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Catania, paga troppo bassa: 100 presidenti di seggio rinunciano

Di Redazione |

CATANIA  Sono circa un centinaio i presidenti di seggio, sui circa 330 nominati, che sono stati sostituiti dal Comune di Catania perché avevano rinunciato presentando le dimissioni. Pare che le rinunce siano da collegare alla retribuzione per l’incarico ritenuta bassa. Nessun problema ai seggi che sono stati regolarmente istituti e aperti, ma non è da escludere che la sostituzione con persone diverse da quelle che avevano presentato richiesta, sia alla base della lentezza delle operazioni di spoglio soprattutto a Catania.

Sebbene la provincia di Catania appaia quella più indietro nello spoglio, il Comune di Catania però nega questa circostanza. E afferma che «la sostituzione a Catania dei presidenti di seggio è stata del tutto regolare ed eventuali rallentamenti nelle operazioni di scrutinio non vanno attribuiti a questa circostanza». Il Comune sottolinea come tutte le sostituzioni siano state fatte prima dell’inizio delle votazioni, a seggi chiusi dunque, dopo la rinuncia formale dei presidenti nominati dalla Corte d’appello di Catania. Dall’elenco della Corte d’appello, peraltro, mancavano già parecchi presidenti.

Così, prima dell’inizio delle votazioni, come peraltro già verificatosi in precedenti consultazioni elettorali, in applicazione dell’art. 26 comma 3 della legge regionale 29 del 1951, il Sindaco ha provveduto a nominare 61 presidenti di seggio. Non vi sono stati presidenti designati che non si sono presentati al seggio al momento dell’insediamento. Nella maggioranza dei casi la motivazione della rinuncia è stata la retribuzione comunicata dalla Regione per i presidenti e ritenuta troppo bassa.

Per costituire i seggi sono stati utilizzati anche dipendenti comunali, personale dunque con una maggiore conoscenza delle norme amministrative. Qualche ritardo, ben presto recuperato, è stato registrato per la mancanza di esperienza degli scrutatori di nuova nomina.  

I presidenti di seggio vengono scelti dalla Corte d’Appello competente circa30 giorni prima delle elezioni da un apposito registro in cui è possibile iscriversi gratuitamente. La richiesta va inoltrata al sindaco del proprio Comune ed è valida fino al permanere dei requisiti richiesti. Per essere Presidente di seggio, infatti, bisogna essere in possesso dei diritti politici, avere almeno un diploma di scuola superiore e non aver superato i 70 anni di età. Ci sono inoltre una serie di attività lavorative non compatibili con questo ruolo, tra i quali ad esempio ci sono i medici e gli appartenenti alle forze dell’ordine. Il Presidente ha anche il compito di scegliere un segretario di seggio e nominare il vicepresidente tra gli scrutinatori.

Il Presidente del seggio, il segretario e gli scrutinatori hanno l’importante compito di sorvegliare sulla correttezza della tornata elettorale, dalla preparazione del seggio fino al conteggio dei voti espressi dai cittadini.

Il compenso degli scrutinatori, dei segretari e del presidente di seggio varia a seconda del tipo di elezione e prevede dei bonus in caso ci siano più schede elettorali. Nelle elezioni politiche e nelle amministrative il compenso è di 150 euro per il presidente e 120 per ogni scrutinatore e per il segretario. Per ogni scheda elettorale in più, fino a un massimo di 4, vanno aggiunti 37 euro per il presidente e 25 per segretari e scrutinatori. Ad esempio se si vota per eleggere il sindaco e per le circoscrizioni allora il compenso sarà di 187 euro per il presidente e 145 per ogni scrutatore e segretario. Nelle elezioni politiche il compenso resta invariato, ma le schede sono sempre due, una per il Senato e una per la Camera dei deputati.

In questo caso la scheda era una sola e il compenso quindi potrebbe essere come quello per un referendum, ovvero 130 euro per il presidente e 104 euro per gli scrutinatori e per il segretario. Ed è quindi questa la paga che sarebbe stata ritenuta troppo bassa dai circa 100 presidente di seggio catanesi che si sono dimessi alla vigilia della tornata elettorale.

La paga va corrisposta in un tempo che può variare dai 30 giorni ai 6 mesi e comprende non solo le ore di apertura del seggio e quelle successive di scrutinio, ma anche il tempo per preparare il seggio elettorale. Solitamente si tratta di circa 30 ore di lavoro in totale, a meno di uno spoglio particolarmente lento.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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