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Dopo l’addio di Lucia Borsellino

Dopo l’addio di Lucia Borsellino governo Crocetta sull’orlo della crisi

Ma il presidente schiva le polemiche e assume l’interim della sanità

Di Redazione |

PALERMO – È caos nella giunta regionale siciliana di centrosinistra, presieduta da Rosario Crocetta, dopo l’abbandono – ampiamente annunciato – dell’assessore regionale alla Sanità Lucia Borsellino, figlia di Paolo, il magistrato ucciso nella strage mafiosa palermitana di via D’Amelio. Borsellino segue a ruota le dimissioni dell’assessore regionale alla Funzione pubblica Ettore Leotta (in quota Udc), sostituito dall’ex segretario regionale dello scudocrociato Giovanni Pistorio, e dell’assessore regionale all’Agricoltura, Nino Caleca, cui non è piaciuta la nomina di Pistorio, sostituito dalla dirigente dello stesso assessorato Rosaria Barresi. E i boatos che rimbalzano nei palazzi del potere siciliano preannunciano che le defezioni non sono finite: potrebbe lasciare molto presto anche l’assessore alle attività produttive Linda Vancheri.  

In poco più di due anni e mezzo nella giunta del governatore che ha fatto della denuncia antimafia la propria bandiera sono cambiati 36 componenti della giunta. Lucia Borsellino, dirigente regionale, la cui nomina era stata annunciata dallo stesso Crocetta in contemporanea alla propria candidatura alla presidenza, ha scritto una lettera di tre pagine al presidente spiegandogli i motivi della dimissioni irrevocabili: «Vari sono stati gli accadimenti che hanno aggredito la credibilità dell’istituzione sanitaria che sono stata chiamata a rappresentare quindi della mia persona». E ancora: «Prevalenti ragioni di ordine etico e morale e quindi personale, sempre più inconciliabili con la prosecuzione del mio mandato, mi spingono a questa decisione anche in considerazione del mio percorso professionale di oltre vent’anni in seno all’amministrazione regionale della Salute».  

L’ex assessore cita due casi che l’hanno colpita: quello della piccola Nicole, morta a febbraio dopo la nascita e l’arresto la settimana scorsa di Matteo Tutino, direttore dell’unità di Chirurgia Plastica e Maxillo facciale dell’azienda Villa Sofia-Cervello accusato di truffa, peculato e abuso d’ufficio, medico e amico di Crocetta.  

Il governatore intanto assume l’interim della Sanità e sembra non curarsi delle polemiche attorno alla sua giunta: il deputato regionale Pd Fabbrizio Ferrandelli, lancia la proposta per una mozione di sfiducia, mentre il sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari (Ncd), crea l’hashtag #decrocettizziamoci facendo le pulci al governo regionale.  

«Lucia si voleva dimettere già durante il caso della piccola Nicole, – dice Crocetta – ma avendo consapevolezza della totale estraneità dell’assessorato alla vicenda, insistetti perché non si dimettesse proprio per evitare che le sue dimissioni venissero associate a un evento per il quale non aveva responsabilità. Forse avrei dovuto rispettare quel patto ed ho sottovalutato il suo profondo disagio – afferma – I continui riferimenti alla sua storia personale e l’incompatibilità di quella storia con la politica, non solo siciliana, ma generale».  

«Le dimissioni – prosegue – mi hanno posto delle riflessioni. La prima quella della ragion di Stato che vorrebbe evitare la crisi di governo e un possibile effetto domino persino incontrollabile, in una fase difficile per la Sicilia e con i possibili danni derivanti per l’immagine del governo».  

Il Pd, nella maggioranza di governo, sta a guardare. Solo Antonello Cracolici, deputato regionale di lungo corso dice: «Queste dimissioni segnano la vera crisi del governo Crocetta». Mentre dell’altro alleato l’Udc, il presidente Gianpiero D’Alia afferma: «Le dimissioni di Lucia Borsellino sono un fatto grave, per una ragione politica innanzitutto: è stata indicata dagli elettori siciliani insieme a Crocetta, e quindi obiettivamente l’esperienza di governo che è stata votata dai siciliani nell’ottobre del 2012 prevedeva una squadra di cui parte fondamentale era il ruolo di Borsellino all’assessorato regionale alla Sanità. Dal presidente della Regione ci attendiamo un chiarimento netto, che credo debba essere fatto anche davanti all’Assemblea regionale».  

Dall’opposizione, Marco Falcone capogruppo di FI all’Ars dice: «Le dimissioni confermano quanto da noi denunciato in questi anni: cioè l’ipocrita e falsa operazione di facciata propinata da Crocetta ma clamorosamente smentita dai fatti e oggi inappellabilmente condannata dallo stesso assessore dimissionario. Ora rimangono soltanto le ambiguità e le contraddizioni del governatore».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA