«Io non sono impresentabile e potevo candidarmi». Lo dice all’ANSA Sebastiano Sanzarello, candidato sindaco a Mistretta, dopo che la relazione della commissione Antimafia ha reso noto che nei comuni sciolti per mafia che andranno al voto il 10 e 11 ottobre in Sicilia vi sono due «impresentabili» tra cui appunto il candidato messinese che nel 2012 è stato rinviato a giudizio perché avrebbe percepito tangenti nella sanità. E’ stato condannato in primo grado a 4 anni e in appello – dice Sanzarello – nel 2018 il reato è stato prescritto. Rimane aperto un altro troncone di questo processo.
«La mia è una vicenda paradossale – aggiunge – che comincia ben 21 anni fa e in parte si è già conclusa positivamente. C'è ancora in piedi un troncone di quella vicenda nella quale sono accusato di concussione e che risale agli anni tra il 1999 e il 2004 quando ero deputato regionale, ma quando andrà in giudizio sarà ampiamente prescritta. I tempi della giustizia sono troppo lunghi e questo danneggia chi non ha niente da temere». Sanzarello è stato consigliere provinciale e assessore a Messina, deputato regionale e assessore regionale alla Sanità nella giunta Capodicasa di centrosinistra, nel 1998. E’ stato poi senatore per la Casa delle Libertà, eletto nel collegio di Enna,. E’ tornato all’Ars nel 2006 ed è stato europarlamentare subentrando a Rafele Lombardo. Ha militato nella Dc nel Ccd, nell’Udc, in Forza Italia. «Nel mio casellario giudiziario, che ho avuto neanche una settimana fa – prosegue Sanzarello – non risulta nulla. Io dal procedimento non ho niente da temere. Per questo mi sono candidato altrimenti non lo avrei fatto. Auspico presto che anche questa vicenda rimasta in piedi dopo le dichiarazioni di un presunto pentito che affermava di aver dato soldi alla mia segreteria politica si possa chiarire definitivamente».