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Elezioni, la lunga notte dei ribaltoni: in Sicilia i ballottaggi che non t’aspetti

Di Mario Barresi |

È la lunga notte dei ribaltoni. E della triade dei “sindaci che non t’aspettavi”

Nei ballottaggi delle tre città siciliane capoluogo (ma anche in quasi tutti gli altri cinque centri al voto) vincono gli outisider, i candidati che – come succede sempre più spesso al secondo turno – partivano indietro rispetto ai risultati di due settimane fa.

Il risultato più clamoroso a Messina, che – dopo aver appena “rottamato” il sindaco “No Tibet”, Renato Accorinti – incorona col 65% Cateno De Luca, deputato regionale dell’Udc e leader del movimento Sicilia Vera. Strapazzato lo sfidante del centrodestra, Dino Bramanti. «È una grande vittoria – esulta “Scateno”, già sindaco di Fiumedinisi e Santa Teresa – contro la casta, le consorterie e le lobby politiche che hanno governato la città negli ultimi 30 anni. È stata una vittoria dei cittadini che hanno detto basta a questo sistema di potere che ha messo in ginocchio Messina, inizia ora una nuova stagione politico amministrativa». Per il centrodestra, che nella campagna elettorale del ballottaggio ha flirtato più o meno ufficiosamente con aree del centrodestra e del Pd, c’è soltanto da leccarsi le ferite.

Il centrodestra perde anche a Siracusa. Dove Paolo Reale, ex assessore regionale, viene rimontato da Francesco Italia, vicesindaco uscente in campo come “civico puro”, che sfonda il 53%. «È stata una impresa spettacolare, non conosco ancora i dati definitivi ma intanto mi godo l’affetto e la gioa di tutti. E’ travolgente», dice Italia travolto dai suoi sostenitori. «Una vittoria di tutta la città, una vittoria di quelli che ci hanno creduto quando sembrava impossibile che tutto questo potesse accadere. Abbiamo fatto una impresa straordinaria, merito della fiducia». Italia ha festeggiato con Fabio Moschella (Pd), Giovanni Randazzo (sinistra) e Fabio Granata (civico “ripudiato” da DiventeràBellissima), al primo turno candidati sindaco e da ieri sera assessori di Italia che è riuscito nell’impresa di riunificare un fronte variegato contro la corazzata del centrodestra. Reale, già sconfitto nel 2013 da Giancarlo Garozzo, si conferma “perdente di successo”: partiva favorito, ha sfiorato il successo al primo turno (37%), ma poi è stato travolto dalla campagna “alternativa” di Italia, che è riuscito a far dimenticare agli elettori di essere stato il vicesindaco negli ultimi cinque anni, proponendosi come “nuovo”. Anche se sono in molti, a Siracusa, a pensare che da parte del M5S, sconfitto al primo turno e “neutrale” come da manuale del movimento, ci sia stata una certa simpatia per Italia.

Reale ammette la sconfitta: «I toni della campagna elettorale sono stati troppo alti, e non si addicevano anche ai due candidati in campo. Sarà compito del sindaco e anche nostro ricreare un clima di pacificazione perché comunque la città ne ha bisogno. Detto questo, è chiaro che in questa tornata elettorale troppe cose hanno lasciato perplessi (non ci sono ancora i dati ufficiali relativi al Consiglio comunale ndr) e di questo qualcuno dovrà occuparsene». Ricorsi alla giustizia amministrativa in vista?

L’altro clamoroso – ma fino a un certo punto – ribaltone è nella Ragusa “degrillinizzata”. Il Movimento 5 Stelle, dopo cinque anni a Palazzo dell’Aquila con Federico Piccitto (uscente non ricandidato, fra passi indietro ufficiali e congiure degne di una spy-story) perde l’unico capoluogo di provincia conquistato in Sicilia. E al grido di «un capitano, c’è solo un capitano…» si festeggia il trionfo di Peppe Cassì, ex capitano della mitica Virtus di basket e oggi stimato avvocato, eletto sindaco con un risultato chiaro (53%), al culmine di un recupero dello svantaggio, seppur minimo, al primo turno. Cassì sostenuto da liste civiche, colorate dall’appoggio di Fratelli d’Italia, ha rifiutato ogni appoggio al secondo turno. «Ragusa si merita di più», sono le prime parole del nuovo sindaco sotto lo striscione in cui campeggia il numero “12” della sua maglia di pallacanestro. E ora la sfida più difficile: «Alzeremo l’asticella e cercheremo di tirarci fuori dalle secche in cui ci trovavamo». Come si sente da vincente “schiaccia-grillini”? Lui  «Penso di ripartire da oggi. Che sia stata una amministrazione fallimentare non l’ho detto io ma tutte le persone che ho incontrato nel corso di questi mesi di campagna elettorale. Sarò il capitano di Ragusa? Il mio ruolo è quello di guidare una coalizione, come detto non saremo condizionabili dai poteri forti». Toni ovviamente differenti dal comitato elettorale del M5s, a pochi passi di distanza. A parlare il leader siciliano Giancarlo Cancelleri: «Di fronte alla volontà popolare non si discute. Se i ragusani hanno scelto Cassì, io sono ben contento di augurargli buon lavoro e sopratutto buona fortuna alla città di Ragusa. Errori? Non mi sento di indicarne. Voglio comunque assicurare che il M5s farà la propria parte, lavorando per la città, da opposizione costruttiva». E anche lo sconfitto, vicepresidente uscente del consiglio comunale, a tarda notte si arrende al risultato: «I ragusani hanno scelto il “nuovo più nuovo”, io non ho nulla da rimproverarmi. Buon lavoro al sindaco Cassì».

Il movimento 5 stelle si “vendica” conquistando Acireale con Stefano Alì (56%) che batte il cugino Michele Di Re, candidato del centrodestra in vantaggio di 15 punti al primo turno. Scenario ribaltato anche ad Adrano: Angelo D’Agate (centrosinistra) supera il Aldo Di Prima, esponente della Lega che nel comune etneo era stato il partito più votato lo scorso 10 giugno. A Comiso invece l’uscente Filippo Spataro (Pd), dopo aver sfiorato la vittoria al primo turno, viene detronizzato da Maria Rita Schembari, sostenuta da civiche di centrodestra. Un paio di soddisfazioni, infine, se le toglie il presidente della Regione, Nello Musumeci che, assieme agli alleati di centodestra, allevia le sconfitte piazzando i sindaci eletti a Piazza Armerina (Nino Cammarata col 54% ha la meglio sul civico Mauro Di Carlo) e a Partinico, nel Palermitano, dove un altro De Luca conquista la fascia tricolore. Maurizio De Luca, col 65% dei consensi, surclassa lo sfidante Pietro RaoCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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