Politica
D’Agostino: «Il Pd adesso si svegli. Regionali, primarie a settembre»
Catania – Fra gli aspiranti “angeli della morte” del governo regionale, Nicola D’Agostino può rivendicare una primogenitura fra gli alleati. Fu il segretario di Sicilia Futura a dire che «l’esperienza Crocetta è finita». Il movimento di Cardinale non è uscito dalla Giunta. Ma ora D’Agostino chiede al Pd di «svegliarsi». E riesuma le primarie, da «tenersi a settembre». Un’idea «per coraggiosi».
Però è troppo facile sparare sulla Crocetta rossa…
«Di fatto non è cambiato nulla, Crocetta è come gli altri: il potere per il potere, non governa nulla, neppure le sue stesse ipotetiche riforme, vedi le Province mai abolite. Anziché girarci intorno il Pd gli notifichi una volta per tutte che non lo vuole più nessuno, soprattutto non lo vogliono i siciliani. Incredibile che pensi a ricandidarsi!».
Però al presidente va riconosciuto un impegno sul versante della moralizzazione della cosa pubblica…
«Si potrebbe dire: tutte chiacchiere e distintivo. Un abuso incredibile di retorica: un governo ipocrita che vede solo le pagliuzze degli altri, e non le travi nei propri occhi. Crocetta all’inizio ha cavalcato inchieste giudiziarie rivelatesi poi esagerazioni, una per tutte: le spese pazze dei gruppi, preferendo la delegittimazione del Parlamento. Dopo i primi insuccessi ha subito un pezzo di politica che gli ha lasciato fare disastri, pur trovandosi invece al centro di imbarazzanti vicende che hanno squalificato l’Istituzione facendone una macchietta senza credibilità. Di sicuro da lui non si accettano più lezioncine morali».
Ma il governatore dice agli alleati: «Facciamo un bilancio del mio governo». Rivendicando risultati.
«Solo banalità. Ora la Corte dei Conti mette in discussione anche il risanamento del bilancio e i costi della nuova rete sanitaria. È chiaro che non esistono neppure i minimi rapporti istituzionali. D’altra parte è vero che Crocetta ha continuato a spendere per precari, formazione, clientele varie, solo con meno risorse che nel passato. Ricordate la tabella H? Esiste, eccome! Sotto mentite spoglie».
Insomma, non c’è trippa per il gatto Crocetta…
«Economia sempre ristagnata, disoccupazione ai massimi storici: serve altro per rappresentare un fallimento politico? A questo va aggiunta la sua inadeguatezza: la sua presidenza è un errore storico madornale. La stessa programmazione dei fondi europei segue il solito canovaccio della spesa e non dell’investimento, salvo rare eccezioni. Ma io vorrei guardare avanti, senza concentrarmi su gossip e chiacchiericcio. Non si parla mai di cosa si deve fare. Posso?»
Prego, ci mancherebbe…
«Se dipendesse da me prenderei tutti i fondi europei, quelli del Patto per il sud, altri per le Aree metropolitane, altri ancora che arriveranno… Quanti sono? Dieci-quindici miliardi? Tutti alle imprese per investimenti produttivi, ed intendo finanziamenti per linee di produzione industriale. Occorrono grandi aziende siciliane nel largo consumo: come le rinomate Barilla, Mulino Bianco, Valfrutta, Lactalis, aziende importanti che servano il mercato interno e quello nazionale, usando le nostre materie prime, le migliori d’Europa: grano, latte, salumi, verdure, ortaggi. Con 10 miliardi a fondo perduto come contributo si attivano 30 miliardi di investimenti: ogni milione di euro attiva linee produttive industriali per almeno 5 posti di lavoro diretti e “veri”. Con 50 miliardi investiti, non soltanto spesi, diventeremmo da terra di consumo di prodotti nazionali a terra di produzione».
Facile a dirsi, complicato a farsi…
«Certo, a certa industria nazionale la cosa potrebbe non piacere, assecondata dall’ascarismo industriale compiacente siciliano. Ma questa sarebbe la vera rivoluzione: una vera e propria pianificazione industriale che potrebbe essere sostenuta dagli stessi maggiori players industriali italiani. Ma con industrie alimentari stanziate in Sicilia: che darebbero lavoro a centinaia di migliaia di siciliani. La legge da utilizzare è quella del credito di imposta, la prima da me proposta, redatta ed approvata anni fa: funzionò benissimo, con il click day non consentiva favori e clientele, infatti è stata subito messa da parte…».
Tutto molto bello. Ma torniamo al presente. Cosa volete fare per le Regionali? Che succederà?
«Il Pd si svegli. Avere puntato maldestramente su Grasso è stato un doppio errore. Come si recupera il tempo? Troppi veti incrociati, troppa gestione del potere, senza che si comprenda che il Titanic è affondato. Allora subito coalizione e programma, poi metodo di selezione del leader: io ripropongo le primarie a settembre. Ma capisco che servono coraggiosi…».
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