Dopo gli attacchi giunti nella giornata di ieri, soprattutto dagli ex compagni di partito, più di un esponente del centrodestra siciliano si schiera a favore dell’ex grillino Giancarlo Cancelleri, recentemente passato a Forza Italia.
«Non siamo stupiti per gli attacchi ai limiti della volgarità – ha detto il capogruppo di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana, Stefano Pellegrino – che stanno arrivando da parte del gruppo dirigente del Movimento 5 Stelle, evidentemente spaventato dal significato del passaggio a Forza Italia di Giancarlo Cancelleri, rispetto all’attrattività del nostro partito e rispetto alla libertà di pensiero che proprio in quel “Movimento” si è tentato di impedire. Stupisce piuttosto la cultura giustizialista espressa dalle parole di Giuseppe Conte, che pure prima della sua avventura politica era un avvocato; sono ulteriore segno del nervosismo che regna in questo momento nel “Movimento” e della sua incapacità di essere attrattivo rispetto a chi vuole impegnarsi per la Sicilia. Ci sembra quasi di vedere la classica volpe che incolpa l’uva della propria incapacità. Non nascondiamo invece lo stupore per le parole del collega Marco Intravaia, che sembra dimenticare il gruppo parlamentare “Attiva Sicilia verso Diventerà Bellissima” costituito all’Ars nella precedente legislatura sotto l’egida del Presidente Musumeci. Gruppo parlamentare di cui facevano parte 4 deputati eletti nel Movimento Cinque Stelle (Elena Pagana, Sergio Tancredi, Matteo Mangiacavallo e Angela Foti) tutti poi passati proprio nel partito di Intravaia e tutti non rieletti all’Ars.
«All’amico Intravaia suggerisco più attenzione nel giudicare “sconcertanti” i cambi di partito, visto che rischia di insultare anche coloro con cui sta tutt’ora condividendo il proprio percorso politico», ha concluso Pellegrino.
«La polemica sulla decisione di Giancarlo Cancelleri di aderire a Forza Italia proprio – scrive invece scrive l’ex assessore alla Salute della Regione Sicilia, Ruggero Razza sul suo profilo Facebook – non mi appassiona. Ognuno ha diritto, mettendoci la faccia e senza contropartite, di cambiare idea e, nella maturazione delle proprie esperienze, di abbracciare un nuovo percorso politico. Il filtro delle decisione, in democrazia, spetta ai cittadini non ai polemisti da social media, che si indignano a comando. Sono i cittadini che giudicano, osservano, votano e si formano una propria idea sulla base di sensazioni molto più genuine ed immediate di quelle che avvertono i politici. La distanza siderale tra la ruvidità delle parole di ieri, talvolta inutilmente offensive (posso dirlo per averlo vissuto sulla mia carne in momenti difficili), e le nuove di oggi andrà colmata da un ragionamento serio, ma questo sarà il terreno sul quale si giocherà la credibilità di una scelta che non va demonizzata a priori».
«Giancarlo – spiega ancora Razza – non è uno sprovveduto ed ha avuto esperienze di governo nelle quali si è speso. Sta a lui vincere il pregiudizio di chi ritiene che la sua conversione sia motivata da ragioni altre. Il governo regionale di cui facevo parte, appena nominato al governo nazionale, lo aveva accolto con spirito di collaborazione, non ricambiato. Ma quella era un’altra stagione, che ribadisce un insegnamento che ho fatto mio: le istituzioni sono al di sopra delle appartenenze, perché rispondono al principio della collaborazione leale e operano nell’interesse supremo dei cittadini. Quindi, senza ipocrisie: in bocca al lupo a Giancarlo. E, con le parole di un grande della politica al tempo delle ideologie: “quando vedi la tua verità fiorire sulle labbra del tuo nemico, devi gioire, perché questo è il segno della vittoria”».