ROMA – «Restano diversità di vedute con il governo, che ha proposto alcune iniziative ma slegate da un calendario, al di fuori di scadenze precise». Sono le prime parole del presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci al termine dell’incontro sull’emergenza migranti che si è tenuto questa sera a Palazzo Chigi. Un Musumeci insoddisfatto quindi che entrando nella sede del governo insieme con il sindaco di Lampedusa Totò Martello aveva detto: «Non mi faccio illusioni».
Qualcosa però la delegazione siciliana sembra averla ottenuta: «Abbiamo detto che tutti gli hotspot vanno svuotati per essere adeguati alle norme anti-Covid. Da parte del governo – ha svelato Musumeci – c’è la volontà di svuotare quello di Lampedusa, hanno accreditato questo intervento addirittura ai prossimi giorni».
«Entro due giorni arriveranno tre nuove navi quarantena a Lampedusa – ha detto Musumeci rispondendo ai giornalisti – e i migranti vi saranno trasferiti. Noi non arretriamo di un solo millimetro – ha aggiunto -, abbiamo aperto una breccia in un muro che sembrava di cemento armato. A parole c’è la volontà del governo di risolvere il problema degli hotspot».
Musumeci ha anche detto che «il governo ha assicurato sostegno finanziario alla comunità di Lampedusa». «Se non arrivano o saranno acqua fresca lo vedremo tra qualche giorno», ha aggiunto. «Il governo sta studiando delle misure economiche per sostenere le attività e i cittadini di Lampedusa» ha invece spiegato poco fa in tv la ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture, Paola De Micheli, aggiungendo che «domani mattina si avranno i dettagli».
Il sindaco di Lampedusa Totò Martello, dal canto suo ha confermato che l’hotspot sarà riportato calla capienza originale. «Entro venerdì sarà svuotato tutto il centro di accoglienza e saranno fatti dei lavori per il problema della sicurezza e dal punto di vista sanitario. Ci saranno le navi pronte per spostarvi, immediatamente i migranti, ci sarà più attenzione sul discorso della fuoriuscita dei migranti e sul coordinamento sull’isola di Lampedusa. Faranno i tamponi e saranno trasferiti direttamente sulle navi» al loro arrivo. «Non ci saranno più 1200 persone nell’hot spot – ha affermato Martello -. Ci sarà il numero regolare, i 190 che sono previsti».
«Siamo consapevoli delle difficoltà che state vivendo e della necessità di studiare insieme le soluzioni più efficaci per far fronte a queste difficoltà. Ma sappiamo anche che il fenomeno è complesso da sempre e non bastano gli slogan per affrontarlo, ma sono necessarie iniziative a vari livelli e interventi ben sinergici e ben coordinati» ha detto, a quanto si apprende, il premier Giuseppe Conte nel corso del vertice sull’immigrazione.
«Si è appena formato il governo tunisino – avrebbe spiegato Conte a Musumeci – e ora ci sono le premesse per intensificare i rimpatri. Confidiamo di rafforzare il programma dei rimpatri utilizzando anche sistemi più flessibili, inclusi trasporti marittimi. Rafforziamo il pattugliamento delle acque internazionali, intensificando le unità navali dell’operazione Pelagie, riavviata oggi per il contrasto dei traffici illeciti. Abbiamo già predisposto il rafforzamento di questa operazione, che vede il coinvolgimento della nostra Marina, Guardia costiera e Guardia di finanza. In accordo con le autorità tunisine miriamo a ottenere un effetto deterrente rispetto a eventuali nuove partenze».
Conte, nella prima parte del suo intervento, ha illustrato le misure per contenere flussi e sbarchi. «Vi è poi il livello di gestione europeo: abbiamo coinvolto la Commissione europea e i ministri Di Maio e Lamorgese sono stati in Tunisia con i Commissari europei Johansson e Várhelyi proprio per impostare soluzioni europee», ha sottolineato.