Centrodestra sempre in ordine sparso sulla Sicilia. Tutto resta appeso al rebus della conferma di Nello Musumeci e da più parti si invoca un vertice dei leader per chiarire una volta per tutti i vari nodi sul tavolo, compresa la scelta dei candidati a Palermo e Messina. Allo stato, non ci sarebbe nessun summit in vista, indice rivelatore di divisioni interne non affatto superate.
In attesa di un incontro tra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, i partiti cercheranno di fare ognuno il punto della situazione, provando a serrare i ranghi laddove ci sono malumori mai sopiti, che attualmente impediscono di arrivare a una sintesi nazionale. Domani, raccontano, Matteo Salvini dovrebbe riunire i suoi sulle amministrative isolane, mentre mercoledì, a Roma, riferiscono fonti azzurre, dovrebbe tenersi un incontro di Forza Italia sul risiko siciliano, presente la senatrice Licia Ronzulli, responsabile nazionale dei rapporti con gli alleati e fedelissima di Arcore, per cercare di ricomporre la spaccatura tra l’ala che fa capo a Gianfranco Miccichè e i cosiddetti dissidenti.
Gli azzurri, raccontano, proveranno a sanare le tensioni confermate all’ultima riunione dei vertici azzurri dell’Isola, a Palermo, a palazzo dei Normanni negli uffici del presidente dell’Ars Miccichè.
E’ ancora una volta, dunque, il nodo Musumeci la chiave di volta. Sciolto questo, come un vero e proprio effetto domino, il centrodestra potrà uscire dallo stallo e trovare la quadra anche sul comune di Palermo. Nel capoluogo siciliano tutti hanno piazzato il loro candidato più o meno di bandiera e non si schiodano. Nell’ordine la Lega continua a puntare su Francesco Scoma, Fratelli d’Italia è ferma su Carolina Varchi, gli autonomisti non mollano su Totò Lentini, mentre Forza Italia ha sì il nome di Francesco Cascio, ma deve prima ricomporre le frizioni interne.
Oggi Meloni ha riunito l’esecutivo nazionale via Zoom, ma, assicurano, non avrebbe parlato del caso Sicilia. Di certo, al momento, restano freddi i rapporti tra alleati e fino a quando non ci sarà un chiarimento tra Lega e Fdi, difficilmente si troverà un accordo di massima non solo per la presidenza della Regione e il sindaco di Palermo ma anche per gli altri Comuni dove l’unità della coalizione resta ancora una chimera, come Verona.