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Corruzione e mafia: dopo Siri il M5s torna all’attacco, Salvini in difficoltà

Di Redazione |

PALERMO – L’arresto di Paolo Arata, il faccendiere ex consulente per l’energia della Lega di Salvini finito oggi in manette nell’ambito dell’ichiesta su corruzione, eolico e mafia della Procura di Palermo, sta mettendo in difficoltà il ministro dell’Interno Matteo Salvini che dopo il caso Siri si ritrova un’altra brutta gatta da pelare.

«L’arresto di Paolo Arata, già consulente della Lega, e dell’imprenditore Vito Nicastri, considerato dagli inquirenti come finanziatore della latitanza di Matteo Messina Denaro, definisce un quadro inquietante fatto di rapporti tra mafia, politica e imprese. Non credo che il ministro degli Interni e segretario della Lega possa restare in silenzio: svolge un ruolo che non può essere indebolito da dubbi o sospetti. Salvini dica e chiarisca su questa vicenda, almeno prenda le distanze e si esprima. L’audizione preannunciata in commissione Antimafia può essere l’occasione, ma è bene che il vicepremier non aspetti. L’unica cosa che non può fare è far finta di niente o pensare di cavarsela spostando l’attenzione, come fa stamattina, sulla futura chiusura del Cara di Mineo» ha scritto su Facebook il senatore Franco Mirabelli, capogruppo Pd in commissione Antimafia.

«Dopo l’arresto di Arata, ora il Movimento 5 stelle chieda le dimissioni del ministro dell’Interno. Altrimenti quella su Siri è stata solo una sceneggiata elettorale» ha invece incalzato il deputato del Partito democratico Carmelo Miceli, componente delle commissioni Antimafia e Giustizia.

A gettare un po’ d’acqua sul fuoco un post di Alessandro Di Battista. «Il governo vada avanti perché c’è un contratto da rispettare con ottime proposte ancora da realizzare – ha scritto l’esponente grillino -. Allo stesso tempo il Movimento deve continuare a denunciare il malaffare dilagante, malaffare reso possibile dalle relazioni pericolose dei partiti». Di battista ricorda che anche uno dei  figli di Arata «è finito in carcere, l’altro ha ottenuto un contratto a Palazzo Chigi grazie a Giorgetti».

Di Battista sottoliena che tutti i partiti hanno relazione pericolose. «Dal Pd con le sue schifezze nella sanità umbra e con Lotti che prova a scegliersi il procuratore generale della procura dove è imputato, fino alla Lega, un partito che non sta rubando a Forza Italia solo voti. Purtroppo gli sta rubando uomini e dinamiche. Arata, d’altro canto, prima di diventare (secondi i giudici) “socio occulto di Vito Nicastri, a sua volta legato al boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro” e prima di partecipare a convention leghiste sull’energia è stato deputato proprio di Forza Italia. D’altronde il berlusconismo proverà a sopravvivere allo stesso Berlusconi. Come? Diventando il tratto distintivo di altre forze politiche».

Il sottosegretario M5S Stefano Buffagni, dal canto suo sottolinea come la battaglia del Movimento per la rimozione di Armadno Siri sia stata legittima: «Non siamo noi a dover giudicare, ma la magistratura – ha detto -, anche se gli arresti di oggi dimostrano che su Siri avevamo ragione e che il governo si è mosso nella giusta  direzione. Da corruzione e mafia è fondamentale prendere sempre le distanze». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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