Crisi di governo, ora rischia di saltare l’accordo tra il M5s e il Pd: ecco perché

Di Redazione / 27 Agosto 2019

ROMA – Quando sembrava ormai cosa fatta, torna in alto mare l’accordo tra M5s e Pd per il prosieguo della legislatura dopo la crisi di governo voluta dalla Lega. E addirittura l’ipotesi di un governo giallo-rosso rischia di saltare definitivamente. La rottura si è consumata alle 11 quando da Palazzo Chigi è arrivata una telefonata al Nazareno, sede dei Dem, per annullare il vertice tra le delegazioni del M5S (Luigi Di Maio e Giuseppe Conte) e del Pd (Nicola Zingaretti e Andrea Orlando) che avrebbero dovuto mettere a punto gli ultimi dettagli prima di andare al Colle con l’idea di una maggioranza parlamentare. 

Perché dopo ore di febbrili di trattative, il leader pentastellato ha annullato il vertice con il leader democratico? «Se non dicono sì a Conte è inutile vedersi, sono stanco dei giochini» avrebbe detto, secondo quanto si è appreso, Di Maio ai suoi.

Ma fonti Dem forniscono un’altra versione. Il problema non sarebbe infatti Conte, ma la squadra di governo. La trattativa, secondo il Pd, si sarebbe incagliata sul nodo dei vicepremier e dei ministeri più pesanti. In particolare, spiegano le stesse fonti, considerato Conte come esponente M5S, i Dem dovrebbero avere l’unico vicepremier. Inoltre, per dare un segno di svolta sulla politica economica, la delegazione Pd avrebbe chiesto tutti i ministeri economici. Al momento la delegazione pentastellata avrebbe detto no, invocando per Luigi Di Maio il ruolo di vicepremier e un ministero di peso, come gli Interni. Ma uno dei nodi è proprio il Viminale, che il Pd avrebbe chiesto per un suo esponente (o al più una figura terza) ma che secondo indiscrezioni Di Maio vorrebbe per lui.

«L’accordo di governo rischia di saltare per le ambizioni personali di Luigi Di Maio che vuole fare il Ministro dell’Interno e il Vicepremier. Su questo non sente ragioni e va avanti a colpi di di ultimatum», dicono le fonti dem dalle quali trapelano i particolari della trattativa.

Ma dal quartier generale pentastellato è arrivata una secca smentita su questa ricostruzione. «Di Maio non ha mai chiesto il Viminale per il M5S. Prima per noi vengono i temi», riferiscono esponenti del M5S.  Secondo il sottosegretario grillino Vito Crimi si tratta di «una falsità messa in giro da qualcuno».

Con queste premesse, ad ora la trattativa è bloccata e i Cinque stelle hanno annullato come detto il vertice di questa matina. Ma non si esclude che domani pomeriggio nelle consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella i due partiti possano dare l’indicazione di Conte premier per poi lasciare a lui verificare, in tempi rapidi, se ci sono le condizioni per formare il governo. Se tutto salterà, c’è già chi ipotizza come data utile per il voto il 10 novembre.

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