«La Dc non ha nessun accordo con Fratelli d’Italia sulla candidatura a sindaco di Catania. Riteniamo opportuno che il centrodestra debba trovare una candidatura condivisa e ci prodigheremo per raggiungere questo obiettivo. I rappresentanti dei partiti della coalizione devono incontrarsi e trovare le ragioni per stare insieme». Così il commissario regionale della Dc, Totò Cuffaro, ospite ieri della trasmissione tv Casa Minutella.
Cuffaro, come al solito senza peli sulla lingua, dice la sua sulla «legittima pretesa» di FdI di avere il candidato in quella che diventerebbe la più grande città d’Italia amministrata dal partito della premier Giorgia Meloni. «Se FdI ha un nome apprezzato dalla coalizione e riconosciuto dalla città, allora ben venga. Ma non penso che sol perché la Meloni vuole il sindaco di Catania, venga eletto uno dei suoi, perché lo scelgono i cittadini. Vero è che FdI non ha sindaci nelle grandi città, ma è altrettanto vero che ha avuto i candidati a Milano, Roma e altrove, tutti sconfitti. Se non li hanno eletti, ci sarà una ragione». Quale? «C’è un elettorato che vota a destra, con delle sue percentuali. Ma quando si vuole raggiungere la maggioranza qualificata per eleggere un sindaco bisogna trovare una candidatura nei limiti del possibile gradita a tutti. E, se posso aggiungere un termine, moderata».
Su questo aspetto l’ex governatore rivela: «Il mio cuore batte per una candidatura moderata. Essendo un democristiano, vorrei che la candidatura fosse quanto più vicina culturalmente, valoriarmente e politicamente». Il nome? «Non serve fare i nomi, siamo talmente capaci di capire un ragionamento politico…». Ma poi, sollecitato dagli ospiti del programma, Cuffaro si sbottona: «Mi pare che, fra tutti quelli che ci sono in campo, la più democristiana sia Valeria Sudano».
E le voci sul feeling con Enzo Bianco? «Confermo la stima reciproca», dice il leader della Dc, lasciando la porta all’ex sindaco in caso di rottura nel centrodestra: «È chiaro che stiamo lavorando perché ci sia una candidatura unitaria più vicina possibile ai nostri valori. Ma se ci dovesse essere il “liberi tutti” è chiaro che siamo liberi tutti».
A proposito: per Cuffaro lo scenario di Catania è «come quando da piccoli giocavamo a nascondino: stanno tutti nascosti, in attesa che arrivi qualcuno per fare liberi tutti». Che sia Raffaele Lombardo, magari dopo l’assoluzione definitiva in Cassazione? «Intanto spero e prego affinché la sua vicenda si chiuda secondo i desiderata suoi e di tanti altri: con la definitiva assoluzione. Lombardo, come me, avrà commesso tanti errori, ma che possa essere uno associato alla mafia, siccome lo conosco, non ci credo e sono sicuro che non è così».
Ma il leader autonomista potrebbe essere un buon sindaco di Catania? «Lombardo è un pezzo di classe dirigente importante di questa terra. Ha tutti i titoli per candidarsi e tutte le capacità per fare il sindaco, se lo volesse», risponde Cuffaro che però rivela: «Ma, quando mi ha chiamato per dirmi che si compiaceva della mia riabilitazione, dopo aver letto le interviste in cui io dicevo che ho scelto di non ricandidarmi mai più, mi ha detto: “Adesso siamo in due, perché neanche io mi candiderò mai più”».