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De Luca attacca Musumeci: “I conti non sono in ordine”
"Tentare di far credere che il rating della Sicilia sia stabile grazie alle politiche messe in atto dal governo è l’ennesimo tentativo di mascherare la verità"
«Ho letto le dichiarazioni di Nello Musumeci e Gaetano Armao sui dati dell’Agenzia di rating internazionale Standard & Poor's e non posso esimermi dall’evidenziare che ancora una volta i due hanno detto un cumulo di inesattezze. Tentare di far credere che il rating della Sicilia sia stabile grazie alle politiche messe in atto dal governo è l’ennesimo tentativo di mascherare la verità. Non risulta infatti che i conti della regione siano in ordine. Come possono essere in ordine in conti di una Regione che non riesce ad approvare i propri bilanci entro i termini previsti dalla legge».
Lo afferma il leader di Sicilia Vera e candidato alla presidenza della Regione siciliana Cateno De Luca. "Il bilancio e quindi la presentazione alle Agenzie di rating è fondato su entrate tributarie che vengono di volta in volta adattate al bisogno immediato di spesa o ad interventi politici statuali senza che il disavanzo strutturale, che ammonta ad oltre un miliardo, venga mai ridotto davvero, anzi – aggiunge – I debiti vengono rinviati di anno in anno e si aggiungono a quelli dell’esercizio corrente. È sufficiente vedere con quali risorse hanno trovato la copertura per presentare i disegni di legge di variazioni di bilancio. Si tratta di entrate dell’ultima ora, tant'è che anche il l Consiglio dei ministri ha impugnato alcune norme della legge finanziaria della Regione siciliana approvata dall’Ars nel maggio scorso. Su tutto poi senza scendere nel tecnicissimo, spiega De Luca, basta parlare con i sindaci e gli imprenditori edili per capire qual è davvero la situazione. Forse Armao e Musumeci pensano che risanare i conti voglia dire bloccare 8 mesi su 12 le erogazioni ai comuni. Noi sindaci siamo messi in ginocchio da una contabilità che non funziona. Chiedo ad Armao se sono stati ridotti i conti correnti della Regione. No. Vogliamo parlare dei trasferimenti ai comuni che sono scesi da 1,2 miliardi a 380mila milioni? O della tariffa della Tari che è la più alta perché Musumeci ha preferito continuare a servirsi dei privati come ha detto il Procuratore Capo della Repubblica di Catania Zuccaro – prosegue – Musumeci dovrebbe spiegare perché non ha speso i 60 milioni di euro che aveva a disposizione quando è stato nominato commissario per l’emergenza rifiuti. Avrebbe potuto e dovuto realizzare nuovi impianti, invece si è limitato a distribuire incarichi. Oggi sentire le dichiarazioni sui conti della Regione da parte di Armao non fa altro che confermare la necessità di attuare un vero e serio strumento di programmazione per risanare una volta per tutte i bilanci del Governo regionale». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA