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L'INTERVISTA

Cateno De Luca riapre al campo larghissimo: «Mi sono rotto i c… di arrivare secondo, ma entro il 2025 le primarie aperte»

Colloquio con il leader di Sud chiama Nord: «Io vice nel centrodestra? No ai potenti col catetere. largo ai quarantenni»

Di Mario Barresi |

Onorevole De Luca, anche La Vardera ha lasciato il suo movimento. L’ha presa male, vero?

«Non l’ho presa proprio».

In che senso, scusi?

«Da tempo avevamo discussioni. Lui aspettava la scusa buona per andarsene».

Discussioni su cosa?

«Più volte gli avevamo fatto notare che c’è un movimento, prima dei singoli. Invece lui, ormai da mesi, era per i c… suoi. Non si qualifica come esponente di Sud chiama Nord, era sempre “il vicepresidente dell’Antimafia”. Magari ci sarà rimasto male per il personale tonfo alle Europee: a Palermo ha perso più di mille preferenze dalle Regionali, in proporzione ha preso molti più voti a Messina. Forse perché chi lo conosce lo evita…».

La Vardera andrà con i 5stelle?

«So che là non lo vogliono. Lui ha un rapporto con Antoci, ma non è che gli altri gli stanno stendendo il tappeto rosso».

C’è un dato politico preciso: Sud chiama Nord è entrato all’Ars con otto deputati e ora ne ha tre, lei compreso. La matematica dice che il deluchismo è finito…

«Bisogna distinguere le questioni: una cosa sono le dinamiche di palazzo, un’altra è il consenso popolare. Quest’ultimo lo misureremo alle prossime regionali. Vede, negli anni ho vissuto cose ben peggiori. E la mia storia dimostra che mi sono sempre rialzato».

La Vardera ha posto una questione politica seria: lei che molla il fronte progressista e ammicca al centrodestra…

«Il centrosinistra, che io due anni fa ho doppiato, si parla addosso. E fingono che io non esista. A luglio lanciai, proprio in un’intervista al suo giornale, l’idea di primarie aperte. Non mi sono imposto come candidato, ma ho detto: misuriamoci e organizziamoci per tempo. E la proposta l’ho ribadita di recente con una precisa scadenza: entro fine 2025. Hanno ancora tempo per rispondermi».

Cos’è, un altro penultimatum?

«La fase della solitudine è finita. E mi sono rotto i c… di arrivare sul podio, far eleggere una pattuglia di deputati per poi farmeli sfilare da chi fa il mercato delle vacche. Voglio vincere. E amministrare bene, che è la cosa che so fare meglio».

E per fare questo ha venduto l’anima al centrodestra…

«La mia anima non è in vendita. Se lo fosse, nell’attuale fase di destrutturazione del centrodestra, in cui mi hanno cercato sin da subito, potrei avere di tutto…».

Si riferisce al patto Lombardo-Lagalla ispirato dal suo amico Miccichè? È una “destrutturazione” che la stuzzica?

«Con tutto il rispetto, non ho bisogno di Lombardo per avere l’attenzione del centrodestra. Quella ce l’ho già da tempo, a Roma».

A proposito: la “Lady X” che ha rivelato di aver incontrato a Roma è davvero Arianna Meloni?

«Non glielo dico nemmeno sotto tortura. Ho preso un impegno e lo rispetto. Ma l’identità non importa: dopo le Europee il mio movimento è stato sdoganato a livello nazionale».

Veramente dallo Stretto in su alle urne è stato un disastro….

«Ci stavo arrivando. Siamo una forza riconosciuta a livello nazionale e un voto localizzato in Sicilia, dove spostiamo gli equilibri. Per questo mi hanno cercato da Roma: ci sono almeno tre uninominali, i due di Messina e Settecannoli, in cui decidiamo chi vince. Ed è un’operazione gratis. Capisce perché non ho bisogno del permesso di Lombardo, che invece continua a pietire posticini e seggiole?».

Ma perché questo approccio di realpolitik non lo usa col centrosinistra?

«Perché se ne fottono: loro vogliono continuare a perdere per coltivare nella sconfitta i loro orticelli. Non prendo lezioni di affidabilità da chi ha tradito il patto delle primarie nel 2022 o da chi aspetta il bollino Chiquita da Roma anche per andare in bagno. Ma il giocattolo non s’è ancora rotto: noi siamo e restiamo all’opposizione del governo regionale e dialoghiamo sulle elezioni provinciali. Ma entro dicembre 2025 dobbiamo decidere cosa fare alle regionali».

Veramente lei sembra aver deciso. Ma non è ipocrita dire che è «disposto a fare il numero due col centrodestra, ma senza Schifani e Musumeci»? Il centrodestra sempre quello resta…

«Non è così. Perché ho posto una precondizione: la rigenerazione, il rinnovamento. Basta con i padroni col catetere politico, basta con gli stessi settantenni e ottantenni garanti degli assetti di potere, colpevoli dello sfascio della Sicilia. Spazio a una classe di quarantenni»,

Allora farebbe il vice del meloniano Galvagno, che nel 2027 avrà giusto 42 anni?

«È di una nuova generazione, ha un passo diverso: non ha colpe sul passato, magari è interessato a cambiare le cose».

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