REGIONE
Cannes, la società anonima lussemburghese e le «autocertificazioni di solvibilità»
Ecco perché la relazione dell'assessore al Turismo non ha convinto il governatore Schifani. Che a questo punto è pronto anche uno scontro politico ad alta tensione con FdI
Alla fine sono arrivati. Ieri, in tarda serata. Gli «approfondimenti» chiesti da Renato Schifani al suo assessore al Turismo sul caso Cannes. Ma, a una prima lettura, non sarebbero «circostanziati» come richiesto sin dal primo momento dal governatore.
Insomma, sull’affidamento diretto da 3 milioni e 750mila euro per il progetto “Sicily, Women and Cinema”, Schifani continua a non vederci chiaro. Dopo aver aspettato (a lungo) le spiegazioni di Francesco Scarpinato, o di chi per lui, il risultato viene definito senza troppi giri di parole da chi ha avuto modo di percepire la reazione del presidente: «Non l’hanno convinto. Per nulla». Non a caso filtra una certa irritazione per una risposta «scritta in maniera troppo burocratica», ritenuta di fatto «evasiva» nel merito.
E dire che Schifani, in una seconda richiesta ufficiale, aveva pure chiarito quali atti volesse dal membro meloniano della sua giunta: spiegazioni su «tutta l'attività istruttoria e, in particolare, l’attività di affidamento secondo l’art. 63 del Codice degli appalti (procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara)», oltre che chiarimenti anche sui motivi della mancanza della fidejussione e in merito alla certificazione antimafia, «non apparendo, allo stato, convincenti quelli dedotti in decreto». Per Schifani gli atti «dovranno essere corredati da documentazione audiovisiva relativa alla edizione 2022 della manifestazione».
Ma allora cos’è arrivato sul tavolo del governatore? Una relazione di decine di pagine, con alcuni allegati, in cui ci si sofferma soprattutto sulla tesi difensiva della scelta di affidamento diretto in nome dell’«esclusività» del servizio offerto dalla lussemburghese Absolut Blue. Questo resta il nodo cruciale della vicenda. Ma proprio su questo, anche dopo un consulto con gli esperti del suo staff, il presidente della Regione, resta poco convinto.
Ancor meno lo sarebbe sulla «difesa» che Scarpinato ha fatto della società anonima di Patrick Nassonge, alter ego del fotografo Moja che firma lo shooting fotografico su cui ruota la kermesse. Motivata dalla circostanza che l’anno scorso (con 2,1 milioni finanziati dalla Regione) «ha fatto bene», ma con ben pochi documenti a supporto, soprattutto per giustificare l’esenzione dalla cauzione del 10% sull’appalto. Fra cui le uniche carte sono proprio quelle che hanno fatto saltare dalla sedia il governatore: le «autocertificazioni di solvibilità». Sulla mancanza di certificato antimafia, invece, la difesa dell’assessore è che il Turismo sarebbe pronto a interrompere il contratto in caso non dovesse arrivare.
E allora in Presidenza viene giudicata sempre più «naturale» l’exit strategy offerta a Scarpinato: e cioè «valutare tra le azioni da intraprendere, anche quelli in autotutela, totale o parziale, compresi gli atti cautelari, anche di sospensione, nell’ipotesi in cui si riscontrino responsabilità di qualsiasi tipo che possano causare danno, anche solo potenzialmente e anche solo d’immagine, alla Regione». Un concetto, quest’ultimo, a cui Schifani tiene molto: «Questa vicenda al di là di tutto temo stia arrecando un forte danno di immagine alla nostra terra», la convinzione confessata in conferenza stampa.
Nella relazione dell’assessore c’è comunque un riferimento alla richiesta di stop all’affidamento, ma – per com’è scritta – dall’entourage del governatore viene considerata «un’attenzione soltanto in astratto», anche perché non ci sono riferimenti su tempi e modi. «Acqua in mano», la brusca sintesi presidenziale.
Adesso che succede? Oggi «si studieranno meglio le carte» e si «valuteranno gli effetti politici di alcune scelte». Poi, nelle prossime ore, la scelta finale. Che potrà essere «condivisa» con Scarpinato. Oppure, extrema ratio, imposta dall’alto. Per salvare il salvabile. Anche a costo di uno scontro politico ad alta tensione con FdI.
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