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Cancelleri di lotta e di governo: «Ma chi non sogna è già morto»

Di Mario Barresi |

Ieri,, mentre Beppe Grillo è in hotel alle prese con una fastidiosa influenza, il candidato governatore e Luigi Di Maio, hanno in programma «incontri riservati con imprenditori». Si sparge la voce di un vertice in Confindustria, ma è un depistaggio. I grillini (aspiranti) di governo rendono visita, a Piano Tavola, al Consiel, consorzio di 14 imprese del settore elettrico. Ultimo fatturato: 67 milioni. Ma soprattutto, visto che siamo in campagna elettorale, 300 operai nel Catanese e circa 900 lavoratori – secondo i sindacati – sparsi in tutta l’Isola. Una prova rassicurante. Come quella che ricordano a Ferdemanager, ingolositi da Cancelleri: «Alla Regione c’è bisogno di voi». Rassicurante. Come con gli ex operatori del call center Qè: «Vi aiuteremo».

Nel primo pomeriggio riecco i grillini di lotta. Da Acitrezza parte l’evento-clou del #CataniaDay. La marcia fino a piazza Università. E qui Beppe c’è. Anche se per poco. Solo un chilometro dei dieci in programma. Per poi sparire, infastidito dalla ressa («L’aglio, datemi le teste di aglio per allontanare i giornalisti…») e sfiancato dal raffreddore, all’altezza del Lido dei Ciclopi. Breve. E molto meno commovente della nuotata sullo Stretto del 2012. Il messaggio, però, è altrettanto suggestivo: «Siate curiosi, provateci. Perché l’indifferenza è morte, la curiosità è vita. Siamo dilettanti allo sbaraglio? Può darsi… Se poi non vi piacciamo, votate quello che volete, continuate così…». Non un appello al voto utile, ma «un voto di fede». La designazione di Cancelleri? «Abbiamo fatto la top ten dei coglioni e abbiamo scelto lui… È chiaro che è il migliore che abbiamo scelto». Simpatico il siparietto con la vigilessa castellese a braccetto, alla quale spiega che «il futuro è il lavoro breve di 24 ore a settimana». Grottesco l’incontro con un gruppo di pescatori. «Il pesce quando lo congeli emette una scarica acida, quindi il petrolio va nel pesce. Io ho visto delle farm in Gran Bretagna», si accalora Beppe. Ma loro non sembrano molto convinti. «Dove ascoltarci, dovete aiutarci».

Con Grillo, in un corteo alquanto sfilacciato, gli altri big. La premiata ditta Di Maio-Cancelleri (si sfileranno per andare a comiziare ad Augusta), ma soprattutto l’osannato Alessandro Di Battista. Sarà fra i pochi a completare la marcia, assieme agli “stoici” Roberta Lombardi, Angelo Tofalo, Paola Taverna, Carlo Sibilia e Giulia Grillo.

Da 200 attivisti in scarpe da tennis al gran finale di piazza Università con migliaia di persone. Dal M5S si sottolinea come piazza Università abbia una superficie di 3.600 metri quadrati: «Era colma, un successo mai visto prima nella roccaforte di Musumeci». Sul palco salgono in tre. Di Maio parla da aspirante premier: «Se fra quattro mesi saremo al governo della nazione, saremo lo scudo dei cittadini siciliani a Bruxelles». Gli impresentabili? Il più acclamato, come sempre, Di Battista: «Berlusconi non nomina neanche Musumeci nel suo spot elettorale, farà il voto disgiunto: la lista di Forza Italia e Giancarlo presidente». Dopo un «andassero affanc…» rivolto ai «lombardiani, cuffariani e genovesiani», il suo cavallo di battaglia: la «manovra suca». Ovvero: «Via i vitalizi, le auto blu e i maxi-stipendi». Sarà «una goduria». Lo scandisce: «Su-ca». In visibilio il popolo pentastellato, soprattutto di sesso femminile.

«Un presidente, c’è solo un presidenteee…», è il coro che acclama Cancelleri. «Musumeci mi ha detto nell’ordine che sono: un vampiro che succhia sangue, un cialtrone e un imbecille. Gli manca il sorriso, la bellezza nel cuore. È carico di odio». La proposta: un mega-selfie di massa, «ridete tutti». Per «regalare un sorriso a Musumeci». Pillole di programma. A Bruxelles due squadre: una «di tecnici, pagata dalla Regione» la seconda di «manager per trovare compratori per le merci siciliane». Ma anche un’idea ruffiana: «I pensionati e le donne incinte non dovranno più pagare esami e cure». Infine, il progetto: «Adotta un astensionista». Istruzioni agli attivisti: «State con lui, offritegli il caffè, fategli leggere il programma. Sarà lui a decidere se votarci, ma basta che vada a votare».

Chiude Grillo. Un po’ spompato: «Maledetto virus, ho parlato con uno del Pd, guardate come sto…». Più comico che politico. Riprende “Dibba”: «Ho visto che mandi affanculo, vedi che il copyright è mio…». Ironizza sugli avversari: «A me Musumeci non mi dispiace, è carino. Ma anche Totò, che dà i bacini. È bella gente…». Commuove gli attivisti ricordando la traversata con Gianroberto Casaleggio: «Siamo venuti qui a liberarvi, vi siete imprigionati di nuovo». Difende il candidato: «Cancelleri non ha una laurea? come Jobs, come Zuckemberg come Einstein… Chi lo circonderà sarà meglio di lui, solo così avrà fatto il suo dovere». Rilancia il tema delle Regionali come referendum, anticipato nell’intervista a La Sicilia, «tra un mondo nuovo e un mondo in estinzione». Una spruzzata futurista: «Nuove valute, nuovi mezzi di locomozione». E neo-autonomista: «Il centro non c’è più, la gente vuole che le risorse rimangano dove vengono prodotte». Sgranano gli occhi, i catanesi assiepati in prima fila quando fa cenno al «bit coin, moneta finita, un algoritmo pubblico che gestisce le transazione».

Lo spettacolo è finito, «anche perché non è a pagamento», dice da buon genovese. «Io non guadagno più niente, datemi qualcosa, venitemi incontro… ma sono felice di avere un po’ sacrificato la mia attività per una causa così, chi non sogna è morto». E lui, in questa notte, sognerà di conquistare la Sicilia.

Twitter: @MarioBarresi

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