Prove di terzo polo, in Sicilia, in vista delle elezioni del prossimo anno al Comune di Palermo e poi alla Regione: «Non ci sono dubbi, io e Faraone parliamo la stessa lingua. Ci siamo rotti le scatole di queste sedute spiritiche fatte da settantenni che da 30 anni succhiano il sangue ai siciliani. Con Davide Faraone sottoscriveremo un patto generazionale trasversale», ha detto il sindaco di Messina, Cateno De Luca, intervenuto nel pomeriggio a una puntata della trasmissione «Casa Minutella», in onda su una rete di testate locali.
Il presidente dei senatori di Italia Viva, nei giorni scorsi, aveva annunciato la sua candidatura a sindaco di Palermo e De Luca, già da alcune settimane, aveva detto che si sarebbe candidato alla presidenza della Regione. «Faraone sa che avrà un governatore, Cateno De Luca, che lo aiuterà a far uscire Palermo dalle macerie». In trasmissione Faraone ha spiegato le ragioni della sua candidatura: «Facciamo un gioco – ha detto – prendiamo tutti i nomi che sono circolati. Non voglio sembrare arrogante, ma so di essere l’unico che una volta eletto potrà trattare con il presidente del Consiglio Mario Draghi». Faraone ha precisato che la sua candidatura a Palazzo delle Aquile «non è stata concordata con i partiti e soprattutto non voglio essere prigioniero delle risse di partito. Palermo e la Regione siciliana oggi sono sottosopra rispetto a come dovrebbero essere. Servono coraggio e coerenza. Io ancora una volta ci metto la faccia».