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Cordate e parentopoli, i “segreti” del M5s svelati dagli ex grillini

Di Mario Barresi |

CATANIA – Sembra un covo di carbonari. Manca soltanto qualche bicchiere di whisky e il fumo dei mozziconi mal spiegazzati nei posacenere. Ma è come se ci fossero. Eppure appena entri alla Fenice, piccola e deliziosa libreria di via Garibaldi, ti fanno subito sentire a casa. Come uno di loro, anche se non lo sei. Né lo sei mai stato. Ex grillini ed ex spin doctor della comunicazione del M5S: allo scoperto, pubblicamente, per svelare i segreti e le magagne dei loro ex portavoce. «Senza rancore né risentimento», s’intende. Ma con più di una chicca sulle cose di casa nostra. Partendo da un libro – Supernova – che è un documentato noir politico col finale già scritto nel sottotitolo: “Come è stato ucciso il Movimento 5 Stelle”.

A Catania, ieri sera, i due autori: Nicola Biondo, giornalista, ex capo ufficio stampa dei 5stelle alla Camera, e Marco Canestrari, sviluppatore informatico, ex dipendente della Casaleggio Associati, tenutario delle chiavi di blog e meetup dal 2007 al 2010. In mezzo a loro, con il ruolo di “strega-provocatrice”, Debora Borgese, blogger catanese, ma soprattutto ex attivista cacciata e detentrice di più di un (inconfessabile?) segreto sui big grillini dell’Isola. Ad ascoltarli, oltre ad alcuni “epurati” del movimento – fra cui giganteggia il sindaco di Gela, Mimmo Messinese – anche docenti universitari e professionisti della comunicazione. Poca gente, ma buona.

Si parla di M5S, è ovvio. «Un esperimento sociale», destinato al fallimento anche per colpa del vincolo dei due mandati. «Il ciclo di vita dei dieci anni – dice Canestrari – è di fatto il ciclo di vita del movimento stesso». E qui Luigi Di Maio e Giancarlo Cancelleri sono «legati a doppio filo, avvinti allo stesso destino». Un mandato a testa, a Roma e a Palermo. E ora grandi progetti per entrambi. «Giancarlo – raccontano – era il cavallo siciliano più promettente, dopo la sconfitta di Sonia Alfano. La dialettica ci fu, prima delle Regionali del 2012. Poi Cancelleri diventò il leader siciliano all’Ars e il candidato prestabilito per il 2017, senza alcun dibattito. Perché Grillo e Casaleggio hanno investito soldi e tempo su di lui, come per Di Maio a Palazzo Chigi». Sul candidato premier un perfido aneddoto: «Una volta propose un ddl per destinare il 5 per mille alla polizia…». Chiusa parentesi. E allora? «Per Giancarlo queste Regionali sono “one shot”. Se vince ha 5 anni per governare, mentre il movimento deve trovare un futuro candidato perché lui è al secondo e ultimo mandato. E sarà un casino». E se perde? «Non esiste più. E il movimento avrà sprecato tutto l’enorme investimento su di lui».

Si parla di cordate. Severamente vietate nel movimento, perché foriere delle demonizzate correnti che ci sono negli altri partiti. Biondo porta le prove che esistono. Anche in Sicilia: Riccardo Nuti alle Europee «fece votare la candidata sarda». E Cancelleri? «Per contrasto sostenne apertamente il belloccio alcamese», con riferimento a Ignazio Corrao, poi eletto. In quel contesto, il senatore Mario Giarrusso, fu molto duro: «Le regole vanno rispettate», scriveva nel 2014 riferendosi al caso Nuti. «Ma io l’ho pizzicato, lo scorso 3 ottobre: ha postato un endorsement per un candidato catanese all’Ars, Scarcella. E lui mi ha dato della stronza e della fattucchiera», rivela Borgese confermando la ricostruzione di Lettera 43. Che ha poi precisato: «Il senatore si sarebbe scusato spiegando di aver agito in buona fede: nessuna sponsorizzazione, credeva che si trattasse di un intervento del candidato e non della sua scheda. Anzi avrebbe invitato tutti i candidati a cercare voti senza danneggiarsi uno con l’altro».

Si parla di volgarità e di cacciate. «Una volta – rivela il sindaco Messinese – ricevetti un post talmente pieno di parolacce che dimenticarono quello che volevano dirmi…».

Si parla anche – molto nel libro, un po’ meno nella presentazione alla Fenice – dello strano caso del meetup catanese. Uno «traffico di dati sensibili, identità digitali e password private».

Si parla di parentopoli. «La Sicilia registra il numero maggiore di parenti e collaboratori finiti nelle liste, già dalle Europee del 2014 fino a queste Regionali», assicura Borgese. Che, oltre a rivelare il silenzio del M5S «quando denunciai l’assunzione della cognata di Antonio Fiumefreddo come collaboratrice», attacca Cancelleri: «È un bugiardo che mente sapendo di mentire. Lui nega, ma la sorella Azzurra è comunque una deputata alla Camera. Un altro bluff. Così come Giancarlo non può negare che il cognato, Santino Lo Porto, abbia ricevuto un incarico dal Comune di Tusa per 24.314,18 euro nel 2016: il primo passaggio per permettere al sindaco Angelo Tudisca di essere nella rete dei “non sindaci” del M5S? Un caffè c’è stato, con Cancelleri, Di Maio, il sindaco e i cittadini di Tusa l’11 settembre scorso…».

Si parla dei rimborsi spese che abbattono l’effettivo taglio delle indennità degli eletti. «Ma quanto spende per mangiare il senatore Giarrusso?», incalza ironico un noto ex attivista catanese. Nessuna cifra. «C’è tutto sul mio sito», afferma Canestrari. Mentre Biondo si concentra sulle «auto in leasing, ultima moda di chi rifiuta le auto blu e spende molto di più». La mefistotelica Borgese, facendo intendere di saperne molto più di quanto esterna, definisce i 5stelle siciliani «un movimento a statuto speciale…».

Domandone finale del cronista curioso: date le informazioni di prima mano in vostro possesso, i siciliani possono comprare un’auto usata da Cancelleri? Nessuna risposta degna di questo nome. Sarà per la prossima volta.

Twitter: @MarioBarresi

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