Campagna elettorale all’ultimo voto e all’ultimo insulto. Più il cerchio si stringe attorno alla data del 5 novembre, più i candidati alla presidenza appaiono vessati dalla tensione. Sicuramente Giancarlo Cancelleri e Nello Musumeci. Più degli altri. Il candidato pentastellato e quello del centrodestra, sono, secondo svariati sondaggi, in pole position. Primo Musumeci, secondo Cancelleri con una forbice non molto allargata, secondo alcune rilevazioni, testa a testa secondo altre. E frattanto che il responso delle urne incoroni il nuovo governatore di Sicilia, i nostri non se le mandano a dire. Coinvolgendo anche le rispettive sorelle. «La mia vive di pensione sociale – ha ribadito Musumeci – la sua, Cancelleri l’ha candidata alle scorse regionali ed è stata eletta con 60 voti».
«Altro che “usato garantito”, l’esperienza di Musumeci è un “bidone garantito”, con lui ci sono Miccichè, Cuffaro e Genovese: sono quelli che hanno distrutto la Sicilia», ha ribattuto oggi il candidato grillino nel corso di un Forum all’Ansa (Associazione nazionale stampa associata). E ancora: «E poi che fa? Ammicca a sinistra? Questa cosa fa ridere. E’ evidente che sia preoccupato perché sa di essere indietro, così si spinge persino a chiedere alla sinistra di votarlo».
Il leader di #DiventeràBellissima non si tira indietro: «I seguaci di Grillo – ha aggiunto – sono fanatici, ignoranti, presuntuosi. Cancelleri mi invita ad un confronto, ma lui non ha mai amministrato neanche un condominio quindi in cosa dovrei confrontarmi con lui? Sono convinto che Cancelleri sul mio conto non possa assolutamente dire alcunché, perché io non ho mai messo piede alla Regione e quando ho governato, l’ho fatto bene».
Spina nel fianco e facile affondo per gli avversari di Musumeci sono i cosiddetti “impresentabili” candidati nelle liste a suo sostegno e il cui elenco era stato divulgato dall’avversario Cancelleri poco meno di un mese. La lista, nero su bianco, fu presentata “brevi manu” alla presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Rosy Bindi a Palermo proprio per un monitoraggio delle liste. Proprio il giorno dopo, la notizia dell’arresto a Priolo del sindaco, oggi ex, Antonello Rizza, tra i candidati di Forza Italia alle prossime regionali, con l’accusa di truffa e turbativa d’asta. Un altro cerino acceso nel pagliaio delle polemiche legate ai candidati con posizioni giudiziarie non proprio limpide ma, giudizio della Commissione Antimafia, comunque candidabili. «Gli impresentabili sono quelli che mi preoccupano di più – aveva dichiarato il candidato del M5S – perchè sono quelli che mirano al voto di scambio».
Sul caso Rizza, già scarcerato con obbligo di dimora a Priolo e rimasto candidato, Musumeci aveva preso le distanze ricordando che il suo movimento aveva rifiutato per ben tre volte la richiesta di candidatura dell’ex primo cittadino del comune del siracusano. Sul mood poi di chi la fa l’aspetti, se Musumeci invita a non votare Micari, il candidato del centrosinistra, perchè «votare per lui è come votare per Grillo», l’antagonista grillino rimbalza: «chi vota Musumeci, vota praticamente Miccichè». Fabrizio Micari, che arretra rispetto ai primi due nei sondaggi, cerca di stare al passo e parla del “momento della macchina del fango” in particolare rispetto alla nomina della futura moglie, Giusi Lenzo, già dirigente di seconda fascia dell’università di Palermo a tempo indeterminato, a dirigente dell’Area qualità, programmazione e supporto strategico dell’ateneo. «Si è trattato di un cambio di area, al quale non è corrisposta nessuna promozione ma anzi una contrazione degli emolumenti per la semplice ragione che si è passati da due aree a una soltanto». E sui suoi avversari: «La vittoria del candidato del centrodestra sancirebbe un ritorno dell’era Cuffaro-Lombardo, mentre Cancelleri è di un’approssimazione enorme, questo è il pericolo che corre la Sicilia se vince il M5s». L’elenco delle dichiarazioni al vetriolo potrebbe continuare. Il 5 novembre intanto si avvicina e spegnerà, forse, le fiamme di una delle campagne elettorali più infuocate degli ultimi anni.