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Elezioni europee: dall’ex “Iena” e alle otusider in rosa, ecco i “candidati a candidarsi” del M5s
CATANIA – L’importante è partecipare. «Candidarsi a essere candidati», come dice Davide Casaleggio, erede in linea dinastica dell’impero pentastellato. Ma perché mettersi in gioco, nel gran reality online della democrazia partecipata dal basso, se poi non si prende neanche il proprio voto. Zeru clic per tre dei 212 aspiranti europarlamentari siciliani del M5S: Dario Riscica, Salvatore Costa e Marco Agricola. Magari avranno cambiato idea, dopo aver presentato la disponibilità su Rousseau. Oppure chissà. Eppure sono in buona compagnia: oltre un centinaio i candidati alle Europarlamentarie che nell’Isola hanno totalizzato meno di una decina di preferenze. E i più votati? Top secret il risultato: i 10 finalisti siciliani compaiono sul Blog delle Stelle «in ordine alfabetico e senza i voti ricevuti per non influenzare il secondo turno». Nel quale sfideranno i 10 sardi in un listone unico per scegliere gli otto candidati del M5S nella ciroscrizione Isole.
Nella “decina” c’è il lanciatissimo uscente Ignazio Corrao. Sul quale, in assenza di dati ufficiali dal portale, si vocifera di un boom di preferenze. «Non conosco un attivista che non l’abbia votato», dice soddisfatto Giancarlo Cancelleri, leader siciliano del M5S e assiduo frequentatore – assieme all’eurodeputato alcamese, con cui ha avuto un altalenante rapporto dovuto anche alla legge dei “due galletti nel pollaio” – delle stanze dei bottoni del movimento. Corrao è “il” candidato dell’establishment grillino, stimatissimo da Luigi Di Maio (che gli ha fatto coordinare la campagna delle Politiche) e sostenuto da gran parte dei portavoce nazionali e regionali.
E gli altri? Fa notizia la qualificazione dell’ex “Iena” Dino Giarrusso. Catanese, sconfitto nel collegio uninominale di Roma Gianicolense alla Camera, il volto televisivo è l’altro candidato forte per la finale, anche perché – non solo grazie alla sua notorietà – può pescare molti voti in Sardegna al secondo turno. Non a caso su di lui, alla sezione “segnalazioni” di Rousseau, era stata piazzata una fialetta puzzolente: «Non è candidabile perché non s’è dimesso dal ruolo di consulente del sottosegretario al Miur, Fioramonti». Ma non è così. E la sua presenza fra i finalisti – che impaurisce i capibastone siculi – lo dimostra.
Altre due nomination ben quotate arrivano da sotto il Vulcano. Entrambe molto radicate nei meetup etnei, ed entrambe avvocate: Matilde Montaudo e Clementina Iuppa. La prima, con un consenso che va oltre i confini catanesi, spera di aver fatto già dimenticare la gaffe nel video di euro-presentazione, in cui scandiva: «Non ne possiamo più di burocrati che non fanno altro che attuare troika, perestroika, basta!», facendo rivoltare Gorbaciov nella tomba. La seconda – cognata dell’ex capo di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo, ed ex collaboratrice della deputata regionale Angela Foti – ha il gradimento dei big siciliani. Ma, già ieri sera, il sito de La Stampa ripescava un vecchio scivolone social. «Io le camere a gas con forni crematori per ministri come Poletti. E farne saponetta». La frase è di un’altra grillina (Silvia Scordia, attivista già candidata) ma Iuppa l’ha condivisa il 20 dicembre del 2016, con tanto di commento: «Io personalmente vorrei ripristinare la “gabbia sospesa” e aspettare i corvi». Una pratica nota nelle torture medievali, da applicare all’ex ministro Giuliano Poletti.
Un altro aspirante molto competitivo arriva da Siracusa: Costantino Messina (compagno della deputata agrigentina Rosalba Cimino) ha battuto la temibile concorrenza dello scienziato aretuseo Cristian Randieri e dell’eurofunzionario di Rosolini, Turi Magazzù. Dal Siracusano anche una giovane promessa: Flavia Di Pietro, avvocata, ex assistente parlamentare, fondatrice del meetup di Buscemi. Potrebbe essere una delle “sorprese rosa” del secondo turno, assieme ad altre due finaliste. La prima è Antonella Corrado: più volte in lizza per diversi seggi, ma questa potrebbe essere quella giusta. La seconda è Daniela Morfino di Marineo, in passato fuori dalle Politiche («Sono stata esclusa dalle liste e nessuno mi sa dire perché», sbottò invocando risposte da Di Maio, Cancelleri e Corrao) e ora alla ribalta in un audio che la vedrebbe protagonista di una presunta “cordata”, vietata dal regolamento, nel Palermitano. Lei, ottimista, ha già colorato la pagina Facebook con una foto della plenaria di Strasburgo sulla quale campeggia il suo nome. Dal Palermitano è forte la candidatura di Francesco D’Anna, consigliere comunale nella Bagheria del “rinnegato” Patrizio Cinque, noto alle cronache per l’aggressione subita da due ladri di rame. «Siamo tutti Francesco D’Anna», twittò Beppe Grillo. In lizza anche il battagliero attivista di Giardini Naxos, Giuseppe Leotta, fan di Gramellini e del ministro Toninelli.
Fra gli esclusi eccellenti Calogero Iacolino (fratello dell’ex eurodeputato di Forza Italia Salvatore Iacolino), Alì Listi Maman (l’avvocato palermitano di orginini nigerine più volte bocciato dal voto grillino), ma soprattutto Gianluca Calì, l’imprenditore di Casteldaccia che vive sotto scorta dopo aver denunciato i suoi estortori. Già fuori dalle Parlamentarie, ieri per lui è arrivata la bocciatura-bis. «Il Movimento è fatto di persone e le persone possono fare degli errori», aveva detto a PalermoToday. Quasi una premonizione degli appena 52 clic incassati.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA