Dimissioni Cancelleri dopo nomina, il rebus su seggio e vicepresidenza fra rischi e derby

Di Mario Barresi / 14 Settembre 2019

Catania – Chi prenderà il posto di Giancarlo Cancelleri all’Ars? Se il neo-ministro fosse stato eletto nel collegio di Caltanissetta, la risposta sarebbe: a Ketty Damante, prima dei non eletti, già assessora Gela, oggi nello staff del deputato Luigi Sunseri. Ma Cancelleri nel 2017 è entrato in quanto miglior perdente fra i candidati governatori, lasciando il seggio nisseno a Nuccio Di Paola. E allora? Nella vacatio legis (ma una sentenza del Tar di Palermo fa giurisprudenza) deciderà la commissione verifica poteri dell’Ars.

C’è un precedente: nel 2008 Anna Finocchiaro, sconfitta da Raffaele Lombardo, rinunciò all’Ars da “miglior perdente” optando per il Senato. A contendersi il posto furono la prima del “listino” di Finocchiaro (all’epoca Rita Borsellino; per Cancelleri sarebbe l’iblea Vanessa Ferreri) e il terzo fra i candidati governatori (Sonia Alfano nel 2008; oggi Fabrizio Micari). Ma il seggio fu assegnato dall’Ars a Bernardo Mattarella – figlio di Piersanti e nipote di Sergio – primo dei non eletti del Pd (unica lista a sostegno di Finocchiaro sopra il 5%) nel collegio di Palermo, perché con il quoziente più alto di scarti. Con lo stesso criterio, oggi, il posto di Cancelleri sarebbe conteso al fotofinish fra i primi dei non eletti a Caltanissetta e Ragusa (le stesse Damante e Ferreri ) e Siracusa ( Fabio Fortuna). Ma da Palazzo dei Normanni trapela che, non essendo in discussione l’attribuzione al M5S, per analogia con altre leggi elettorali, il seggio andrebbe all’unica lista provinciale in cui Cancelleri era candidato all’Ars. Ovvero: a Caltanissetta. Dunque: a Damante. Sullo sfondo un’ultima tesi di alcuni giuristi: il seggio non andrebbe attribuito, l’Ars dovrebbe restare con 69 deputati.

Cancelleri lascia anche la vicepresidenza. Per il M5S un salto nel buio. E un derby in casa. Ma questa è un’altra storia.

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