GELA – Grande folla di curiosi ed ex Udc, stamani al tetro Eschilo di Gela, per la presentazione del libro “L’Uomo è un mendicante che crede di essere un re”, scritto in carcere dall’ex presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro che ha scontato una condanna per favoreggiamento della mafia nella casa circondariale di Rebibbia. Ma più che per il suo libro, c’era curiosità per le sue ultime “uscite” politiche che hanno crato un po’ di imbarazzo nel Pd. «Non volevo che si aprisse la caccia ai cuffariani all’interno del Pd – ha affermato – quando ho detto che quelli che votavano per me ora votano per tutti i partiti, ma soprattutto per il Pd perché è proprio il Pd che prende i voti che prendevo io e che con i voti si sposta anche la classe dirigente».

«È scoppiato un putiferio – ha aggiunto, parlando con i cronisti – perché questa politica è ipocrita, non ha il coraggio di prendersi le sue responsabilità e di dire quello che pensa e quello che vuole. Aspetta qualcuno che lo dica per montare una polemica».

«A me turba – ha proseguito – che un grande partito discuta quattro giorni e stia ancora discutendo su una cosa talmente ovvia senza che ci fosse alcuna volontà di fare aprire la caccia ai cuffariani».

Cuffaro ha poi smentito ogni ipotesi di un suo ritorno alla politica. «Sbaglia chi lo pensa, perché è l’unica cosa certa che non farò». Quindi ha confermato le sue scelte per il futuro. «Vado in Africa” – ha detto – Il 30 maggio vado in Burundi a fare il medico volontario in un ospedale che da presidente della Regione avevo fatto costruire con i soldi della solidarietà internazionale e ci rimarrò sei mesi per organizzare la struttura e a tentare di portare un pezzo di umanità siciliana in un posto dove ce ne sia di bisogno».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA