PALERMO – «Il ministero procederà a un monitoraggio stringente del cronoprogramma degli interventi previsti dall’ordinanza ministeriale che assegna poteri speciali al presidente della Regione siciliana per gestire l’emergenza rifiuti insieme ad un’analisi dello stato di avanzamento delle bonifiche nelle aree a elevato rischio ambientale». L’ha detto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che nei prossimi mesi sarà in Sicilia per un sopralluogo nelle aree ad elevato rischio di crisi ambientale, nel corso dell’incontro a Roma con una delegazione di parlamentari nazionali e regionali del M5S e il sottosegretario all’Ambiente Salvatore Micillo.
All’incontro, che si è svolto nella sede del dicastero di via Cristoforo Colombo, hanno partecipato la senatrice Barbara Floridia, i deputati nazionali Adriano Varrica, Caterina Licatini e i deputati regionali Giancarlo Cancelleri e Giampiero Trizzino, che hanno consegnato al ministro due dossier, uno sull’emergenza rifiuti, l’altro sullo stato di avanzamento delle bonifiche.
In Sicilia circa 150 comuni sono a rischio commissariamento per non aver raggiunto la soglia del 30% di differenziata, tra questi anche quelli di Palermo, Catania e Messina, con il sindaco Orlando che da tempo ha lanciato la sua crociata contro l’ordinanza di Musumeci e con il sindaco etneo Pogliese che proprio oggi ha chiesto una proroga alla Regione. Cosa farà ora il commissario per l’emergenza Musumeci non è ancora dato da sapere. Il Tar al momento ha sospeso l’ordinanza nella parte che prevedeva l’obbligo per i comuni in ritardo di trasferire i rifiuti all’estero, pena il commissariamento. Ma restano le percentuali di differenziata da raggiungere. Musumeci punirà i sindaci che non hanno centrato gli obiettivi? Restiamo in attesa.
E poi c’è il nodo delle aree industriali contaminate e mai bonificate, nonostante milioni di euro stanziati. Al centro dell’incontro anche il tema delle discariche, prossime al collasso, le soluzioni adottate dal Governo Musumeci per uscire dall’emergenza, come l’invio all’estero della spazzatura prodotta nell’Isola, e gli interventi previsti e non eseguiti nelle tre Aree ad elevato rischio ambientale (Aerca) che si trovano nelle province di Caltanissetta (Gela, Niscemi e Butera), Messina (Condrò, Gualtieri, Sicaminò, Milazzo, Pace del Mela, San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela, San Pier Niceto), Siracusa (Priolo, Augusta, Melilli, Floridia, Solarino e Siracusa) e a Biancavilla (Ct), Milazzo (Me), Gela (Cl) e Priolo (Sr) indicati come siti di interesse nazionale.
«Al ministro Costa – dicono Trizzino e Cancelleri – abbiamo espresso le nostre perplessità e le criticità riscontrate nella gestione dell’emergenza rifiuti. Apprezziamo l’attenzione posta nei confronti della Sicilia come dimostra la scelta di procedere a controlli serrati per superare la crisi. Per quanto attiene il tema delle bonifiche, chiederemo al governo nazionale di stanziare le somme a favore della Regione solo dopo una puntuale programmazione degli interventi nelle zone a rischio».
Si tratta di superfici pari al 5,5% del territorio regionale con una popolazione pari al 7,4% dell’isola. Nel dossier che il M5s ha portato al ministro emergono i dati dell’inquinamento ambientale ad esempio del Sin di Priolo: «Elevati livelli di contaminazione nei suoli, nella falda e nell’area marina”, mentre uno studio condotto dal Cnr nel 2015, ha prodotto il risultato della individuazione della rada di Augusta quale fonte di input del valore macroscopico del 20% del mercurio disciolto presente nell’intero Mar Mediterraneo.
Nel dossier infine si ricorda che i Piani per il risanamento ambientale del territorio della provincia di Caltanissetta e del territorio della provincia di Siracusa, risalgono al 1995. Per quel che riguarda, invece, il territorio del comprensorio del Mela, il Piano per il risanamento ambientale, redatto nel 2009, non è stato mai approvato dalla Regione.
Un’analisi e una presa d’atto contestuale delle criticità che caratterizzano le aree a rischio industriali sono dunque alla base del ragionamento che i “grillini” di Sicilia hanno sviluppato con il neo ministro dell’Ambiente nella speranza che le soluzioni siano individuate con certezza e rapidità.