IL RETROSCENA
Dalle liste d’attesa al caro-voli sino ai fondi anti dazi, tutte le misure della «manovra delle emergenze» del governo Schifani
Il piano da circa 43 milioni e una «un elenco di priorità» per «provvedimenti misure di largo respiro»
Un Renato Schifani definito «molto determinato» ha dettato la linea alla sua maggioranza per la «manovra delle emergenze» che dovrebbe sbarcare all’Ars a maggio. Con una posta oggi ipotizzata in circa 43 milioni e una «lista di priorità» per «misure di largo respiro» che il presidente della Regione ha illustrato ieri sera ai vertici del centrodestra, davanti anche al presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno.
Non una “manovrina” di assestamento di bilancio, ma un disegno di legge autonomo, che la giunta regionale dovrebbe perfezionare nelle prossime settimane, per «venire incontro ad alcune criticità» emerse sui fronti di imprese, infrastrutture pubbliche (soprattutto in materia di rifiuti e siccità) e fasce deboli. La fetta più importante di queste risorse a disposizione andrebbe alla sanità con l’idea di ridurre l’impatto, in alcuni casi devastante, delle liste d’attesa. Infatti, circa 15 milioni dovrebbero andare alle strutture private, come i laboratori d’analisi, che lavorano in regime di convenzione con la Regione, per ridurre il “gap” tra i rimborsi calcolati con il nomenclatore tariffario del 2024 e le nuove tariffe introdotte dal (contestatissimo) decreto del ministro della Salute, Orazio Schillaci.
Il secondo intervento in ordine di spesa prevista riguarda i rifiuti: 7 milioni per coprire i maggiori costi (dovuti al tariffario Pnrr rivisto) di due impianti della Srr di Messina. Un’«eccessiva generosità», secondo alcuni esponenti della maggioranza, nei confronti della città di Cateno De Luca, sempre più in sintonia con Schifani. Che infatti non vuole sentire ragioni. Altri 5 milioni andranno per rimpinguare il fondo di rotazione per la progettazione del Fsc. E 3 milioni saranno messi in campo per alcuni «interventi di emergenza» della Protezione civile regionale, a partire dalle dighe.
La misura politicamente più significativa riguarda gli aiuti alle imprese siciliane più attive sull’export negli Stati Uniti: 5 milioni (non una cifra esorbitante, ma «così si imposta una linea») per tamponare gli effetti, ancora non attuali, dei dazi minacciati da Donald Trump. Arriva anche un sostegno contro il caro-voli negli aeroporti siciliani minori: Comiso, Trapani, Lampedusa e Pantelleria. La proposta, facendo attenzione nello scrivere una norma che non incappi nei rigidi veti dell’Ue agli aiuti di Stato, è finanziare l’azzeramento (o almeno una notevole riduzione) dell’addizionale comunale sui diritti d’imbarco, il balzello caricato direttamente dalle compagnie aeree sul costo del biglietto aereo.
Infine, spazio (e soldi) per rifinanziare la cosiddetta “legge sulla povertà”. Una misura ispirata dal presidente della Comunità di Sant’Egidio, Emiliano Abramo, che sarà «migliorata e resa più fruibile».Questa la “lista” di Schifani. Che non ha dato molti margini di trattativa ai partiti del centrodestra. Adesso «una settimana di riflessione» e poi il ddl in giunta da trasmettere all’Ars. Con l’obiettivo di approvarlo in Aula dopo i ponti di primavera. E anche dopo le tempestose elezioni provinciali del 27 aprile.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA