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Dal “ripopolamento del coniglio selvatico” alla regata di Gela: Ars, le norme post-suk

Di Mario Barresi |

CATANIA – Nelle 66 pagine della legge di stabilità c’è anche il taglio agli stipendi del presidente della Regione e degli assessori. In tutto 200mila euro in meno l’anno nel capitolo di bilancio regionale n. 102001 sulle “spese obbligatorie” per pagare le indennità di carica della giunta. Una vittoria dell’antipolitica? Una misura per zittire i grillini? No, niente di tutto ciò. Una norma – i due commi dell’articolo 60 – recante “Ripopolamento del coniglio selvatico”. Così il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Giuseppe Milazzo, vuole dare piena attuazione a una previsione della legge regionale sulla caccia (la 33/1997), autorizzando l’assessorato all’Agricoltura a spendere 200.000 euro nel 2018 per la massiccia natalità del Oryctolagus cuniculus, riequilibrando così il sistema faunistico siciliano.

C’era una volta la «Finanziaria asciutta» rassegnata all’Ars da Nello Musumeci a marzo. Ma la risposta, quasi trasversale, di Sala d’Ercole fu che c’era poco tempo per approvare una legge in versione “prendere o lasciare”. E così si optò per la proroga dell’esercizio provvisorio al 30 aprile. Dando ai deputati regionali la possibilità di intervenire. E loro l’hanno sfruttato, questo tempo: circa 1.500 emendamenti e la solita maratona notturna nel “suk” della commissione Bilancio. Il testo finale, passato al setaccio fino a ieri sera dagli uffici dell’Economia, s’è gonfiato a dismisura: in tutto 120 articoli. «Una finanziaria senz’anima», la definizione di Claudio Fava (Cento Passi).

Ma forse un karma questa legge ce l’ha. Ed è il solito compromesso. Più che su macro-temi decisivi per il futuro dell’Isola, si basa su micro-norme chieste (e ottenute) da gruppi o singoli deputati. Il paladino dei precari, l’ex assessore Vincenzo Figuccia, ad esempio, ha vinto la sua battaglia: l’articolo 78, frutto del maxi-emendamento votato in commissione Attività produttive, dà il via libera al transito di 2.800 ex Pip del cosiddetto “bacino Emergenza Palermo” nel più confortante grembo della società regionale Resais. Il che ha suscitato subito l’ira di un altro gruppo di pressione: «Per alcuni parlamentari palermitani, ci sono figli e figliastri», incalzano gli Asu. E, a fronte migliaia di precari sulla via della stabilizzazione, c’è chi un lavoro ce l’aveva e lo ha perso. Come gli ex dipendenti di Pumex, storica azienda di estrazione e lavorazione della pomice delle cave bianche di Lipari. Tradizionalmente sostenuti dalla deputazione messinese, stavolta a loro ha pensato il vicepresidente dell’Ars in persona, l’agrigentino Roberto Di Mauro (Popolari e Autonomisti): 1,2 milioni di euro, per quest’anno e per il 2019, per «garantire la prosecuzione degli interventi» a favore dei 38 disoccupati di lungo corso.

Fra le righe dei nipotini orfani della Tabella H (poca fortuna per gli emendamenti “sartoriali” cuciti su Coppem, Ems, Resais, Istituto italiano per ciechi, Hellen Keller, Stamperia Braille, Esa, Corfilac e Aras), ecco le tante norme ad onorevolem. Soluzioni per piccole grandi emergenze. L’articolo 61 della legge passata all’alba in commissione Bilancio è un capolavoro del deputato Michele Mancuso di Forza Italia: “Contributo straordinario al Club Nautico Gela e all’Associazione sportiva Caltanissetta corse”. In pratica: 50mila euro per l’organizzazione della «prima prova coppa Sicilia “Opimiste”, gara di 120 barche a vela monoposto». E altri 50mila per il «rally di Caltanissetta, coppa Italia 16ª edizione». Nell’atavica rivalità fra Gela e Caltanissetta, Mancuso (che è originario di Milena) ha così raggiunto un compromesso storico.

Sensibili al rombo dei motori anche i deputati di #DiventeràBellissima (Alessandro Aricò, Pino Galluzzo, Giusy Savarino e Giorgio Assenza), i quali ottengono “Interventi per la Targa Florio”. All’articolo 50, infatti, è previsto lo stanziamento triennale di 300mila euro all’Automobile Club di Palermo per organizzare la storica gara.

Scongiurati – o meglio: ridimensionati – gli iniziali drastici tagli ai teatri siciliani, grazie al pressing trasversale dei deputati di ogni singolo territorio. E così, in questo fervore culturale che inebria Palazzo dei Normanni, c’è chi piazza un paio di norme “fuori cartellone”. Giovanni Bulla, deputato dell’Udc, incassa un “Contributo al teatro comunale di Adrano”. Su proposta del deputato (adranita), seconda firmataria la collega Eleonora Lo Curto, all’articolo 46 del ddl spunta un sostanzioso plafond di 300mila euro nel bilancio 2018.

E allora perché negare un “aiutino” al Comune di Sciacca per «riapertura e riutilizzo del teatro popolare Samonà»? L’obiettivo è stato raggiunto da Michele Catanzaro (deputato dem saccense), in tandem col collega Luca Sammartino: 150mila euro previa «convenzione con il Comune per la gestione del sito e la programmazione di eventi teatrali, musicali ed altri di interesse culturale».

Un altro presidio culturale di enorme richiamo – il sessantennale Ente Luglio Musicale Trapanese – ottiene 200mila euro di bonus dall’assessorato allo Spettacolo, grazie ai buoni uffici della capogruppo centrista Lo Curto. Trapanese, ça va sans dire.

E sempre in materia di cultura c’è chi – come Cateno De Luca, autore di 700 emendamenti, molti dei quali a trazione messinese – pensa un po’ a tutti. Un milione di euro (articolo 18, comma 10) da distribuire «ai comuni che hanno conseguito il riconoscimento di “Borghi più belli d’Italia”». In tutto 19, fra gli ultimi in ordine di tempo il peloritano Montalbano Elicona, ma anche Gangi (Palermo) e  Sambuca di Sicilia, nell’Agrigentino. Spalmato su più destinatari anche il contributo (un altro milione, previsto al comma 9 del medesimo articolo, sempre “griffato” De Luca) da ai 7 comuni insigniti della “Bandiera Blu”, «da ripartirsi per il 50% in base all’estensione della spiaggia certificata come bandiera blu ed il restante 50% in base al numero dei comuni che hanno ottenuto tale riconoscimento».

E un trust di interessi territoriali ha messo d’accordo un gruppo di deputati capitanati da Nello Dipasquale (Pd), il quale esulta per il via libera all’emendamento, diventato articolo 73 della Finanziaria, «che stanzia altri 10 milioni di euro per la tutela del patrimonio storico, architettonico e monumentale dei siti Unesco»: area archeologica di Agrigento, Piazza Armerina, Ville del casale, Isole Eolie, le Città Barocche del Val di Noto, Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica.

Infine, l’effetto-Montalbano. Nella Finanziaria omnibus, c’è anche una citazione del commissario più famoso nel mondo. Su proposta del deputato ibleo Orazio Ragusa (Forza Italia), mezzo miliardo di euro, nel 2018 a valere sul Fondo sviluppo e coesione «per l’acquisizione al patrimonio regionale della Fornace “Penna” quale bene di archeologia industriale». Che è un ex stabilimento di laterizi sulla spiaggia di  Sampieri (Scicli), ma soprattutto il set della “Mànnara” nella fiction tv sui romanzi di Camilleri.

Un posto misterioso, popolato da cadaveri e buttane, ormai conosciuto da milioni di telespettatori nel mondo. Il luogo dell’ennesimo delitto perfetto, nella Finanziaria che da oggi arriva a Sala d’Ercole.

Twitter: @MarioBarresi

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