Sosteneva Albert Einstein che «è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio». E aveva ragione. Perché quando – in una domenica coi riflettori sulla crisi di governo, durante il pacioso confronto delle primarie – Caterina Chinnici apre il fatidico “campo largo” del centrosinistra a Raffaele Lombardo, il cronista, rinsavito dagli sbadigli, immagina chissà quali macchinazioni politiche in corso. Sì, la candidata dem è disposta, «se ce ne saranno le condizioni politiche», a coinvolgere nell’alleanza anche gli Autonomisti del suo ex presidente. Lo dice a Realmonte, nel terzo talk delle presidenziali su turismo e cultura. «Aspetti che chiedo l’aiuto da casa», la premessa scherzosa, prima di lanciare un pesante masso nel già agitato (dal caos romano) stagno giallorosso siciliano. E, mentre lo dice, Chinnici sfoggia un sorriso angelico.
Allora uno pensa subito a quel diavolo d’un Lombardo. E lo immagina lì, col telefonino in mano ad ascoltare, con un ghigno beffardo, la proposta (attesa, concordata?) della magistrata, sua ex assessora. E invece no. «Non ne so nulla, ho ben altri gravi problemi», risponde Lombardo al telefono. Quali problemi? Intrighi, trame del centrodestra sul filo del sì-o-no a Nello Musumeci? No, una faccenda da nonno. «Mio figlio e mia nuora sono partiti in vacanza col mio nipotino, lasciandomi in custodia una coppia di Golden retriever. Li ho messi in un ricovero per cani, ma lui era sterilizzato e lei no. E ora è tornata incinta. Di nove cuccioli. Una tragedia…». Lombardo casca, davvero, dalle nuvole. E poi articola una breve risposta: «Ho una grandissima stima per la dottoressa Chinnici e confermo il grande lavoro fatto nel mio governo. Entrare nel loro campo largo? Me l’hanno già chiesto e io non ho cambiato idea. Per ora il Mpa sta bene dov’è, nell’altro schieramento. E qui resteremo. A meno di terremoti romani…».
I puntini di sospensione lasciano, come nel suo stile, uno spiraglio aperto. Ma Lombardo, nelle ore più delicate per la scelta del candidato governatore del centrodestra (il fronte No-Nello è pronto allo show-down sul «nome alternativo di sintesi», con Raffaele Stancanelli e Stefania Prestigiacomo fra i più citati) non può certo permettersi di creare ulteriori fibrillazioni agli attuali alleati.
E magari, dopo aver risolto il giallo genetico della cagnolina neo-mamma, il leader autonomista avrà modo di ammirare sui social l’appello-shock di Chinnici, che già nel primo confronto a Palermo aveva ammesso di «non rinnegare un’esperienza in cui il presidente Lombardo mi blindava anche dalle richieste anomale dei deputati regionali». La magistrata, diversamente da Massimo Russo, nel 2012 si dimise dalla giunta all’indomani della rivelazione dell’inchiesta per mafia a carico del governatore. Ma la stima, pur senza contatti diretti (gli unici mantenuti, dicono, sono con il marito della candidata), è rimasta. Rispondendo sull’apertura a Lombardo, l’eurodeputata dem fa una premessa: «Sicuramente fra i tre candidati, io sono la meno inserita politicamente». Poi spiega: «Personalmente ritengo giusta l’idea di ampliare il campo, e la mia candidatura proposta dal Pd vuole guardare a 360 gradi, anche perché sugli obiettivi e sui programmi ritengo che ci si possa intendere». Quindi sfoglia con piacere l’album dei ricordi da assessora di Lombardo: «Io ho lavorato molto bene in quel governo e ho avuto ciò che per me è fondamentale: l’indipendenza nel mio ruolo, non ho mai avuto interferenze sul mio modo di fare. Di quel periodo ho il ricordo di un lavoro ben fatto». E poi Chinnici affonda: «So che l’onorevole Fava sull’apertura a Lombardo ha delle perplessità, io personalmente invece ho un’idea di un campo largo, ma veramente largo». Infine, dopo uno sguardo al «mio segretario» (Anthony Barbagallo è visibilmente impallidito), corregge un po’ il tiro: «Al di là dell’idea che io posso avere, è chiaro che questo è un discorso che va fatto, soprattutto dal Pd, con gli alleati. Dev’essere una valutazione fatta dal Pd, ma anche da Fava e dal M5S. Dovrà essere una scelta condivisa».
Eppure Lombardo resta un potenziale compagno di viaggio: «Bisognerà ampliare, ampliare quanto più possibile, sicuramente nel centrosinistra. E io come ipotesi – scandisce – non escludo di ampliare ancora in un percorso di condivisione di un programma». Claudio Fava coglie subito la palla al balzo: «Cara Caterina, io voglio aprire pure a 360 gradi, ma ai siciliani e al civismo, non a pezzi di ceto politico che hanno militato nel centrodestra e nel governo Musumeci. Se diventassi presidente, Lombardo non entrerà mai in maggioranza nemmeno se me lo chiedessero il Pd e il M5S, per una questione di coerenza». Seguono applausi. Non si esprime, nemmeno sollecitata da La Sicilia, Barbara Floridia. candidata di un M5S in cui Giancarlo Cancelleri aveva più volte ammesso di voler coinvolgere Lombardo. «Questo giovanotto mi piace: è più democristiano di me…», il giudizio del patron Mpa sul sottosegretario al termine del primo faccia a faccia. E Floridia, dopo aver incassato la «fiducia» di Fava sulla tenuta del M5S nel fronte progressista nonostante lo strappo di Conte con Draghi, rassicura: «L’alleanza in Sicilia non è a rischio».
Barbagallo, di ritorno da Agrigento, è costretto a una frenata: «Caterina ha sottolineato un suo rapporto personale, precisando che la linea spetta al tavolo degli alleati. Il nostro campo è molto largo: ci vorrei dentro anche i renziani, Calenda e +Europa. Ma non contempla chi è nel governo Musumeci». Una chiusura netta, nonostante esponenti autonomisti rivelino di incontri, fino a poco prima del via libera alle regole delle primarie, in cui il segretario dem avrebbe chiesto a Lombardo di «partecipare con un candidato», magari proprio il magistrato Russo, o in subordine di «appoggiare Caterina». Maldicenze, forse. Come quelle sussurrate in serata da acide fonti dem: «La Chinnici ci ha sempre pensato, a Lombardo. E Barbagallo pure. Ma Fava romperebbe tutto. Allora strizzano comunque l’occhio al mondo autonomista per un “aiutino” alle primarie, visto che siamo un po’ in affanno». Ma magari anche questo sarà un pregiudizio. Che potrà spezzarsi nella lunga notte del 23 luglio.
Twitter: @MarioBarresi