Senatore Candiani, Salvini s’è detto «felice» ed «emozionato» dei risultati nell’Isola, per cui ha ringraziato i siciliani. Non le sembra un entusiasmo eccessivo, numeri alla mano?
«Non si può che ringraziare i siciliani. Prima per l’accoglienza che hanno riservato a Salvini e poi per l’ottimo riscontro alle urne. Nessun entusiasmo esagerato: la Lega, in Sicilia, c’è».
«In Sicilia la Lega c’è ma non vola», ha titolato “La Sicilia” in prima pagina.
«Non dovevamo volare. In molte realtà locali fino a pochi mesi fa il partito non esisteva, alle ultime elezioni eravamo allo zero virgola… Abbiamo piantato i semi, stiamo crescendo. Ma vogliamo farlo bene».
Nemmeno il M5S ha spiegato le ali, se la cosa vi può consolare.
«Non ha entusiasmato, è vero. Devono prendere atto che confrontarsi con le esperienze di governo è più complicato dei fuochi fatui delle campagne elettorali. La leadership necessita di pragmatismo e radicamento, non di un protagonismo esasperato».
Faraone ha detto: per Salvini piazze piene e urne vuote…
«Al mio paese si dice: “Meglio fare invidia che compassione”. Il Pd, in Sicilia, non c’è. Faraone provi a portare in piazza il suo amico Renzi. E poi vediamo che succede…».
Avete comunque il primo sindaco “griffato” Lega in Sicilia: Carrà a Motta Sant’Anastasia. E dire che lo volevate quasi cacciare…
«Carrà è un nostro amministratore, che ha dimostrato competenza, in un rapporto diretto con i cittadini. E poi mi consenta una metafora gastronomica che sarà indigesta in Sicilia occidentale: lei l’avrebbe detto mai che l’arancino etneo si facesse apprezzare di più dell’arancina palermitana?».
Forse perché a Motta era ripieno dei voti di Sammartino?
«Leggende metropolitane… Voi siete maestri, in fondo io mi diverto pure»..
Però, in soldoni: soltanto due candidati della Lega al ballottaggio nei sei comuni siciliani col proporzionale.
«Ed è proprio questo il punto. A Gela con Spata e a Mazara con Randazzo siamo riusciti a ottenere un grande risultato attraverso lo stesso percorso seguito in molti altri comuni: abbiamo messo in campo i migliori candidati possibili, in un percorso chiaro e all’interno di coalizioni omogenee. Ed è questo, se mi permette, la vera novità di queste elezioni, la nuova concezione di rinnovamento. Che continuerà ai ballottaggi per chi vuole starci: noi non chiudiamo, ma apriamo».
Aprite a chi? Agli alleati classici del centrodestra? Ai grillini?
«Apriamo a chi ha capito che certi schemi sono abbondantemente superati, parlando con tutti coloro i quali vogliono seguire il cambiamento all’insegna del pragmatismo».
Per essere pragmatici: a Caltanissetta siete fuori dal ballottaggio, che farete se il M5S vi chiede aiuto?
«Aspettiamo che ce lo chiedano e poi vediamo. Il nostro Aiello ha preso il 12% partendo quasi da zero. E staremo dalla parte di chi interpreta la voglia di cambiamento. Ma sia chiaro: senza chiedere poltrone. Per lo stesso principio per cui a me non interessa un assessore regionale,. ma caratterizzare la politica del governo Musumeci. Quindi, per tornare a Caltanissetta, parleremo di contenuti con chi si può davvero voltare pagina».
E magari questo mutuo soccorso gialloverde potrebbe magari tornarvi utile a Gela contro il candidato sostenuto da Pd e Miccichè…
«Ripeto: siamo aperti a chi vuole evitare il perpetrarsi di vecchie logiche e a chi si pone in chiara alternativa. Per intenderci: se qualcuno volesse dare l’ultima spallata a Micccichè e al Pd, questa è l’occasione giusta. Vogliamo lasciarcela scappare?».
Twitter: @MarioBarresi