PALERMO – «Sono stato in una località turistica in Sicilia dove c’erano più cani randagi che cristiani, e dove l’immondizia veniva raccolta, in pieno Ferragosto, una volta a settimana. Ecco, non porterei nemmeno un operatore turistico in quella località». Lo ha detto il ministro per le Politiche agricole e del Turismo, Gian Marco Centinaio, in un convegno di Sicindustria, a Palermo, parlando di turismo e delle difficoltà del settore.«La Sicilia – ha quindi aggiunto – l’ho girata tutta, o quasi. Ci sono strade da terzo mondo, questo lo dico al governo».
E ancora: «La Sicilia – ha proseguito Centinaio – dovrebbe puntare sulla diversificazione, sulla destagionalizzazione che le permetterebbe di vivere di turismo undici mesi all’anno. L’Isola ha delle potenzialità inespresse: il mare, la montagna, l’enogastronomia, la cultura e la storia. E’ necessario fare sistema, spendere bene i fondi europei che ci sono e le opportunità che sono in campo».
Per l’esponente del governo gialloverde «ci sono tante opportunità che in questo momento la Sicilia non sta cogliendo, perdendo un treno che non passa tutti gli anni». La colpa? «Non è dei siciliani, ma di tutti noi che non facciamo sistema, che non ci promuoviamo nel migliore dei modi e non abbiamo avuto la lungimiranza di capire che altri Stati si sono attrezzati meglio di noi e stanno dando ai turisti quelle risposte che noi non riusciamo a dare. La Sicilia – ha concluso il ministro – è al centro del Mediterraneo, potrebbe diventare l’hub di tutti i croceristi, invece l’hub è la Spagna».
Ai cronisti che gli hanno chiesto quale fosse la località in Sicilia con «più cani randagi che cristiani», il ministro Centinaio ha risposto: «Ovunque sono andato… è una roba… ovunque mi dicevano ci sono cani randagi… ci sono cani randagi. Io questa estate sono andato da Licata fino a Favignana».