Politica
D’Agostino: Noi con Renzi? « Valuteremo, ma il Pd è un partito solido»
CATANIA. «Sono passati quasi due anni e bisogna tirare le somme: questo governo regionale non ha prodotto nulla di significativo né sul piano amministrativo, né su quello politico».
Cosa intende dire, onorevole Nicola D’Agostino? Si sfoghi pure…
«Sono stati due anni di bilanci e finanziarie, alla luce dei fatti inconcludenti, sui quali è stato il governo regionale a impegnare l’Assemblea»,
Ma il governatore ha accusato l’Ars di insabbiare le riforme…
«Non mi è piaciuta l’affermazione di Musumeci che, nell’addossare la colpa dei debiti alle passate amministrazioni, pur sapendo lui a cosa andava incontro da governatore, ha voluto additare l’Ars che tiene nel cassetto i suoi importantissimi disegni di legge. Si abitui ad additare la coalizione che lo sostiene, cioè il centrodestra, perché è loro la responsabilità di prendere i ddl del governo e di portarle in commissione e in aula».
Musumeci dice non essersi mai accorto di avere una maggioranza, e anzi di non averne proprio.
«Non è vero. La maggioranza non è virtuale, ma reale. Da 36, dopo l’uscita della Lantieri dal Pd, sono passati a 37 deputati su 70. Questa si chiama maggioranza. Dunque parli con loro, non con noi. Che abbiamo fatto opposizione con grande senso di responsabilità e con rispetto personale, che è lo stesso che ci saremmo aspettati reciprocamente».
Se la dobbiamo dire tutta, però, voi di Sicilia Futura siete stati considerati la stampella del governo Musumeci: gli Scilipoti dell’Ars…
«È stata una considerazione sbagliata. Una cosa è essere responsabili, ben altro è essere organici. Noi non abbiamo mai chiesto di far parte di questa maggioranza, né spazi di governo o di sottogoverno».
Magari siete stati corteggiati…
«Da parte di tutte le forze sono arrivati corteggiamenti e anche offerte che altri avrebbero ritenuto irrinunciabili»
Cos’è oggi Sicilia Futura?
«È un club di amici che hanno vissuto un’esperienza politica disastrosa per colpa del Pd, che ha deciso di suicidarsi alle ultime Regionali. E che, coerentemente, vorrebbe restare in questo perimetro politico e ne deve trovare le ragioni».Partendo da un quadro sconvolto: ora c’è il governo giallorosso, e Renzi s’è messo in proprio.«Il Conte bis ha rimesso in gioco il centrosinistra, che dopo le Europee era perdente e all’angolo, mentre oggi diventa vincente e appetibile anche da parte di cittadini. Un appeal che in Sicilia è alimentato dal governo mediocre di Musumeci».
Lei parla di centrosinistra come se ci fossero da sempre dentro i grillini. Con i quali neanche lei ha mai avuto un rapporto disteso…
«Sono stati, fino all’altro ieri, odiosi nei nostri confronti. Se cambiano atteggiamento, linguaggio e approccio politico-culturale all’insegna del rispetto, c’è tutto il tempo per capire se le cose che uniscono sono più di quelle che ci dividono».
E poi c’è Italia Viva. Una calamita, per voi che eravate i diversamente renziani fuori dal Pd.
«Dopo le elezioni nazionali, alle quali io stato candidato col simbolo dei dem, per spirito di servizio perché sapevo di non essere eletto, il Pd nella sua totalità è scomparso. E questo ha creato del risentimento in tutto il mondo di Sicilia Futura. Siamo stati marginalizzati e abbiamo pensato un po’ ai fatti nostri».
Tanto che alle Europee vi eravate riposizionati sul centrodestra e su Forza Italia in particolare…
«Io personalmente ho votato e fatto votare il Pd, e Bartolo in particolare, mentre in questo sbandamento è vero che alcuni amici di Sicilia Futura hanno preferito dare una mano a qualche amico del centrodestra piuttosto che ragionare su una prospettiva politica».
Una prospettiva politica che oggi vi può offrire Renzi.
«Sì, chiaramente fra il nuovo governo e il passo di Renzi siamo davanti a un quadro politico impensabile fino a sei mesi fa. Prendiamo atto della decisione di Renzi, giusta o sbagliata è cosa fatta. Il lato positivo è che rafforza il centro sinistra, essendo alternativo alla destra di Salvini. Noi siamo stati fra i primi a spenderci per Renzi, con entusiasmo e sacrifico, per poi essere dimenticati. E adesso lui fa Italia Viva, che può anche essere considerata una grande Sicilia Futura a livello nazionale…».
Entrerete in Italia Viva?
«È un’iniziativa che suscita interesse e sulla quale è da parte nostra doveroso riflettere. Perché, immaginando che Renzi sia il centro del centrosinistra e che noi vogliamo stare in quel perimetro, è evidente che noi dobbiamo valutare questa opzione che obiettivamente ha aperto un grande dibattito al nostro interno».
Ma non è che in fondo il suo cuore batte per il Pd del quale non è mai riuscito a prendere la tessera?
«Il Pd è un partito solido e attorno a esso occorre costruire la futura prospettiva politica contro una destra volgare e pericolosa. Sono stato candidato nel Pd, lo voto da anni, rimane l’opzione preferita».
E all’Ars ora che succede?
«Di fatto questo mutato quadro politico, ha ancor di più compattato le opposizioni. La foto goliardica che io e Lupo abbiamo fatto con Cappello in conferenza dei capigruppo, appena un anno e mezzo fa non l’avremmo mai fatta. È simbolica…».
Sono maturi i tempi per un gruppo di Italia Viva a Sala d’Ercole?
«Non ho idea. Anche gli amici renziani del Pd, compreso Sammartino, per ora restano nel partito. Il quadro si delineerà a fine ottobre, subito dopo la Leopolda. C’è il tempo per riflettere e capire, possono succedere tante cose».
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