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Da Gela a Roma, Crocetta a tutto campo

Da Gela a Roma, Crocetta a tutto campo «Il governo Renzi ha abbandonato la Sicilia»

Il governatore all’attacco contro tutti in conferenza stampa

Di Redazione |

PALERMO – «Questo governo nazionale non ha mai aiutato il governo regionale. Penso ad esempio al caso della piccola Nicole, dove alla fine abbiamo avuto ragione noi. Assisto da due anni e mezzo ad attacchi sconsiderati. A ipotesi di commissariamento persino illegali. Sono sempre quello cattivo. Peccato che il cattivo è l’unico che li ha fatti vincere dal dopoguerra in poi». Parole del governatore siciliano Rosario Crocetta in una conferenza stampa convocata dallo stesso presidente della Regione per fare il punto sulla situazione politica anche dopo le elezioni amministrative dello scorso fine settimana.   A Renzi il governatore rimprovera anche il fatto di non essere intervenuto nella campagna elettorale per le Comunali. «Io lo avevo detto a sia a Guerini che a Faraone, ma anche a Raciti, – ha spiegato Crocetta – che il candidato sindaco di Gela, il primo cittadino uscente Angelo Fasulo, non avrebbe vinto le elezioni. Sapevo che avrebbe perso e così è stato. Renzi doveva venire a Gela ma non l’ha fatto e ha sbagliato».   Proseguendo nella sua analisi sul voto, Crocetta ha detto che è «evidente che il consenso del sindaco nel quinquennio si era sgretolato per tanti motivi, purtroppo non si è stabilito quel feeling popolare che era necessario. È una brava persona ma non basta». «Ho anche detto al Pd che comunque lo avrei sostenuto mettendoci la faccia, anche sapendo che nel primo comizio ci sarebbero state le contestazioni, che peraltro non erano rivolte a me – dice ancora Crocetta – Io sono arrivato dopo tre interventi e i fischi maledetti provenivano da venti persone su 5.000 persone. A Gela da tempo non si possono fare manifestazioni perché c’è un gruppo organizzato che lo impedisce. Sono ambienti della città che non sono estremisti di sinistra ma personaggi un po’ squallidi e delinquenziali».   «E’ assurdo pensare che la vicenda di un’elezione a sindaco mi dovrebbe riguardare come se fossi un notabile che ha un feudo che riesce a trasferire i propri voti a un altro candidato – ha detto ancora il presidente riferendo alle elezioni di Gela dove il candidato del Pd è stato battuto da quello del M5s -. È una visione che non mi appartiene. Da quando faccio parte del Pd, il partito mi ha dato 100 tessere e tante ne ho oggi, non sono un “signore delle tessere” o un “signore del consenso”».

Eppure poi il governatore dice anche di essere l’unico “uomo forte” del centrosinistra: «Dal ‘46 in poi l’unico che ha vinto le elezioni per il centrosinistra è Rosario Crocetta. Prima del governo Crocetta il centrosinistra governava solo a Vittoria. Bianco a Catania, senza il 12% della lista Crocetta e senza un 10% della lista Leanza, avrebbe potuto vincere le elezioni a sindaco? », si è chiesto. E poi ha aggiunto: «Il Pd a Palermo è una realtà del 5-7%. Orlando (alle amministrative del 2012) ha avuto un successo personale incredibile. Aver perso a Palermo, dove io ho sostenuto Ferrandelli, non mi ha impedito di essere il candidato più votato nel capoluogo siciliano».   Crocetta ha detto anche di non considerare una sconfitta la mancata elezione ad Enna del candidato Pd Vladimiro Crisafulli, quello che diceva di vincere sempre e comunque «anche col sorteggio». Il presidente della Regione anzi considera la non elezione di Crisafulli una sua vittoria, «una occasione storica di rinnovamento», ha detto. E in proposito ha aggiunto di essere «l’unico rottamatore in Sicilia e forse in Italia. Io mi considero – ha affermato – uno dei più renziani tra i presidenti delle Regioni nella pratica politica. Purtroppo i suoi uomini però rappresentano la conservazione. Penso ad esempio a Foti e Zambuto. Chi li sostiene? Faraone? L’antagonista alle prossime regionali me lo sceglierò io. Questi hanno iniziato a fare campagna elettorale dal giorno in cui sono stato eletto. E da allora pensano solo a commissariarmi o a sfiduciarmi».

Tornando ai temi sociali, il governatore ha affermato che senza di lui la Regione sarebbe fallita, ma ha spiegato che «non c’è però più modo di operare altri tagli. Io non massacrerò lo stato sociale». «Se essere un rottamatore vuol dire licenziare i forestali, non fare il contratto ai regionali, colpire i lavoratori, allora io non lo sono – ha gridato il presidente – Questa non è rottamazione ma massacro sociale».   «Noi per la Formazione professionale abbiamo già impegnato i 155 milioni di euro dalla intera programmazione – ha spiegato il governatore. Per gli anni successivi, il governo nazionale ci dovrà dire come fare. Mi aspetto che il sottosegretario Faraone aiuti questo governo, così come Alfano».   «Considerato anche il fatto che si sono presi i fondi Pac, che io credo debbano essere restituiti… – dice Crocetta – Sempre sulla Formazione vorrei sapere dove trovare i soldi. Visto che nemmeno 150 milioni serviranno per pagare tutti i lavoratori rimasti senza lavoro. Io voglio che questi oltre duemila rimasti senza lavoro vengano assunti. Ma il governo nazionale ci deve dare i soldi».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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