Emendamento stabilità precariStato lo boccia: «E’ inammissibile»
Emendamento stabilità precari Stato lo boccia: «E’ inammissibile»
Ad annunciare l’emendamento era stato il sottosegretario Davide Faraone che aveva parlato del via libera del governo Renzi a «una norma speciale, solo per la Sicilia»
È stato dichiarato inammissibile l’emendamento alla legge di stabilità che prevedeva la stabilizzazione dei 22 mila precari degli enti locali siciliani, con la creazione di un’Agenzia unica partecipata da Regione, Comuni e Stato. Ad annunciare l’emendamento era stato il sottosegretario Davide Faraone che aveva parlato del via libera del governo Renzi a «una norma speciale, solo per la Sicilia» che avrebbe garantito «finalmente la stabilizzazione di tutti i precari storici dell’Isola». «L’emendamento è stato definitivamente dichiarato inammissibile», dice il deputato del Pd Giuseppe Berretta, componente della commissione Lavoro alla Camera.
«Vorremmo conoscere la ragione vera per cui è stato dichiarato inammissibile dalla Commissione Lavoro della Camera l’emendamento sui precari siciliani, considerato che, in un modo pilatesco tipico di questo governo, non prevedeva nessun costo aggiuntivo per lo Stato». Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro a proposito della dichiarazione di inammissibilità alla legge di stabilità dell’emendamento sui precari. Pagliaro precisa che «la Cgil non ha mai pensato che quell’emendamento fosse risolutivo del problema del precariato siciliano. A esso hanno del resto fatto sfondo – rileva – le note dichiarazioni del sottosegretario Davide Faraone che, da responsabile del welfare del Pd , ha detto che bisognava fermare le finte o impossibili stabilizzazioni e che si doveva aprire il mercato dei servizi pubblici ai privati incentivando il trasferimento dei precari nelle aziende».
Pagliaro sottolinea che «non si poteva certo pensare che a fare la differenza sarebbe stata un’Agenzia del Lavoro in più che così che com’è immaginata sarebbe solo l’ennesimo carrozzone foriero di prebende e costi impropri della politica. Il fatto concreto, oggi – dice il segretario della Cgil Sicilia- è che dopo oltre un quarto di secolo, siamo di fronte a lavoratrici e lavoratori in molti casi indispensabili per gli Enti Locali e per la Pubblica Amministrazione ai quali occorre dare risposta immediata».