’interno del partito. E preoccupa il tentativo di retroguardia di difendere inutili rendite di posizione comprensibili, forse, per un partito in ottimo stato di salute, ma non certo per l’attuale Forza Italia che necessiterebbe di ben altri impulsi e responsabilità. Pare purtroppo essere quello su esposto lo spirito che viene fuori, dopo mesi di attesa, dalle riunioni nelle quali si dovrebbero comporre le liste. Bisogna prendere atto – osserva Catanoso – ed è allarmante, che non ci si preoccupa nemmeno di garantire equilibrio e rappresentanza alle candidature (mi riferisco ovviamente a quelle “maschili” non a quelle “femminili” di riempitivo, al di là di ogni ipocrisia…) anche in riferimento alle varie sensibilità interne e alle diverse aree geografiche dell’Isola. Ne è prova che fino a stamane si pensava addirittura di lasciare incredibilmente “scoperta” tutta la Sicilia orientale e Catania con la sua provincia, dove una classe dirigente ha garantito le percentuali più alte nell’Isola, lo zoccolo duro del mondo giovanile… ma al contempo “zero rappresentanti” al Senato e alla Camera per la scelta chiara e precisa di non inserire nessun catanese nelle cosiddette posizioni garantite. Di tatticismi e “risiko elettorale” – conclude Catanoso – si muore, e a morire, metaforicamente, è per prima la voglia dei cittadini di fare politica e di sentirsi ben rappresentati. Abbiamo il dovere, per quel che mi riguarda, di avversare questa impostazione».