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Centrosinistra, ticket Micari-La Via. Alfano: «Ne sono felice»

Di Alfredo Pecoraro |

PALERMO – Adesso la coalizione in appoggio di Fabrizio Micari è completa. A mettere il sigillo al campo largo, senza però Mdp-Si e Pisapia (che intanto hanno mollato in corsa Leoluca Orlando stratega del ‘modello Palermo), è stato Angelino Alfano. Che ha anche ingaggiato un duro botta e risposta con Matteo Salvini, con tanto di annuncio di querele.

Il leader di Ap, assieme ai ‘Centristi’ di Gianpiero D’Alia, ha spiegato le ragioni del sostegno al rettore di Palermo, seduto al suo fianco, annunciando il ticket con Giovanni La Via. Si tratta dell’eurodeputato di Ap che il leader di Alternativa popolare aveva offerto come possibile candidato prima dell’accordo «civico». Il ticket, o tandem come preferisce chiamarlo La Via, sarà formalizzato, ha spiegato poi Micari, dopo la chiusura delle consultazioni tra gli alleati. Ma ormai il dado è tratto.

Se per Renzi «la Sicilia non è la cavia per le elezioni nazionali», anche secondo Alfano «non è un test nazionale»: «per un motivo storico poiché quando qui ha vinto il centrosinistra a Roma ha perso. Ma anche per una questione pratica, perché Micari non è stato scelto a livello nazionale ma sulla sua proposta di candidatura è stata costruita la coalizione». Il rettore, per Alfano, «è la scelta migliore contro i 5stelle: la competenza contro il dilettantismo» ed «è l’unica vera novità contro il dejà vu, gli altri due (Cancelleri e Musumeci) sono gli stessi sconfitti cinque anni fa».

L’affondo è contro il M5s che «non sa governare, basta chiedere ai romani». E contro la Lega di Salvini che ha scelto Nello Mucumeci anche se «io non dimentico che Salvini- affonda il ministro degli esteri – voleva fare bus separati per i terroni».

Salvini annuncia querela, «da Alfano dichiarazioni da disperato poltronaro». «Perfetto. Ci si vedrà in tribunale. Ci sarà da divertirsi», replica il leader di Ap. Da Sciacca per il suo tour in Sicilia, Renzi rincara: «Devo sentirmi fare lezione di morale da chi si è comprato i diamanti in Africa e adesso vi volete fare governare da chi vi chiama terroni e voleva mettere gli autobus separati». «Se fossi siciliano», insiste Renzi, «voterei Micari, non perché me lo dice il partito, ma perché vedo le persone in campo: c’è uno che si ricandida per la serie ‘ritenta, sarai più fortunato’, poi c’è un deputato della destra radicale che è uomo di Salvini, e poi c’è il candidato dei 5 stelle…». «Quando penso – attacca Renzi parlando del M5s – che quello che considerano bravo, Di Battista, dice che Napoleone ha combattuto ad Auschwitz, a Di Maio che confonde Cile e Venezuela, e la Lezzi che dice che il Pil cresce per colpa del caldo…».

Ce n’è anche per D’Alema, definito da Alfano «l’ex aspirante statista» che «prova a trasformare la sua attività politica in rancore contro Renzi ma non ci riesce». Perché, argomenta il leader di Ap, «la verità è che Mdp spera e lavora per fare perdere Renzi». E minimizza l’addio di alcuni dirigenti ad Ap per andare col centrodestra: “A fronte di alcuni che non saranno candidati ci saranno tanti volti nuovi e sono certo che questo rinnovamento ci gioverà, prenderemo più voti».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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