ROMA – Modificare il reato di abuso di ufficio. Il sindaco di Catania Enzo Bianco è pronto a porre il tema all’attenzione del futuro governo e, “se i sindaci non saranno messi in condizione di poter fare serenamente il loro lavoro”, proporrà ai colleghi primi cittadini dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani “una manifestazione eclatante, davanti a Palazzo Chigi, con una montagna di fasce tricolori”.
“Chiediamo al nuovo governo, appena si formerà, di aprire subito una discussione sul tema dell’abuso di ufficio e sul tema della reputazione dei sindaci – sottolinea Bianco – Se i sindaci non saranno messi in condizione di fare il loro lavoro serenamente, proporrò azioni eclatanti: una manifestazione a Roma, davanti a Palazzo Chigi, con una montagna di fasce tricolori”.
“Non vogliamo salvacondotti, ma che paghi chi sbaglia – afferma Bianco – Il reato di abuso di ufficio prevede che, per configurarsi, ci debba essere la violazione di una legge o di un regolamento mentre secondo l’interpretazione di alcuni magistrati c’è anche per espressa violazione dell’articolo 97 della Costituzione, ossia del principio del buon andamento. Ciò è inaccettabile”.
Rispetto al reato di abuso d’ufficio “bastano modifiche affinché sia tipizzato, siano cioè chiari i comportamenti vietati, altrimenti – precisa – saremo costretti a chiedere l’abolizione dell’articolo 323 del codice penale” sull’abuso di ufficio.
Il primo cittadino di Catania, che è anche presidente del Consiglio nazionale di Anci, ricorda di essersi occupato del tema già nel 1995 quando era alla guida dell’Associazione dei comuni: “Chiedemmo all’allora governo tecnico di varare una commissione che studiasse l’argomento e proponesse una modifica dell’abuso di ufficio anche perché i dati dicevano che il 98 per cento delle azioni avviate per abuso di ufficio si chiudevano con un’archiviazione o un’assoluzione”.
Le modifiche introdotte furono efficaci per un po’, ma ora secondo Bianco non bastano ed è necessario intervenire: “Ogni volta che c’è un evento assistiamo a una ricerca affannosa del ‘colpevole’ di solito individuato nel livello più vicino ai cittadini – osserva – Basti pensare ai casi di inondazione o legati alla protezione civile: immediatamente il sindaco viene dato in pasto con notizie di prima pagina, poi tutto si sgonfia”. E magari la notizia di una sentenza di assoluzione finisce in un trafiletto. “Ma il pubblico amministratore ha un danno con la semplice notizia di iscrizione nel registro degli indagati: c’è una sproporzione tra la pubblicità dell’avvio dell’azione penale e quella della conclusione dell’azione penale”, sottolinea.
“Non è una polemica verso i magistrati, noi poniamo un problema che va affrontato e risolto”, continua il primo cittadino di Catania, anche perché in un mondo in cui c’è sempre più “scaricabarile e uso dei social network si distrugge la reputazione di un sindaco che è invece cosa preziosa”. E si rischia anche la paralisi amministrativa perché, osserva Bianco, di fronte al problema dell’abuso di ufficio “ma anche della responsabilità contabile di fronte alla Corte dei Conti” molti dirigenti non vogliono più mettere la firma sugli atti.